Finanza

Intesa Sanpaolo vara un plafond da 90 miliardi per le Pmi 4.0

15 Novembre 2016

Favorire l’evoluzione digitale delle Pmi italiane, accelerando il passo di quella che viene riconosciuta come “quarta rivoluzione industriale” è l’obiettivo dell’accordo triennale firmato oggi fra Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria. L’Italia è infatti tornata a crescere ma ancora a tassi inferiori rispetto alla media Ue. Per questo la banca guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina metterà a disposizione un plafond di credito per 90 miliardi di euro per le piccole e medie imprese che desiderano costruire partnership in mercati lontani, contaminarsi con nuove idee, riorganizzarsi in un’ottica di maggiore snellezza ed efficienza.

Cogliere la sfida del digitale e sfruttarne le opportunità richiede, da parte delle Pmi, un intervento a 360 gradi, con investimenti in capitale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione. Accelerare gli investimenti delle imprese, intervenire con una logica sistemica e un orizzonte temporale esteso, sono pertanto le necessità alle quali va incontro il nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria. L’accordo prevede una serie di azioni rivolte all’intero sistema produttivo fondate su quattro pilastri: ecosistemi di imprese e integrazione di business, finanza per la crescita, capitale umano, nuova imprenditorialità.

«Il cambiamento che le aziende stanno affrontando è epocale», afferma Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria. «Per questo crediamo fortemente nel sesto accordo siglato con Intesa Sanpaolo: il nostro obiettivo è avere imprese capaci di affrontare e vincere le sfide del futuro. Collaboreremo, con il supporto delle strutture territoriali, per valorizzare questa intesa e mettere le PMI in condizione di anticipare e prevedere i cambiamenti in atto Bisogna sfruttare al massimo le opportunità previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 e dalla Legge di Bilancio».

«L’accordo con Confindustria ci vede impegnati a sostenere il sistema produttivo italiano forti della nostra capacità di rappresentare l’acceleratore dell’economia reale in Italia – ha commentato Messina –. Da inizio anno a fine settembre abbiamo fornito alle imprese italiane 20 miliardi di credito a medio e lungo termine. Un dato in crescita di circa il 10 % sul 2015 e del 60% circa sul 2014».

Attraverso l’accordo,  Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria metteranno a disposizione un insieme di soluzioni che permetteranno alle Pmi di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ma anche ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie di lavoro, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Intesa sfrutterà anche il suo Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo proprio nel campo dell’innovazione. Proseguirà anche la collaborazione per promuovere la piattaforma digitale Tech- Marketplace al fine di aiutare le imprese nell’esplorazione di soluzioni innovative.

L’accordo punta, inoltre, a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle Pmi per mezzo di un nuovo modello di relazione basato su i fattori qualitativi legati al credito: informazioni economico-finanziarie, settore e posizionamento competitivo, strategie e piani aziendali, capacità innovativa e formazione. Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria promuoveranno però anche iniziative per favorire concretamente la patrimonializzazione delle Pmi, stimolando l’incontro tra imprese e nuovi soci.

Poiché la crescita del Paese e il suo sviluppo sono certamente legati e condizionati dalla formazione delle risorse umane, ed esiste in Italia un problema legato alle competenze, nelle intenzioni dell’accordo vi è anche favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui gli studenti consolidino e arricchiscano le conoscenze apprese sui banchi, sviluppando vere e proprie competenze spendibili nel mondo del lavoro o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese. Uno degli obiettivi dell’intesa è anche quello di supportare le donne imprenditrici nella creazione e nella gestione di aziende di successo, attraverso un percorso di crescita organico che fornisca loro supporto fin dall’avvio e nella gestione della propria attività.

Da queste azioni ci si aspetta un contributo alla crescita italiana, che nel terzo trimestre è salita di appena uno 0,3 per cento. Alla luce di questo dato, Messina ritiene che per l’intero anno ci sia comunque uno spazio per una crescita «più vicina all’1% che allo 0,8% prevista inizialmente», ma bisogna attivarsi subito. «Sono diversi mesi che sto vedendo nei conti dei clienti della nostra banca un forte recupero in questo paese. Noi abbiamo accresciuto il ritmo delle erogazioni di credito a medio-lungo termine alle famiglie e alle Pmi del 25% rispetto all’anno scorso. E questo era un chiaro indicatore che si era in un percorso di crescita possibile».

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