Governo
Vero Renzi, diminuisce la disoccupazione anche perché aumentano gli inattivi
Una gran festa. L’1 settembre è iniziato all’insegna della rinascita economica dell’Italia. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha addirittura pubblicato un video per celebrare i risultati. I dati sulla disoccupazione diffusi dall’Istat hanno scatenato gli entusiasmi del governo. Eppure nei numeri non sembra esserci alcun miracolo italiano. Per carità, sarebbe bellissimo se la tendenza fosse confermata. Perché, a scanso di equivoci, un miglioramento c’è stato. Ma allo stato attuale qualsiasi entusiasmo, andato in onda sugli schermi mediatici, desta più di qualche perplessità.
Cresce il pil, crescono gli occupati, meno disoccupazione. Le riforme servono #italiariparte #lavoltabuona https://t.co/k0gMgcmOHw
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 1 Settembre 2015
Il primo aspetto che balza agli occhi a luglio, ovviamente, è l’aumento degli occupati, da 22 milioni 435mila a 22 milioni 479mila (+34mila) e la diminuzione dei disoccupati addirittura di 143mila unità, sebbene la soglia sia in termini assoluti sopra i 3 milioni (esattamente 3 milioni 74mila). Dunque, cosa dire dinanzi a questi cifre? Di sicuro bisogna essere contenti, pur senza eccessi. C’è infatti un dato che è stato ignorato in maniera quasi scientifica: l’aumento a luglio degli inattivi, ossia quelle persone che non lavorano e che non sono alla ricerca di occupazione. L’incremento è pari a 99mila unità, che riporta il la cifra assoluta degli inattivi di nuovo al di sopra dei 14 milioni, invertendo la tendenza di flessione avviata da gennaio 2015, con la buona notizia che gli over 50 sono tornati a interessarsi al mondo del lavoro. La diminuzione dei disoccupati, insomma, è legata anche alla crescita di quelle persone che nemmeno si mettono alla ricerca di un lavoro. Molto probabilmente per scoramento.
E non solo. C’è anche un altro fattore da tener presente: il tasso di disoccupazione del secondo trimestre 2015 è in crescita al 12,4% (+0,1) rispetto al primo trimestre. L’inversione di rotta rilanciata in pompa magna attiene quindi solo al mese luglio. Francesco Seghezzi, ricercatore di Adapt, ha rilevato inoltre che nel secondo trimestre c’è stata “bassa crescita dei contratti a tempo indeterminato (+0,7%) rispetto a quelli a termine (+3,3%)”. Quindi non ci meraviglieremmo se il dato risultasse influenzato da fattori ‘stagionali’ come quelli legati al turismo che, per ammissione del premier, è andato molto bene. Anche gli analisti di Intesa Sanpaolo, pur evidenziando gli aspetti positivi, hanno messi in guardia sulla “volatilità su base mensile”.
In sintesi: i dati dell’Istat sono stati salutati con fuochi pirotecnici. «Per chi è abituato a pensare alla cifre, questi sono soltanto dei numerini. In realtà sono molto di più, sono donne del sud che finalmente trovano una occupazione, lavorano. Sono 50enni che tornano ad avere una chance grazie al Jobs Act. È l’idea che il Paese si rimette in moto», ha scandito Matteo Renzi nel suo video. E pensandola in questo senso, bisogna anche ricordare gli inattivi, quelle 99mila persone che nemmeno pensano di poter trovare una disoccupazione, che si uniscono a quei 3 milioni di italiani che non trovano un lavoro. Senza dimenticare quelli che, terminata la stagione estiva, potrebbero tornare – spero di sbagliarmi – punto e daccapo.
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