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Perché Miss Italia tira fuori il peggio di noi
“Votate per me, perché sono 20 anni che la Toscana non vince il titolo» è stato l’ultimo appello di Rachele prima dell’incoronazione, quando sul palco erano rimaste solo lei e la miss curvy campana Paola Torrente” (Io Donna). “Il nostro bastone della vecchiaia, è bella dentro e fuori», ha garantito la mamma in tivù” (Corriere.it). “Castana, occhi verdi, fisico asciutto, la 21enne toscana conquista il titolo di più bella d’Italia. Seconda, la curvy Paola Torrente, terza la biondissima Silvia Lavarini” (Vanity Fair). “La novità dell’edizione 2016 arriva dal secondo posto di Paola Torrente, la curvy di Miss Italia Keyrà Campania, 22 anni, di Angri (Salerno), che è stata oggetto di una contestazione da parte della madre della pugliese Viviana Vogliacco, da lei eliminata nella sfida a due. Anche la Commissione tecnica non aveva apprezzato l’esclusione di Viviana, mentre il conduttore Francesco Facchinetti e la patron del concorso Patrizia Mirigliani avevano sottolineato l’importanza dell’abolizione di taglie e misure per definire i canoni della bellezza” (Repubblica.it). “Per la signora (la mamma di Viviana Vigliacco) non è giusto che le curvy gareggino con le altre” (TvBlog). “La Curvy Paola Torrente di Angri, nel Salernitano, taglia 46 per un metro e ottanta, espressione di una bellezza italiana libera da vincoli: è arrivata seconda, ma è la vincitrice morale di questa edizione che ricorderemo soprattutto per quelle che non si arrendono” (Corriere.it).
Frammenti di articoli. Frammenti di pensieri su Miss Italia, le partecipanti a Miss Italia, le mamme delle partecipanti a Miss Italia, il conduttore di Miss Italia e la figlia del Patron di Miss Italia. Chiacchiere da e di un’Italietta in costume da bagno, con mammà che difende la bellezza perfetta della figlia battuta dalla curvy (instupidente inglesismo del tutto gratuito per ingentilire le taglie 46/48) e l’anacronismo di questo concorso che è una zattera sempre più alla deriva (in attesa di conferma dello share). Un concorso che andrebbe abolito non solo per l’oscenità estetica che propone (ragazze in fila come maiali prossimi al macello che sfilano con il loro bel numerino) e per il messaggio anacronistico che trasmette alle giovani, ma anche perché costringe i giornalisti a una banalità linguistica da immediata radiazione dall’albo (“biondissima” “occhi magnetici” “fisico asciutto” ecc.).
E intanto continua ad esserci qualcosa di stroardinariamente patetico e voyeuristico, ogni anno, in Miss Italia. Miss Italia con le sue giovani e avvenenti ragazze che si fanno fotografare in costume da bagno, e sfilano e sorridono convinte che sia la bellezza sia la strada principale per accedere senza sforzo – o, meglio, con uno sforzo fatto di palestra, estetista, parrucchiere e naturalmente dieta – a quel mondo di luci e di futuro glitterato che è la moda, il cinema o piuttosto la televisione (che storicamente si rivela tana prediletta per queste giovani fanciulle, spesso senza altre competenze oltre lo sguardo). Gioverebbero statistiche sul destino delle Miss e delle partecipanti. Gioverebbe, in caso di contraria abolizione, un concorso di bellezza maschile all’insegna della parità assoluta: anche di ciò che di più aberrante, nel nome della tradizione, continuiamo gioiosamente a perpetrare.
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