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L’industria delle bici vale nove miliardi di euro e vola grazie alle eBike

20 Settembre 2021

Nel 2020 sono state vendute nel nostro paese oltre 2 milioni di bici tra prodotti made in Italy e d’importazione. Il 17 percento in più rispetto all’anno precedente. Gli italiani hanno comprato 1,73 milioni di bici classiche e 280 mila eBike. C’è chi la bici la usa per spostarsi in città ma sono molti quelli che amano il ciclismo sportivo, ben il 21 percento della popolazione, quattro milioni solo in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Ad amare la bici sono per il 71 percento gli uomini, per metà residenti al nord e con un reddito medio alto. Per loro la passione per le due ruote si incrocia con quella per la natura e per la sostenibilità: l’87 percento si impegna a riciclare, il 71 percento vorrebbe ridurre l’utilizzo dell’auto, il 72 percento preferisce che le vacanze includano attività fisica.

Mobilità sostenibile, cura per l’ambiente e sport sono quindi il motore di un settore produttivo che oggi segna il +20% grazie proprio al fenomeno della bicicletta elettrica.

A fotografare il fenomeno è l’ultimo Market Watch di Banca Ifis che, per il secondo anno consecutivo, è premium partner delle Classiche del ciclismo italiano. La banca ha scelto di dare valore alla sponsorizzazione sportiva con un’analisi dettagliata dell’intero ecosistema della bicicletta. Si tratta infatti di una filiera che conta circa 2.900 imprese per diciasettemila addetti e produce ricavi per nove miliardi di euro all’anno.

Stando all’analisi nel biennio 2021-2022 un’industria su due prevede un aumento dei ricavi e solo il 10 percento stima una contrazione. Un segnale di un comparto che cresce sull’onda dell’innovazione e dell’impronta sostenibile. Nel 2020 sono state prodotte in Italia oltre 3 milioni di bici, il 20 percento in più rispetto al 2018. Il PNRR è così l’occasione da non perdere.

 

L’industria delle bici è in trasformazione

Il settore comprende produttori di macchine industriali per la produzione di biciclette (5 percento), produttori di biciclette e componentistica (21 percento) e distributori all’ingrosso, commercianti al dettaglio e noleggiatori (74 percento). Sono aziende che hanno base soprattutto al nord: il 22 percento in Lombardia, il 19 percento in Veneto, il 14 percento in Piemonte, il 10 percento in Emilia-Romagna. E quasi la metà del loro fatturato (633 milioni di euro) va all’estero.

Il 48 percento delle aziende che portano all’estero componenti e prodotti made in Italy hanno sede a nordest; il 52 percento delle vendite sono destinate all’Europa. L’import, soprattutto di componentistica, ha sicuramente un forte peso: oltre la metà dei produttori e grossisti importano materiale dall’estero. E la Cina è il primo fornitore. Su questo fronte, l’industria soffre l’aumento dei prezzi delle materie prime. L’elevata dipendenza dall’estero ha determinato nel 2020 tempi di attesa anche di circa 300 giorni delle forniture di componentistica in Europa. Alluminio, acciaio, ferro e carbonio le materie prime maggiormente importate e che nel 2020 hanno risentito di rincari e reperibilità. Di conseguenza, i produttori europei di componentistica (25 percento la quota di mercato Italia) si sono posti come obiettivo una minore dipendenza dalla fornitura extra-Ue e di triplicare nel 2025 il valore prodotto fino a sei miliardi di euro.

 

 

Il settore punta tutto sull’innovazione

Il 90 percento dei produttori italiani l’anno scorso ha aumentato o lasciato invariata la quota destinata agli investimenti. Digitale, sostenibilità e ricerca sono ai primi posti nei piani di investimento. Nel biennio 2021-2022, il 45 percento degli imprenditori intende ampliare i mercati di riferimento e il 29 percento punterà anche a rinnovare l’offerta. Il mercato è vivace con una forte richiesta di prodotti più economici e più tecnologici.

E poi ci solo le eBike. Negli ultimi cinque anni in Italia si sono quintuplicate le vendite di biciclette elettriche, passando da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020, il 14 percento del totale venduto. Secondo i distributori non cesserà il fenomeno. E per il 90 percento dei produttori l’eBike sarà una rivoluzione duratura della mobilità per la crescente attenzione alla sostenibilità, gli incentivi all’acquisto e all’innovazione che porta modelli sempre più leggeri e performanti, anche per lo sport.

Sostenibilità è la parola chiave per la filiera

Per queste imprese la riduzione dell’impatto ambientale è una priorità (otto su dieci). Il 69 percento dei produttori è impegnato nel riciclo dei rifiuti, il 24 percento si è attivato per ridurre gli scarti di produzione, il 21 percento punta sulla riduzione dei consumi e su opere di efficientamento energetico, il 16 percento sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e il 9 percento è riuscito a ridurre le emissioni e l’utilizzo di inquinanti. Un quarto circa delle aziende si impegna in azioni di economia circolare (quota che sale al 31 percento tra le aziende con più di venti addetti), in particolare in progetti che tengono conto del fine vita dei prodotti esistenti  o di design circolare.

Il cicloturismo piace agli stranieri

La pandemia ha spinto gli italiani a trascorrere i momenti liberi nel proprio paese. Molti hanno scelto la montagna per lo loro vacanze o le città d’arte, tanti hanno scelto la bici ma restano comunque di più gli stranieri i cicloturisti. Secondo Legambiente, quelli che ogni anno scelgono l’Italia per le vacanze, peraltro, spendono complessivamente circa 4,6 miliardi di euro, pari al 5,6 percento dell’intera spesa turistica generata a livello nazionale. Il fenomeno è localizzato soprattutto nel nord Italia che attira molti stranieri (il 62 percento del totale cicloturisti) che generano una spesa pari a 2,9 miliardi di euro l’anno e provengono soprattutto da Germania, Francia e Austria. Nel complesso al cicloturismo sono riconducibili 55 milioni di pernottamenti l’anno sul territorio nazionale. Il Trentino-Alto Adige propone le migliori best practice con un’ampia offerta di percorsi, una rete di trasporti, punti ristoro e servizi dedicati alle due ruote. La regione ottiene in media 338 mila euro di ricavi per chilometro ciclabile.

Il cicloturismo vale venti miliardi

Il comparto, con standard qualitativi alti, potrebbe incamerare, secondo le stime dell’Ufficio studi di Banca Ifis, circa 20 miliardi di euro dai cicloturisti, quadruplicando di fatto i volumi attuali. Uno degli elementi chiave per migliorare l’offerta è il potenziamento della rete viaria dedicata. A oggi, le piste ciclabili presenti nelle 22 principali città italiane si estendono per 2.341 km, cui si aggiungeranno ulteriori 2.626 km di piste già previste nei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, e 58 mila km di ciclovie. Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede fondi per 600 milioni di euro nell’ambito del PNRR destinati alla “mobilità dolce” per la realizzazione di 1.800 km di percorsi ciclabili.

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