Ambiente

Karel Van Miert , il profeta della vera unione europea

4 Ottobre 2016

Karel Van Miert, l’anticipatore della vera osmosi europea, si rivolta nella tomba. Il perchè è presto detto. Cessate le polemiche, TAV e sviluppo programmato dei Trasporti Europei, regolamentazione legislativa ad hoc e limitazione del traffico, urbano ed extraurbano nel contesto territoriale europeo, legislazione urbanistica volta a limitare il traffico su gomma, riduzione dell’inquinamento e sviluppo del Traffico Pubblico Locale, sono ormai lettere morte e sepolte.download

Tra i principali esponenti del Partito Socialista belga, Karel Van Miert, immaturamente scomparso nel 2009, venne indicato nel 1989 dal governo del suo paese come Commissario Europeo del Belgio per i Trasporti, credito e tutela consumatori. Successivamente come Commissario alla concorrenza ( 1993-1999) a lui si deve la tutela degli utenti telefonici, l’avvio della vertenza contro Microsoft e soprattutto della deregulation aerea. Senza Van Miert, non avremmo oggi il low-cost nel trasporto. Per anni, in virtù di queste delicate tematiche, fu considerato”l’uomo più potente d’Europa”.

Karel Van Miert ebbe chiara subito, dall’osservatorio privilegiato di Bruxelles, una visione dell’Europa che cambiava pelle a causa di eventi politici drammaticamente subentranti. Innanzitutto il crollo del muro nel 1989 aveva aperto i mercati dell’ex impero sovietico. Ciò determinava una riapertura delle frontiere e l’immissione sul mercato di domanda crescente che avrebbe potuto favorire enormi spostamenti di capitali verso Mosca e dintorni. La globalizzazione avrebbe potuto inglobare nel ciclo continuo anche il mercato ex-sovietico, estendendo i confini europei ad est ed allargando l’area del consumo. In realtà lo scontro bipolare tra imperi ( sovietico e statunitense) si trasformò da militare in economico in virtù delle enormi risorse immesse sul mercato libero dalla Russia a far tempo dal 1992-93. Il resto lo fece poi il cosidetto “mondo degli affari”, un insieme di affarismo e impossessamento di enormi risorse dell’ex URSS,  un coacervo di fattori, affatto poco trasparenti,  di cui fu, e tuttora è, interprete politico Vladimir Putin. Quindi Russia protagonista del mercato globale e non alla sua mercè.

La politica dei mercati liberi a regole disomogenee interessò già subito Van Miert da Commissario ai Trasporti. Fu lungimirante nell’osservare che il contesto europeo era stretto in una morsa economica e che, lontana ancora l’idea di unità politica, si faceva strada quella monetaria che poi sfociò nel 2002 nell’euro. Ma gli era anche chiaro quanto fosse in evoluzione la trasmutazione dei sistemi macroeconomici da industriali a post-industriali, post-fordisti e connotati da una spinta evolutiva verso il terziario avanzato.

Dunque, come più volte ribadito in questa sede, spostamento di merci materiali ed immateriali sono alla base di un sistema economico chiuso a differenza di quello basato su scambio delle merci reali e prodotte, tipico del sistema industriale di metà secolo XX.

Da tali motivazioni emergeva come essenziale il ruolo dei Trasporti Europei quale sistema più efficace per saldare economie in difficoltà ed a regime variabile e differente. Un sistema elastico per saldare l’Europa, ancora indefinita nel suo profilo economico e per  attutire le spinte monopolistiche e rendere più osmotica la frontiera, o meglio il concetto di frontiera, tra i Paesi Membri.

I trasporti dunque come cerniera e elemento favorevole l’osmosi tra popoli diversi che poi egli riuscì a vedere, prima di morire nel 2009 in modo drammatico, solo nell’unione monetaria con l’avvento dell’euro.

Una concezione alta che faceva dei trasporti una variabile economica indipendente ed essenziale quale volano di sviluppo economico. Capì anche che in questa fase post-industriale, c’era in nuce una sorta di ritorno al mercantilismo d’antan, in altra e riveduta veste, essendo spenta o attutita la spinta industriale in molti paesi europei, Germania eccettuata.

Vide anche che le disparità tra Paesi Membri, emergenti già dopo Maastricht, potevano essere sanate con un giusto equilibrio tra spostamenti compensativi di merci materiali mentre faceva capolino il fenomeno dell’immigrazione crescente, fino a diventare la migrazione attuale di masse. Altra variabile indipendente nel processo di sviluppo europeo. Aveva ben chiaro il Commissario Europeo quanto fosse indispensabile, per un’osmosi tra genti che parlano lingue diverse con tradizioni differenti, la necessità di una coesione indispensabile ancor prima di un’unione monetaria. Lo sviluppo europeo, che passa anche attraverso turismo e integrazione culturale, sarebbe stato reso possibile solo in virtù di una rete efficiente di trasporti cui  tuttora si deve dare una regolamentazione legislativa opportuna che tarda a venire.

Un’intricata rete di fattori inscritti in un panorama europeo complesso tanto da far pensare che fossero più consistenti dette variabili rispetto agli ordinari elementi di fusione e integrazione del vecchio Continente.

Come commissario per i trasporti  a Van Miert fu anche chiara la necessità di approfondire tematiche ecologiche per l’incremento consistente del traffico urbano ed extraurbano di cui in nuce si intravedevano i risvolti negativi sulla qualità non solo dell’aria ma dell’intero contesto sociale territoriale.

Così facilitò l’attività delle compagnie ferroviarie nazionali in altri stati membri ponendo le basi per la creazione di un mercato ferroviario europeo integrato, linee ferroviarie ad alta velocità (TAV) ed alta capacità (TAC) di trasporto merci, introducendo anche parallelamente criteri sul trasporto di merci su strada e l’introduzione di limitatori di velocità su camion e autobus.

La visione a tutto campo di Van Miert (economica, politica e commerciale) lo indusse a tracciare linee e contesti di trasporto non già divisori ma di scambio osmotico nel continente europeo.

Nascono così i Corridoi Europei ( vedi copertina) allo scopo di creare un tessuto di interscambio multifunzionale tra paesi e non solo tra un paese e l’altro.

Quello che poteva intuire  ma che non ha visto concretizzato è stato il ruolo dei paesi ex-sovietici in questo contesto, supportato dai paesi dell’Eurasia, attivamente presenti nel mercato europeo per il trasferimento di greggio e gas. Particolare cronistorico di non poco conto, considerata l’immissione di prodotti energetici sul mercato europeo, il loro impianto para-monopolistico (vedi Gazprom e Rosneft ), l’arrivo di un mercato di truck e bus dal versante orientale che, per sé, giustifica l’adozione di quelle misure sui mezzi pesanti volute da Van Miert.

Insomma un anticipatore di quello che sarebbe stato il contesto europeo, in una geo-politica condizionata dall’ingombrante vicinanza della Russia, dei paesi economicamente a lei satelliti ((Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, i 5 stan) e dalla questione nord-irakena.

Un volto europeo che cambiava il suo stesso mercato con il consumatore-utente in balia dei monopoli, degli oligarchi e delle Holding mondiali. Così il suo passaggio dall’azione di governo europeo sui Trasporti di merci materiali ed immateriali alla Concorrenza fu il naturale sviluppo di una visione politica ed europea efficacemente unitaria, troppo presto archiviata.

Van Miert ci ha lasciato troppo presto, deceduto nel 2009 per contro-contrappasso cadendo da una scala nel suo giardino, e non  ha potuto verificare che quanto da lui paventato si stia drammaticamente realizzando nell’Europa più scompaginata che si potesse immaginare.

( dalla Bozza di Rapporto Europeo su Economia e Trasporti  e dal Capitolo II del Volume ” Long Term Driving”. a cura dell’European Research Group on Automotive Medicine)

 

 

European Research Group on Automotive Medicine, ERGAM Ed., a cura di A. Ferrara, Long Term Driving, Cap. II, in press

European Railway Award 2007: Europe’s rail sector honours key players, Unife, 17 ottobre 2007. URL consultato il 13 novembre 2011.

Ferrara A. virgin oil,le insostenibili condotte dell’Eurasia, Cavinato ed., 2016

Karel Van Miert, The Telegraph, 5 agosto 2009. URL consultato il 13 novembre 2011.

 

 

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