Pmi
Intesa Sanpaolo: 5 miliardi per le pmi, commissioni a 0 sui POS fino a 15 euro
Intesa Sanpaolo vara un piano di 5 miliardi per iniziative volte a sostenere le piccole e piccolissime imprese dei settori Commercio, Artigianato e piccoli Alberghi – circa 500mila, quelle clienti del Gruppo con fatturato fino a 2,5 milioni di euro – che rappresentano la fascia della nostra imprenditoria più numerosa e più esposta ai rincari dell’energia, delle materie prime e dagli effetti della crisi internazionale. Il rischio per questo segmento di aziende, costituito in prevalenza dalle attività di settore terziario, è la drastica riduzione di ricavi a fronte dell’impennata dei costi. L’intervento si aggiunge ai 30 miliardi già stanziati dalla Banca in favore di PMI e famiglie dall’inizio dell’anno per contrastare il caro energia, parte degli oltre 400 miliardi a supporto del PNRR.
Il piano prevede interventi per la liquidità e finanziamenti garantiti, azzeramento per un anno delle commissioni sui micropagamenti tramite POS in negozio fino a 15 euro, gratuità per un anno del canone dei POS e delle carte di credito commercial, agevolazioni sui prodotti di copertura assicurativa e noleggio di beni strumentali per contenere i costi operativi. Obiettivo: accompagnare le piccole imprese fuori dalla crisi e aiutarle nel rilancio attraverso progetti di digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo dell’attività commerciale.
L’iniziativa, denominata “CresciBusiness”, è stata illustrata oggi a Milano da Intesa Sanpaolo e condivisa con le principali associazioni di categoria dei settori Artigianato, Commercio, Servizi e Turismo, con le quali è stato firmato un protocollo d’intesa.
Alla presentazione “Le piccole imprese nel nuovo scenario economico. Interventi e proposte di Intesa Sanpaolo per artigiani, commercianti e albergatori” hanno partecipato Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo, Anna Roscio, Responsabile Direzione Sales and Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, Patrizia De Luise, Presidente nazionale Confesercenti, Paolo Ferrè, Membro di Giunta Confcommercio, Marco Granelli, Presidente Confartigianato e Maurizio Naro, Membro di Giunta Federalberghi. Le conclusioni sono state affidate a Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.
In Italia le imprese con meno di dieci addetti sono più di 4 milioni, il 95% del totale delle imprese industriali e dei servizi. Il loro peso è molto elevato anche in termini occupazionali: impiegano circa 7,3 milioni di addetti, il 43,8% del totale. E’ la classe dimensionale di maggiore rilevanza in Italia. Nel 2020 hanno registrato un fatturato pari a 658 miliardi di euro (23,5% del totale) e un valore aggiunto che ha sfiorato i 200 miliardi (26,8%). Si tratta di un fenomeno soprattutto italiano e un fattore competitivo cruciale per le filiere attive in Italia. Il ruolo di queste imprese è rilevante in tutti i settori economici italiani, con punte dell’80% nei servizi alla persona (sul totale degli addetti nel settore), del 62% nel turismo e del 55% nel commercio.
E’ buona la capacità delle micro imprese italiane di creare valore, grazie a un ottimo posizionamento in termini di qualità e flessibilità: per queste aziende la quota di valore aggiunto in percentuale del fatturato è pari al 30%; si scende al 23,9% tra le medie imprese italiane (50-249 addetti). La loro propensione a investire è però bassa e pari alla metà della percentuale osservata tra le imprese con almeno 250 addetti (2% del fatturato vs il 4,1%), con ricadute negative sull’attività di innovazione e di digitalizzazione. Da un’indagine interna al gruppo Intesa Sanpaolo emergono le risposte delle imprese più piccole alla crisi energetica: è alta l’attenzione all’efficienza produttiva, ma è ancora basso il ricorso alle rinnovabili. In prospettiva, resteranno prioritari gli interventi su digitale, innovazione e transizione green. Solo così, l’economia italiana e le micro imprese in particolare, superate le criticità attuali, potranno tornare a crescere.
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