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Leadership nelle PMI, il “capo” oggi deve saper motivare e programmare il lavoro
Quanto conta la leadership nella gestione del lavoro in un’azienda? Per una piccola e media impresa su due molto, affinché tutto funzioni nel modo giusto. E che ruolo deve avere un imprenditore, un manager? Il “capo” prima di tutto deve saper motivare.
È quanto emerge dall’ultimo Market Watch PMI di Banca Ifis, realizzato in collaborazione con Format Research e cha ha coinvolto un campione rappresentativo di oltre cinquecento pmi italiane.
Se per più deve della metà delle piccole e medie imprese un leader, prima di tutto, deve proprio saper motivare, per il 45% deve essere in grado di programmare il lavoro e quindi per il 36% dimostrare capacità di problem solving. Empatia e integrità, invece, (entrambe al 12% delle preferenze) e soprattutto visione, caratteristica intrinseca ma individuata solo dal 7% del campione, appaiono oggi quasi secondarie.
Di sicuro la dimensione d’impresa conta quando si tratta di esigenze dei lavoratori e percezione della gestione del lavoro. Per le aziende con più di cinquanta addetti è infatti fondamentale la chiarezza e il livello di delega. Quasi il 90% delle pmi di grandi dimensioni presenta infatti un’organizzazione chiara e definita, ben il 78% delle aziende conta su leader pronti alla delega.
Tra le principali criticità che le aziende, indipendentemente dalla dimensione e dal settore di attività, rilevano sul fronte della gestione invece ci sono: la difficoltà nel motivare i membri del gruppo (19%), la relazione con gli elementi difficili (16%) e la gestione dei conflitti e dei flussi informativi (entrambi al 15%). Seguono poi la mancanza di visione comune, la carenza di impegno, lo scarso gioco di quadra, la difficoltà nel monitorare le prestazioni dei singoli.
Nel pieno dell’emergenza sanitaria invece, la gestione e la motivazione dei team è stata importantissima. Con il primo e più rigido regime di lockdown e il 97% della popolazione aziendale in smart working, Banca Ifis ha messo in campo un percorso formativo originale, “Ifis Restart”, per accompagnare manager e team verso la nuova normalità del lavoro da remoto. Ifis Restart ha previsto sia webinar per la lettura/gestione delle emozioni e delle relazioni, sia trentacinque pillole video, visualizzate da oltre 1.700 dipendenti, per simulare in tono ironico e fresco le situazioni tipiche del lavoro da casa. Nel 2021, il progetto formativo è stato rinnovato con focus sul networking da remoto e al remote engagement. Il lockdown del 2020 ha segnato un momento storico di transizione anche verso nuovi modelli di management: per questo la Banca ha scelto di aderire al progetto collettivo LFactor: un percorso formativo sulla leadership nel suo valore universale, per aiutare i manager di oggi a diventare i nuovi leader di domani. Oggi come in futuro sarà fondamentale coniugare visione critica e ascolto e sarà necessario rispondere rapidamente all’evoluzione delle dinamiche esterne e intercettare le trasformazioni dei bisogni delle persone e del contesto socio-economico.
Anche le piccole e media imprese sono pienamente consapevoli dell’importanza della leadership in azienda per il conseguimento degli obiettivi. Il 32% delle aziende intervistate ha infatti già organizzato o organizzerà corsi ah hoc per gli imprenditori ai vertici, mentre il 23% punta, entro il 2023, sulla formazione della leadership manageriale per migliorare la qualità e l’efficienza dell’ambiente lavorativo. La formazione è la strada primaria percorsa dalla maggior parte delle aziende anche quando si tratta di coltivare in azienda nuove competenze. Il 78% punta sul personale interno, mentre il 22% cerca nuove risorse sul mercato (dato che sale al 35% nella moda).
Per il 47% delle aziende, infine, il peso dell’employee engagement nelle performance aziendali è riconosciuto come molto importante. Le leve utilizzate dalle imprese per migliorare il livello di coinvolgimento dei dipendenti rispetto agli obiettivi aziendali sono un maggiore ascolto delle esigenze dei singoli collaboratori (60%), la promozione del lavoro di squadra (53%), l’implementazione di sistemi premianti (46%). Hanno un ruolo più marginale i benefit come le agevolazioni sui mutui/prestiti (6%) e i piani assicurativi (4%).
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