Macroeconomia

Le esternazioni di Casini sui lavori della sua Commissione

3 Novembre 2017

Con l’articolo che segue inizio a collaborare, sui temi del disastro bancario che i risparmiatori stanno pagando carissimo, con Giovanni Schiavon, magistrato in pensione dal prestigioso curriculum, fondatore e presidente della prima associazione (costituita nel febbraio 2015) di piccoli azionisti veneti: l’Associazione Azionisti di Veneto Banca. L’Associazione, dopo mesi di lotte sul piano della trasparenza e dell’eticità, presentò una propria lista di candidati in occasione del rinnovo del CDA, all’assemblea dei soci di Veneto Banca prevista per il 5 maggio 2016. La lista, con altre associazioni minori risultò vincente con ben 12 consiglieri su 14. Schiavon venne eletto vicepresidente di Veneto Banca ed accettò per cercare di capire nel profondo ciò che era successo.

La vicenda della Associazione e quella personale di Schiavon devono essere conosciute perché sono estremamente emblematiche di come in Italia la consorteria consociativa riesca, con la collaborazione di una stampa superficiale e non professionale, a mettere in un angolo chi lotta per difendere i diritti dei piccoli azionisti e dei risparmiatori contro il sistema bancario. Le denunce penali e le cause civili promosse da Schiavon faranno il loro corso, ma il meccanismo va descritto.

Schiavon per la consorteria consociativa che fa e disfa nel sistema bancario italiano, nomina i CDA e li sostituisce a suo piacimento, è pericoloso perché ha una lunghissima esperienza che gli consente di analizzare i guasti del sistema e , ripetiamo, aveva la possibilità  di capire nel profondo ciò che era successo.

In magistratura dal 1968, Dal 2001 al 2005 a Capo dell’Ispettorato del Ministero della Giustizia. Dal 2005 al 2008 Sostituto Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione. Dal 2008 al 2012 Presidente del Tribunale di Treviso

Dal 1989 Docente presso la Cattedra di Diritto Fallimentare della Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie dell’Università di Udine. Autore di decine di pubblicazioni. Membro, con funzioni dirigenti delle Commissioni che hanno portato alla definizione della nuova legge fallimentare

Componente della Commissione Disciplinare della Federazione Ciclistica Italiana e della Commissione Nazionale Antidoping del CONI.

La vittoria in assemblea sembrava l’occasione giusta per cambiare pagina, per tornare ad una gestione fortemente etica, incentrata sulla responsabilità sociale. Invece proprio per questa sfida da lui portata per capire, Schiavon è stato violentemente boffizzato sulla stampa da veline costruite all’interno della banca da chi temeva che si capissero gli avvenimenti che hanno portato al collasso delle Banche Venete.

Collaborando con lui onoro una persona per bene che non si è lasciato intimidire dalle calunnie. “I giorni più cruenti di questa campagna denigratoria –ha dichiarato Schiavon – coincidevano con la presenza, all’interno della Banca, di un ispettore della Banca d’Italia presente nell’Istituto in qualità di CTU della Procura della Repubblica di Roma. Sono ben consapevole di essere un soggetto particolarmente avversato da Bankitalia a causa dei ripetuti attacchi da me fatti alla Vigilanza”.

 

Il primo risultato della nostra collaborazione : Le esternazioni di Casini sui lavori della sua Commissione

 

Per rendersi conto del pressapochismo con il quale la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle banche si accinge ad affrontare l’analisi dei gravissimi problemi ad essa sottoposti, basterebbe leggere le superficiali anticipazioni fatte, in questi giorni, dal presidente Casini sulle cause delle crisi bancarie. Sarebbe emerso un sistema di porte girevoli ed un costante tentativo  “dei vigilati di catturare i vigilanti” (alludendo, probabilmente, ai tanti ex di Bakitalia confluiti in BPVI): circostanza, peraltro, ben nota da tempo. Tutto qui? Occorreva assumere il ruolo di presidente della Commissione di inchiesta per rendersene conto?  E sulla gravità della politica (di vigilanza e di indirizzo) di Bankitalia e di BCE ? E sulle forzature per salvare MPS, sacrificando le Popolari ? E sull’entrata in vigore della riforma delle Popolari? E su tutto il resto?

Non è tanto il modesto contenuto delle sue esternazioni che ci preoccupa, quanto la loro superficialità, il vuoto sensazionalismo ed il fatto che esse sono, comunque, il frutto di suoi autonomi e radicati convincimenti, non formatisi nel contesto collegiale ed attraverso la lettura delle migliaia di documenti, che – com’è pacifico – egli non ha (ancora, si spera) visionato e l’audizione delle centinaia di persone che saranno convocate per essere sentite, secondo il programma reso noto. Ciononostante, il presidente Casini non ha saputo resistere alla tentazione di dire la sua, per accreditarsi un ruolo di censore delle malefatte bancarie; per come lui le ha percepite. Egli sembra aver scoperto l’acqua calda dopo che, da anni, le associazioni dei risparmiatori avevano denunciato questi sistemi. Ed il timore è ora quello di sentir dire che le crisi bancarie sono state generate dalle connivenze che ne sono derivate. E’ certo vero che questo ( ben noto, si ripete ) metodo di reclutamento corrisponde ad una pratica deprecabilissima, al limite dell’immoralità, ma il disastro bancario è riconducibile a ben altre patologie del sistema bancario. E le improvvide anticipazioni di Casini (comunque, frutto di suoi personali convincimenti, non elaborati nel contesto di un dibattito interno alla Commissione) rischiano di offrire un risultato di facciata, giusto per far credere che qualcosa la Commissione ha fatto. Meglio, dunque, sarebbe stato che il presidente Casini avesse parlato solo dopo aver analizzato, a 360 gradi, la complessa problematica. Le responsabilità vanno attribuite solo alla fine dei lavori, anche per evitare disorientamenti di percorso.

E’ assolutamente deprecabile che il presidente di una Commissione Parlamentare (la quale, è bene ricordarlo, ha gli stessi poteri e le stesse connotazioni di un organo terzo, come un collegio giudicante nella magistratura [art. 82 Cost.]) si avventuri in disinvolte e sensazionalistiche anticipazioni,  prima ancora di aver assimilato il complesso materiale informativo sul quale soltanto lo stesso organo deve emetter la propria decisione.

Questo modus operandi la dice lunga sulla credibilità finale della relazione della Commissione e costituisce un ulteriore grave vulnus per le aspettative di giustizia dei risparmiatori truffati.

Un magistrato che si comportasse come il presidente Casini sarebbe messo sulla croce, dopo essere stato cacciato dal suo ruolo.

Ma c’è motivo di credere che il presidente Casini non si dimetterà dall’incarico e ci spiegherà, con il consueto disinvolto uso di aggettivi, di avverbi e di ragionamenti fumosi, che il suo operato è sempre stato improntato alla massima trasparenza, nell’interesse dei cittadini, come al solito.

 

Giovanni Schiavon, con la collaborazione di Giovanni Pastore

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