Lavoro
Un dipendente su sei non viene pagato per il lavoro straordinario
A rivelarlo è la ricerca Inapp “Plus” (Participation, Labour, Unemployment Survey) su un campione di 45.000 persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni
Stando ai dati che emergerebbero da una ricerca condotta dall’ Inapp,“Plus“(Participation, Labour, Unemployment Survey), su un campione di lavoratori di età compresa tra i 18 e i 74 anni, un dipendente su sei (ossia il 15,9%) effettuerebbe straordinario senza retribuzione. Una evidenza davvero preoccupante, considerato che riguarderebbe oltre la metà degli occupati presi in esame, circa il 60%, per la maggioranza di sesso maschile ( il 64,7% a fronte del 54,1% di sesso femminile).
Le ragioni di questa mortificazione lavorativa, risiederebbero nella carenza di personale o nell’eccessiva mole di prestazioni da eseguire. Mentre, più nello specifico, il 18,4%, degli interessati avrebbe dichiarato di avere esigenze economiche particolari a giustificazione di quanto svolto, senza equo compenso. Ancora, l’8,1%, sarebbe impossibilitato a rifiutare.
L’indagine condotta dall’ Inapp e conclusasi lo scorso 2022, vedrà il deposito del Report definitivo, prossimamente, proprio nella sede dello stesso Istituto.
Una fotografia impietosa se si pensa che, in realtà, molti di questi lavoratori espleterebbero le loro mansioni dipendenti, in orari notturni, o festivi.
“Spesso la domanda di lavoro richiede disponibilità che confliggono con le esigenze di vita. È vero che per alcuni settori economici, come il commercio o la sanità, e per alcune professioni, come quelle dei servizi, il lavoro notturno o nei festivi è connaturato alla natura della prestazione, ma è anche vero che questa modalità sembra diffondersi anche dove non è strettamente necessaria. È urgente avviare una seria riflessione sull’organizzazione e articolazione del tempo di lavoro, ma anche sulla sua quantità e distribuzione“, ha commentato Sebastiano Fadda, presidente dell’ Inapp.
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