Lavoro

La scuola lavoro funziona davvero? A Malpensa e Linate sembra proprio di sì

30 Giugno 2017

Giovani, brillanti e multilingue. Ci sono loro al punto informazioni dell’aeroporto di Milano Malpensa, i ragazzi del progetto di alternanza scuola-lavoro “Un Banco in Aeroporto”, che, muniti di jeans e pettorina SEA ma soprattutto di entusiasmo, sono pronti ad offrire un supporto ai passeggeri che lì transitano numerosi ogni giorno.
Nel mese di giugno, infatti, affiancati dallo staff di Customer Care SEA, una trentina di studenti provenienti da quattro licei delle province di Milano, Novara e Varese, hanno sperimentato sul campo le logiche e i servizi orientati alla customer experience in aeroporto, sia a Malpensa che a Linate. Alcuni ragazzi, sette per ogni quarta classe scelta nelle scuole selezionate, (un Liceo Linguistico di Milano, un Liceo Classico di Busto Arsizio, un Liceo Scientifico di Novara, un Liceo Scientifico di Sesto Calende), hanno affiancato i lavoratori del desk info e supportato i colleghi di Customer Care nella somministrazione di questionari di monitoraggio della soddisfazione del passeggero, ma anche contribuito come facilitatori presso le Family Lane (percorsi in aeroporto dedicati alle famiglie con bambini).

«Da alcuni anni abbiamo deciso di prendere in carico il bisogno dei nostri colleghi di creare opportunità per i loro figli – racconta Barbara Spangaro, responsabile Gestione hr staff, sviluppo e welfare per SEA – Abbiamo un’età media dei colleghi di 49 anni e il numero di bambini piccoli è diminuito, quindi ci siamo immaginati una risposta da dare ai colleghi che hanno figli adolescenti. Così, abbiamo istituito un’iniziativa di Welfare, il Laboratorio del Futuro, per i ragazzi che frequentano dalla prima media all’università. Ad esempio, organizziamo corsi pomeridiani sul metodo di studio “Impara a studiare”, offriamo programmi di orientamento professionale, costruiamo una serie di iniziative per aiutare i colleghi a creare opportunità per i figli».

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il progetto di alternanza scuola lavoro “Un Banco in Aeroporto”, all’interno di una serie di iniziative aziendali di welfare pensate non solo più per bambini piccoli o neonati. Sea, ha scelto i licei, che di solito sono meno abituati a relazionarsi con le aziende rispetto agli istituti tecnici in cui lo stage è previsto da sempre, e ha domandato direttamente ai dipendenti che hanno figli che frequentavano una quarta classe in quelle scuole di andare dai loro presidi, con opuscolo dedicato in mano, a presentare l’iniziativa.

«I presidi per una volta si sono trovati ad avere una soluzione e non un problema da risolvere – continua la responsabile -. Eravamo pronti ad ospitare quattro classi, ma abbiamo ricevuto più candidature e sulla base di criteri trasparenti e specifici, come per esempio il fatto che si trattasse di licei pubblici, abbiamo comunicato la selezione, ma ogni anno faremo una rotazione delle scuole. Quest’anno ci siamo trovati di fronte quattro classi composte da circa trenta studenti ciascuna; uno è figlio di un nostro collega. Per ognuna di queste quarte, sette ragazzi hanno svolto l’esperienza nel mese di giugno in aeroporto. Ma abbiamo fatto un passo in più, abbiamo adottato le intere classi, offrendo loro crediti per la scuola lavoro ma anche momenti veri di formazione».

Circa 120 studenti, così, seppur poi non tutti selezionati per lo “stage” a Malpensa e Linate, hanno avuto la possibilità di seguire due laboratori, uno direttamente nelle aule, in cui Sea ha cercato di insegnare loro come presentarsi alle aziende, cercando di trasmettergli che dietro ad ogni lavoro ci sono molte competenze sviluppabili anche attraverso esperienze simili alla scuola lavoro, e l’altro invece concentrato sul racconto dell’aeroporto, cioè su quanto e come l’esperienza del passeggero sia importante per il business sperimentando vere iniziative di comunicazione e marketing. Quest’ultimo si è svolto proprio negli scali di Linate e Malpensa; i giovani hanno realizzato uno spot radiofonico per promuovere i servizi dell’aeroporto e in seguito hanno costruito una storia Instagram sulla narrazione dell’aeroporto vissuto dai passeggeri. Insieme al personale di Customer Care di SEA – gli studenti hanno lavorato su un progetto che prevedeva la scelta dei servizi che secondo loro gli aeroporti devono avere per soddisfare le esigenze dei passeggeri. L’azienda ha avuto così anche un ritorno importante dai giovani dal punto di vista della customer experience, che hanno peraltro portato, soprattutto quelli selezionati per lo stage durato tre settimane, nei giorni di permanenza negli aeroporti, grande entusiasmo, influenzando positivamente anche il lavoro di tutti quei lavoratori che vivono da anni Malpensa e Linate quotidianamente.

«Per me è stata molto bella questa esperienza soprattutto dal punto di vista operativo, – ci racconta Lisa, studentessa del Liceo Scientifico Dalla Chiesa di Sesto Calende, con in mano la cartelletta contenente i sondaggi da somministrare ai passeggeri -. Mi sono piaciute le attività a stretto contatto con i passeggeri, non solo la formazione seguita prima. Dare una mano concretamente a chi ne ha bisogno è stato bello. Una volta all’infopoint ho aiutato una famiglia molto in ansia perché credeva di essere in ritardo per il volo, avergli migliorato la giornata mi ha resa felice. A volte il passeggero in quanto tale non vede certi aspetti dell’aeroporto, che invece noi abbiamo avuto modo di vivere. C’è molto lavoro per mandare avanti il sistema aeroportuale. E questa esperienza ha formato la mia persona, al di là dell’aspetto legato al percorso di studi».

L’operatività di questo progetto, oltre alla fiducia accordata dal personale Sea ai ragazzi che si sono sentiti parte di un grande famiglia, sembra essere l’aspetto che è stato da loro più apprezzato. Lorenzo, figlio di un dipendente del Gruppo e studente del Liceo Scientifico Antonelli di Novara, oggi sorridente è dietro al banco dell’infopoint, con pettorina e badge ben in vista e non è alla sua prima esperienza di alternanza scuola – lavoro. «Questa è stata la migliore, – ci racconta – quella che è durata più a lungo, e in cui soprattutto non ho fatto fotocopie o solo lavoro di ufficio. Non lo dico per essere ruffiano, ma perché ho davvero spaziato su più ambiti, dai servizi all’infopoint, al Family Lane. Il rapporto col passeggero è stato interessante e pieno di soddisfazioni, e chi mi seguiva mi lasciava spazio, mi lasciava sperimentare il lavoro. Non c’è qualcosa che cambierei di queste tre settimane vissute qui».

L’intero percorso si concluderà definitivamente a giorni con l’elaborazione e la presentazione di una relazione in plenaria delle ricerche dei quattro gruppi di studenti; sarà un prezioso momento in cui i ragazzi potranno confrontarsi tra loro su questa esperienza che in ogni caso si ha la sensazione che non dimenticheranno.

*contenuto sponsorizzato

 

 

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