Lavoro

I Siciliani? Sono rimasti a quando si giocava a guardia e ladri

8 Aprile 2018

Confondono la giustizia con la furbizia e sono coerenti nella cultura del malaffare e dell’imbroglio. Non tutti naturalmente, ma se si vuole sopravvivere è necessario adattarsi. Tutto questo genera eccellenze che sarebbe utile scovare alle quali dare spazio per potersi esprimere. Ci guadagnerebbero tutti, con meno eroi e più cittadini consapevoli che una terra speciale come la Sicilia può diventare normale ed in quanto tale capace di innescare un processo virtuoso di sviluppo.

Per un osservatore esterno, si resta ogni volta sorpresi da cosa una mente possa escogitare per campare, senza avere percezione alcuna nel pensare che il proprio territorio potrebbe dare il meglio del mondo, solo se ci fossero le idee un poco più chiare su chi sei, cosa fai e dove vorresti andare.

Nel contempo, visto che c’è una legge che facilita nei permessi chi ha congiunti e parenti indigenti, chi non ce l’ha che fa? Semplice! Si fa adottare. Va in giro per ospedali, tanto non ha niente daffare, adocchia qualche vecchierello malandato nelle sale di aspetto e lì scatta la proposta. La Regione concede agevolazioni a chi ha un parente male in arnese, io sono frustrato nella mia professione, mettiamoci insieme e facciamo lo Smart affare così non solo ci guadagniamo con una prestazione del congedo straordinario per la durata massima complessiva, nell’arco della vita lavorativa di due anni, ma perché no! Progettiamo pure una applicazione sulle modalità d’uso chiedendo di finanziarci pure quella. È una battuta, ma consentiteci di ricamarci sopra come potrebbe farsi per un quadro di grande valore.

È mai possibile che su 13.000 dipendenti ci siano 2.350 che usufruiscono della legge 104 per l’assistenza ai propri congiunti, come ha dichiarato il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci? È possibilissimo! Questa costituisce la classe imprenditoriale siciliana, non tutta naturalmente, che anziché andare sul mercato va direttamente allo Stato senza quelle inutili mediazioni, leggi complicate per creare occupazione e nuove idee, per baipassare tutto quanto ed evitando perdite di tempo. Questa si che è creatività.

Non passa giorno che si parli della Sicilia in termini negativi e questo è inaccettabile per ogni italiano figuriamoci per l’orgoglio siciliano, ma più passano gli anni ed il fenomeno anziché affievolirsi si acuisce sempre più. Quella di farsi adottare da un vecchietto per aver diritto a dei permessi, penso che sia una storia, se corrisponde al vero, da come si evince dalle dichiarazioni del Governatore, che supera tutto il repertorio di Totò.

Una terra fortunata, ma alle prese ogni giorno come quella sopra raccontata che vorrei fosse smentita, nel sentirci dire ci siamo sbagliati. La legge 104 è sacrosanta e va applicata con serietà ed ampliata se occorre, per la forte valenza sociale che comporta, per cui caro Governatore ci rassicuri dicendoci che così in verità non è.

E tanto che ci siamo, cari cittadini siciliani, visto che spesso si sente dire che la colpa è di Garibaldi o dei piemontesi, provate voi stessi a darvi una regolata. C’è un dibattito acceso per la spazzatura. Certamente non solo da voi, ma la Sicilia è unica per cui nel mondo se ne parla. Ero a Singapore e parlando dell’Italia all’Università, un collega giornalista mi ha ricordato della Sicilia e di quella spazzatura che pare non ci sia verso di smaltirla.

Ovvero, è utile ricordare che in natura non esistono rifiuti per cui se il nostro “progresso” li prevede è necessario pensare ad un processo di smaltimento che esiste da tempo nei Paesi normali per cui non ci resta che copiare. Riciclare quello che si può utilizzare. Negli anni ‘50 i ragazzini andavano tutti per ferro, rame, stracci, carta e bottiglie per ricavarci denaro vendendolo agli straccivendoli. Si tratta di fare la stessa cosa in maniera industriale. Ne vengo dalla Svezia ed ho visto che da tempo ci fanno un business mica male. Più spazzatura hanno e più ci guadagnano, per cui la importano da quei Paesi come il nostro che sono dei pasticcioni.

Ma se non si può ricuperare cosa si può fare? Ci sono dei sistemi che utilizzano l’inutilizzabile per ricavarci tante cose come i fertilizzanti di alta qualità. Ricordo a Lione due impianti di tal genere proprio nel centro della città con tecnici in cappa bianca e del materiale insaccato per essere venduto, tutto perfettamente automatizzato.

In un certo periodo ho visto negli Stati Uniti mangiare la spazzatura dai lombrichi, i cui escrementi venivano venduti come il miglior fertilizzante. Come vedete con una creatività come la vostra è quanto di meglio possa esserci nel mondo come risorsa, per fare della vostra terra una Regione fra le più virtuose.

A proposito della quale ….
Preso dalle mie reminiscenze di giovane apprendista economista: supponiamo un appezzamento di terreno rettangolare diviso per quattro dove ognuno ci va a lavorare. Diciamo con un impiego ottimale per quattro persone. E se invece di una persona per ogni pozione di terreno ne mettiamo due? In totale otto? Ci può stare, si fatica un po’ meno ma si ripartiscono le risorse. Se al contrario ne mettiamo 3 e poi 4 e poi 5 ….. cosa accade? Tante persone, ma nessuna produzione perché sono in tanti impiegati che non essendoci spazio non riescono più a ricavarci nulla da quel terreno. Non è che nei vostri uffici vi siete incartati? Mi sono accorto di tante cose che sarebbe curioso raccontare.

Dopo l’insediamento del vostro Governatore Musumeci di cui tutti ne hanno parlato bene, per non bruciarsi come hanno fatto gli altri, perché a voi io ci tengo, mi sono permesso di scrivere una lettera aperta che è stata pubblicata su un giornale locale il cui articolo vi ripropongo.

Mauro Parilli: Messina al centro! Progetti, proposte e idee per lo sviluppo

Vi ho lanciato molti messaggi positivi, ora devo concludere il mio articolo su di voi a cui ne seguiranno altri. Fateci sognare, fateci scrivere cose belle e rare su quella cultura del malaffare che vi sottrae spazio a quanto c’è di più bello e reale, non solo nel vostro territorio certamente unico, ma nella capacità e nell’orgoglio e voglia di cambiare della vostra gente. Saremo in molti a darvi una mano.

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