Clima
International Tea Day
Un buon tè mi risolve sempre ogni cosa.
Svariate tazze la mattina mi preparano ad affrontare il mondo, quelle del pomeriggio possono essere una pausa dallo stress, un momento di riflessione o una conversazione tra amici, mentre l’ultima della sera mi rilassa come un massaggio.
Quando sono in viaggio, devo sempre scovare un negozio che mi faccia scoprire nuovi infusi, ma allo stesso tempo non parto mai senza la mia dose privata in valigia: le vacanze o i weekend fuoriporta non avrebbero lo stesso sapore se dovessi svegliarmi con quelle bustine di carta piene di residui di foglie sbriciolate chissà quanto tempo prima.
Del resto, chi non ama il tè o comunque non ne apprezza le meravigliose proprietà, quasi sempre non è mai andato oltre all’acqua del rubinetto scaldata in un bollitore pieno di calcare, dove ha intinto una tea bag qualsiasi, che è un po’ come essersi fermati al Nescafè senza nemmeno aver mai sentito il profumo di un 100% arabica uscito dalla moka…
Sono pienamente consapevole di avere una dipendenza, non sono sicura sia meno costosa di alcool o sigarette, ma di certo non così nociva. 😉
Oggi si celebra il primo International Tea Day, ricorrenza istituita con una risoluzione della Nazioni Unite lo scorso dicembre, per favorire la crescita della domanda in particolare nei Paesi produttori (Cina, India, Kenya, Sri Lanka) dove il consumo procapite è relativamente basso, e sostenere gli sforzi per affrontare il calo della richiesta nei tradizionali Paesi importatori (Russia, USA, UK).
La bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua è di fondamentale importanza per la lotta alla fame e alla povertà oltre che all’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri.
Lo spazio che occupa nella mia dispensa ha un posto di primo piano alla pari con l’armadio delle scarpe 😉
Potrei paragonare il Marco Polo di Mariage Frères al mio paio di stivali preferito, quelli col tacco alto ma comodo, che vanno bene sotto ogni vestito così come con un paio di jeans, che ho già fatto risuolare un paio di volte ma sembrano sempre nuovi. E’ il tè nero più di successo della maison francese, dal sapore fruttato e naturalmente dolce, che è stato declinato anche in verde e in rosso. Io amo il classico, che rende i miei inverni meno lunghi e freddi.
Il Sencha Tenjin di Lupicia è probabilmente il miglior tè verde che abbia bevuto non in Giappone: colore paglierino e gusto tondo, è come un paio di sandali bianchi che nella loro apparente semplicità, slanciano le gambe, alleggeriscono l’estate in città e si intonano al ritmo vacanziero del mare e della brezza salata. Quando potrete tornare a farlo, andate nella boutique di Rue Bonaparte a Parigi: ogni volta per me è come per un bambino entrare in un negozio di caramelle.
Nella lingua afrikans, rooibos è l’arbusto che cresce nella regione del Cederbeg e dall’infuso delle sue foglie essiccate si ricava quello che conosciamo come tè rosso. Bevanda nazionale del Sudafrica, è stata importata in Europa da un colono di origine russa. Non so se questo sudafricano sovietico fosse amico di Pavel Kousmichoff che nel 1867 fondò la Kusmi Tea a San Pietroburgo, o di suo figlio Vyatcheslav che stabilì in Francia le nuove basi dell’azienda di famiglia all’indomani della Rivoluzione…
Quello che so è che il Vanilla Rooibos della LOV Organic, marchio nato da quello che oggi è l’impero Kusmi Tea, non può mai mancare nelle mie scorte ed è l’unico infuso che mi piace bere anche freddo. Insomma è come un paio di sneakers che sono comode e mai fuori contesto mattina, pomeriggio e persino la sera tardi perchè, il tè rosso è completamente privo di teina 😉
Se un paio di classiche decolletè o ballerine, magari di Chanel, sono alla base di ogni guardaroba che si rispetti, il Celebration Blend di Fortum&Mason non passa mai di moda. La descrizione recita:
Just the cup for every hooray-worthy moment, and only the beginning of another perfect teatime.
C’è forse da aggiungere altro?
Last but not least, quel piccolo gioiello che sto sorseggiando proprio ora: il Bai Mu Dan. Conosciuto anche come White Peony, si coglie esclusivamente in primavera e a mano, per non far rompere le cellule che possono far ossidare la foglia. Generalmente ne vengono raccolti solo i germogli, la cui peluria li protegge dall’attacco degli insetti e dagli agenti atmosferici. Fatto essiccare al sole in ceste di bambù, riposerà al buio di una stanza per liberarsi dell’umidità residua prima di diventare il tè bianco che (quasi) tutti conoscono. Io sto sorseggiando il Pointes Blaches di Damman Freres, con un leggero aroma di castagne e fiori…
Un piccolo gioiello che mi fa assaporare vacanze da sogno come i sandali di Zanotti per l’estate 2020…
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