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Giada Lab, il mondo delle piccole emozioni artigianali da toccare
Come stanno vivendo le piccole medie imprese, gli artigiani, le partite iva questo periodo che segue all’emergenza sanitaria? Ma soprattutto, chi sono? E perché dovremmo scegliere loro anziché grandi marchi, spesso tutti uguali, che ci ingolosiscono per via delle mode del momento e magari per prezzi stracciati?
Il Coronavirus ha inevitabilmente indebolito e messo in crisi piccole o anche ben avviate realtà che quotidianamente lavorano con passione per ritagliarsi uno spazio nel mercato. Realtà che fanno ricerca del prodotto, delle materie prime se lo realizzano, che propongono originalità, qualità e cercano di veicolare un concetto, un messaggio, oltre che vendere.
Nella nona puntata del mio piccolo viaggio tra queste bellissime realtà italiane ho intervistato Giada Forconi, fondatrice del Giada Lab. Giada ha 32 anni ed è nata a Treia, un paesino dell’entroterra marchigiano, dove vive e lavora. È una mamma e un’artigiana che crea decorazioni in fimo che applica su oggetti di uso comune. I suoi oggetti del cuore sono i quadri Bi Art che racchiudono sogni, passioni, arte e scultura. Crea anche oggetti personalizzati. “Mi piace sapere che una parte di me sia con voi e faccia parte della vostra vita”, racconta.
Com’è nato il tuo brand?
Sono sempre stata affascinata dal mondo dell’arte, per questo ho scelto di frequentare un istituto artistico con indirizzo in decorazione pittorica. Dopo il diploma ho lavorato per sei anni in un’azienda che produce ceramica, dove ho imparato le varie fasi della produzione di un oggetto. Nel frattempo ho iniziato a coltivare una piccola passione, creare porta foto su tazzine da caffè decorate con fimo e silicone che vendevo nei mercatini artigianali come hobbista. Modellare il fimo mi affascinava sempre di più e nel tempo mi sono cimentata in nuove sfide. Dopo alcuni anni, vedendo una costante crescita, ho deciso di fondare il Giada Lab per trasformare il mio hobby in un lavoro. Inizialmente lavoravo esclusivamente per i negozi della mia provincia, poi nel 2019 ho aperto il mio shop online su Etsy e sono tornata a fare anche market.
Di cosa ti occupati principalmente? Cosa proponi?
Mi occupo di progettare e realizzare decorazioni fatte con il fimo, che applico su vari oggetti: calamite, segnalibri, matite, spille, bicchierini da caffè, mug, biscottiere, porta foto e quadri. I quadri che io chiamo Bi Art sono l’oggetto che più mi rappresenta come percorso di studio e lavorativo, ma soprattutto emotivo, perché dentro ognuno di loro c’è un pezzetto di me. Ho realizzato diverse linee: manichino, Frida, cactus, barchetta di carta, cuore anatomico, cuore sacro e infine le tettine (con questa linea sostengo Le orchidee ets, associazione che supporta le donne che hanno o che hanno avuto il tumore al seno). Inoltre, realizzo anche decorazioni personalizzate su misura con le richieste del cliente che in questo caso amo definire “piccole emozioni da toccare” perché una personalizzazione è una richiesta fatta col cuore.
Quali problematiche hai riscontrato in questo periodo di emergenza sanitaria?
Le problematiche che ho riscontrato con queste emergenza sanitaria sono state diverse. Non sono potuta accedere al nuovo laboratorio che stavo ristrutturando e che dovevo aprire a Pasqua, continuando a pagare ovviamente affitto e utenze. Poi c’è stata la mancata fornitura dei materiali, oltre alle date dei market sospese fino a data da destinarsi. Inoltre, tutti i negozi della mia provincia che rifornivo con i miei prodotti, ovviamente sono stati chiusi. Questa emergenza sanitaria sanitaria penso che abbia toccato tutti nel profondo, anche chi è riuscito a lavorare non credo sia riuscito a vivere bene questo momento per la paura e per un futuro incerto.
Le misure del governo in qualche modo ti sono state d’aiuto?
Non ho usufruito di tutte le misure e agevolazioni che il governo ha messo a disposizione per aiutare i lavoratori indipendenti, imprese ed aziende, perché oltre alla partita iva ho un contratto par-time in un’impresa di famiglia. Però sono riuscita a posticipare i pagamenti di Inps e Inail e non è poco. Credo che lo Stato per alcuni avrebbe potuto fare di più, non tanto per me a per chi sta facendo anche tanta fatica ad adeguarsi e a sostenere le nuove norme di sicurezza sul lavoro.
Quanto contano i social network e il web per una realtà come la tua?
I social e il web per le piccole realtà come la mia sono fondamentali, soprattutto in un momento come questo. Il social che utilizzo maggiormente è Instagram. Credo che se utilizzato bene Instagram possa offrire molto ai brand, ma non è facile, niente piove dal cielo. Ci vuole dedizione e tutto deve essere curato e deve rappresentare al meglio il tuo lavoro. La condivisione è la base della crescita personale e dei social. Seguo continuamente corsi e video di formazione di esperti del settore anche mentre lavoro, per cercare di ottimizzare il tempo. Foto, storie, bio, shop online, tutte deve avere una linea che li collega. Lo shop online, invece, si è rivelato fondamentale, soprattutto adesso. Ho anche un sito internet ma lo utilizzavo solo per i negozi. Un giorno mi piacerebbe dedicargli più tempo e utilizzarlo anche per altro.
Quali iniziative hai intrapreso per far fronte a questo periodo?
La quarantena inizialmente mi ha travolta come un treno e lasciato milioni di domande e preoccupazioni sul futuro del mio lavoro. Ho avuto paura di dover chiudere Giada Lab. Poi però ho reagito e fatto uscire delle novità della linea tettine e la nuova linea cactus. Ho creato degli stampabili da colorare che realizzo una volta al mese per chi mi segue, ho creato challenge di disegno, ho partecipato a Crafters per le Marche (un’asta di beneficenza a favore della Fondazione Ospedali Riuniti di Ancona), ho avuto un mio spazio in “Un caffè con lo smane’t” (racconti dei brand artigianali attraverso Instagram organizzato dai ragazzi del market lo smane’t di Riccione). Inoltre, ho collaborato con Tania, creatrice del brand Capezzolo Collection. Mai come in questo periodo ho sentito il bisogno di lottare per quello in cui credo. Non potevo lasciare andare via così il mio lavoro e devo dire che i risultati sono arrivati e hanno meravigliato anche me. Il lavoro fatto bene ripaga sempre ma la cosa più bella è sicuramente stata conoscere e creare rapporti con persone fantastiche.
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