Lavoro
Posta certificata sospesa ma l’Inps non lo sa
Questa è una storia italiana di burocrazia che mi ha fatto incazzare di brutto oltre ad avermi fatto perdere mezza giornata. Ho perso il pin per accedere ai servizi Inps. Ho chiesto al sistema di rimandarmelo fornendo le mie credenziali. Mi hanno chiesto l’email di Gmail, il numero di cellulare e l’indirizzo della posta certificata. Operazione conclusa correttamente: “La richiesta di revoca del PIN è stata accettata”, scrivono. “Le arriverà a momenti una email, al suo indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), con le istruzioni per il completamento della procedura”.
Apro Outlook per accedere alla mia casella Pec e… sorpresa. La Pec è sospesa dal 18 settembre! In altre parole la email della pubblica amministrazione (era già una chiavica burocratica prima) è stata chiusa e l’Inps non lo sa. Tant’è vero che continua a mandare le sue comunicazioni con questo canale. Una rabbia estrema mi pervade. Chiamo il primo centralino dell’Inps. Mi risponde una voce automatica e intanto mi spillano euro su euro per la chiamata al numero speciale 06164164. La voce registrata mi chiede di specificare il motivo della mia chiamata (sì, ho parlato con un’impiegata virtuale). “Ho perso il pin”, dico. “Non ho capito”, risponde la voce. Vabbè, a quel punto mi girano le palle. Poi mi sento pure stupida. Chiudo il telefono. Mani nei capelli. Sono senza pin, incastrata. Costretta a dovermi recare all’Inps di persona. Avrei preferito mi avessero messa un giorno ai lavori forzati. Ma tant’è. Ne approfitterò per comunicargli la novità: la Pec non esiste più, sveglia burocrazia!
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