Macroeconomia
La congiuntura economica tedesca ed europea nell’autunno 2016#1
Da Makroskop – Analisi critica di politica ed economia
[ Traduzione dal tedesco di Michele Paratico ]
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Quasi inosservati dal pubblico tedesco gli indicatori della congiuntura economica tedesca in settembre sono risultati di nuovo molto deboli. Dopo che in questo mese si è largamente celebrato l’andamento positivo dell’indice ifo [che segnala la congiuntura in base alla valutazione soggettiva di un vasto campione di operatori di tutti i settori economici, ndt.], la stampa specializzata non vuole capire che questo non è ancora il punto di svolta.
Si può tuttavia scommettere già adesso, che l’Ufficio Statistico Federale il 15 novembre, alla presentazione dei primi dati del PIL nel terzo trimestre, parlerà di nuovo di una economia tedesca in crescita. E naturalmente i media tedeschi celebreranno ancora questi dati come una nuova prova che il motore dell’economia tedesca sta rombando.
Con la sua stima flash di uno 0,3% di crescita (riferita al trimestre precedente) Eurostat ha prestabilito per l’Eurozona la direzione, prima ancora che i risultati della produzione nel terzo trimestre dei maggiori paesi come la Germania fossero disponibili. Non è importante cosa gli indicatori economici mostrino, la cosa principale è che si possa annunciare una crescita. La Spagna naturalmente sapeva esattamente che il suo PIL nel terzo trimestre è cresciuto dello 0,7% (rispetto al trimestre precedente), poiché il PIL in Spagna cresce invero sempre dello 0,7% o dello 0,8%. Questa è, diciamo, una legge di natura.
In Germania in ogni caso anche in settembre non si riesce a vedere nessun segno di ripresa nei dati che si possono ritenere affidabili (Grafico/Abbildung 1).
Gli ordinativi nell’industria manifatturiera stagnano a livello 110 (con un indice = 100 nel 2010) e questo è il livello che l’indice mantiene dalla bellezza di tre anni (dalla metà del 2013). Ma proprio questo livello era già stato raggiunto nel 2011. E questo sarebbe un Boom?
Particolarmente debole è infine la domanda interna, che riguarda soprattutto i beni di consumo. Ma anche per i beni strumentali si può parlare di ristagno. Se si considera inoltre che nel terzo trimestre di quest’anno le vendite al dettaglio non sono superiori a quelle del primo, si deve constatare che il mercato interno in Germania non lascia intravedere nessun segno di dinamismo.
Anche la domanda estera cresce di poco ma si mantiene comunque ad un livello superiore a quello degli anni precedenti. Se si separasse la domanda europea dal resto della domanda estera (Grafico/Abbildung 2), si vedrebbe come il resto del mondo continua a essere debole mentre gli unici impulsi vengono dai paesi dell’Euro. Una cosa inconcepibile, se le regole del consolidamento dei bilanci pubblici fossero state seguite come il ministro delle finanze tedesco avrebbe voluto.
Anche l’indice ifo, che in settembre era salito significativamente dando ai media tedeschi motivi per festeggiare, non ha portato nessun cambiamento essenziale di questo quadro (Grafico/Abbildung 3). Nonostante un minimo innalzamento anche in ottobre l’indice non mostra nient’altro che gli ordinativi, semplicemente oscilla di più. Anche qui non si può certo parlare di una ripresa. Le oscillazioni che si sono osservate in entrambi gli ultimi due anni sono semplicemente non interpretabili.
Ancora meno affidabili sono altri indicatori, che si appoggiano a sondaggi. Continuamente viene menzionato dalla stampa il cosiddetto indice Markit. Ma questo mostra da anni una solida ripresa in Germania (persino nell’Industria), che non si trova da nessuna parte nei dati concreti.
Giovedì di questa settimana sono stati pubblicati i dati della produzione industriale e del settore edile di settembre. Anche qui lo stesso quadro: la produzione dell’industria manifatturiera (settore edile e industriale insieme) mostra il quadro di una economia in stagnazione da tre anni (qui sotto il grafico originale fornito dalla Bundesbank). Tra l’altro, il settore edile si è mostrato ultimamente ancora più debole di quello industriale.
I valori trimestrali di quest’anno, al netto di effetti stagionali, secondo le statistiche della Banca Federale Tedesca, riportano 110,2 nel primo, 109,7 nel secondo e 109,9 nel terzo trimestre. E questo sarebbe un Boom? L’Ufficio Statistico Federale mostrerà sicuramente il 15 novembre un impressionante numero della crescita del PIL. Dopo che, nel secondo trimestre, a fronte di un calo della produzione dell’industria manifatturiera, sono riusciti a calcolare una crescita dello 0,4% di tutta l’economia, uno 0,2% o uno 0,3% rispetto al trimestre precedente sono da considerarsi un obbligo!
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Da Makroskop – Analisi critica di politica ed economia. Mercoledì 9 Novembre, 2016
[ Traduzione dal tedesco di Michele Paratico ]
Ho ricevuto questo testo in mailing list dall’amico Beppe Vandai, un intellettuale lombardo che vive tra la Germania e la natia Treviglio. Vandai, instancabile lettore e animatore di iniziative culturali sia ad Heidelberg come a Treviglio, si segnala anche per il forum “Risorse” che coordina nella vivace cittadina lombarda e in cui vengono dibattuti temi di cultura economica.
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