Macroeconomia
GRAZIE VAROUFAKIS, cadono le maschere
In Italia (e in Europa) si prepara una crisi di liquidità e poi economica generata dal diffondersi del virus.
Crisi che in assenza di misure serie (quelle finora annunciate sono pannicelli caldi) alla fine si scaricherà su PMI, Partite IVA, lavoratori dipendenti dei settori più fragili, com’è già successo nel 2008-2012.
In questo contesto, l’ex ministro greco Varoufakis pubblica online le registrazioni del 2015 dell’Eurogruppo, sul tentativo della Grecia di ottenere condizioni meno da macelleria sociale.
Per la prima volta viene svelato il contenuto di alcuni incontri, sempre coperti dal segreto di Stato. Ciò che viene detto in questi incontri rappresenta bene la trama degli interessi che l’Eurogruppo difende.
Va chiarita innanzitutto la storia degli “aiuti finanziari” alla Grecia, e, quindi, come si arriva a quegli incontri.
Le istituzioni europee avevamo fatto un primo programma di aiuti nel 2010 per 110 miliardi.
Nel 2012 ne fecero un secondo per 130 miliardi.
Questa ingente massa di denaro era stata utilizzata quasi esclusivamente per ricapitalizzare le banche greche e, dalle stesse banche greche, utilizzata per rimborsare i prestiti contratti con le banche francesi e tedesche, salvandole dal default.
Dopo anni di crisi e austerità, nel 2015 il governo Greco, rappresentato a livello economico da Varoufakis, cercava di negoziare le condizioni per accedere a nuovi prestiti europei, senza aggravare il massacro sociale in corso nel paese.
Le banche europee, oltre agli ingenti prestiti, di cui erano rientrate con i primi due “programmi di aiuti”, avevano fatto negli anni 2000 una massa ingente di mutui e di prestiti alle famiglie e alle aziende greche. Nella crisi economica e di liquidità iniziata nel 2009, le rate di questi mutui e prestiti erano pagate con difficoltà e le banche premevano per esecuzioni immobiliari di massa, svendita degli immobili e possibilità di recuperare quel poco che si potesse recuperare.
Varoufakis cercava di limitare l’impatto sulla popolazione greca delle richieste della Troika economica (1) che, secondo quanto riportato nel sito del Parlamento europeo, rappresentava l’insieme dei creditori ufficiali durante le negoziazioni con i paesi:
avanzo primario di bilancio pari al 3,5% del Pil,
riforme del mercato del lavoro,
riforme dei servizi pubblici,
riforme del mercato interno,
taglio delle pensioni,
inasprimento delle tasse.
Sono molto interessanti le registrazioni di Varoufakis, perché danno una visione precisa di come funziona nella realtà il rapporto politico fra gli stati.
Sono disponibili on-line e ognuno potrà ascoltarle.
E’ però opportuno rilevare il rapporto determinante fra istituzioni europee, che apparentemente difendono gli interessi di tutti gli strati sociali, banche ed esecuzioni immobiliari. Cadono molte maschere di terzietà e i veri interessi vengono a galla.
In un contesto di grande difficoltà sociale il governo greco, per alleviare le sofferenze della popolazione impoverita e indebitata, cercò di attuare una moratoria sulle aste immobiliari, anche per evitare le svendite e il calo di valore generale della proprietà immobiliare, che poi si verificò in Grecia, come sta avvenendo in Italia.
Ecco dalle registrazioni di Varoufakis le reazioni di alcuni personaggi politici ed economici importanti, tra cui quelle di un personaggio spesso santificato nella politica italiana.
Pierre Moscovici (Eurogruppo del 24 aprile a Riga) «abbiamo visto poca ambizione, in alcune riforme chiave come quella del mercato del lavoro, delle pensioni, o la moratoria sulle aste immobiliari»
Mario Draghi, presidente della Bce (Eurogruppo del 24 febbraio) si preoccupava «che il governo greco non facesse marcia indietro sulle riforme promesse» e «non introducesse alcuna nuova moratoria sulle aste delle abitazioni”
Klaus Regling, capo del Meccanismo europeo di stabilità, il famigerato MES (Eurogruppo del 24 aprile a Riga), getta la maschera e respinge le proposte greche sostenendo che «esse vanno a favore delle famiglie indebitate e delle imprese, ma a noi interessa rafforzare le banche».
L’obiettivo comune era quello di accelerare le esecuzioni immobiliari per aiutare il recupero dei crediti da parte delle banche.
Teniamolo ben presente adesso che si prepara un’altra ondata di UTP e NPL, che sfoceranno in altre esecuzioni immobiliari.
Sviluppiamo i fondi salva casa come una legge, unica in Europa, ci permette.
P.S. Preciso che non sono sostenitore né tantomeno elettore dell’ex ministro
(1) la “troika” si è occupata dei piani di salvataggio dei paesi all’interno della zona euro il cui debito pubblico è in crisi, per scongiurare il rischio di insolvenza sovrana, concedendo prestiti ed esigendo in cambio l’istituzione di politiche di austerità. La troika è costituita da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale. Dal marzo 2015 si designa con il termine Brussels Group le cinque parti coinvolte nella trattativa riguardante la crisi economica della Grecia: oltre alla troika, ne fa parte il Meccanismo europeo di stabilità e il governo della Grecia.
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