Benessere

L’ONU chiede all’Italia di frenare inquinamento ed infortuni sul lavoro

6 Ottobre 2022
L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite parla di un tasso insostenibile e preoccupante di inquinamento ambientale, sfruttamento ed infortuni sul lavoro. L’appello al Governo italiano è di intervenire con celerità per invertire la rotta

 

 

 

 

In un dossier lungo 21 pagine che sarà pubblicato a breve, l’ONU riporta una serie di dati inquietanti riguardo il tasso di sfruttamento sul lavoro, in particolar modo verso coloro che provengono dall’India o dall’Africa subsahariana, che si stabiliscono  nel territorio italiano. Vi sarebbero, infatti, numerose lacune nel godimento dei diritti fondamentali dei lavoratori, così come per esempio in provincia di Prato, rispetto all’ingente numero di persone proveniente dalla Cina.

Ancora, lo stesso rapporto a firma delle Nazioni Unite fotografa un’altra situazione davvero allarmante in termini di inquinamento ambientale, specialmente nell’avellinese, in cui imperversano ancora grosse quantità di amianto, ed a Taranto. La città dei due mari, appunto, continua ad essere alle prese con tutte le tragiche conseguenze che comporta avere in loco, la più grande acciaieria d’Europa. Oppure, i pericoli a livello sanitario e sociale che si vivono in Val d’Agri, a causa dell’ENI.

 

Sostanzialmente, gli incaricati del gruppo di lavoro ONU, nel suddetto report d’inchiesta, denuncerebbero come insufficienti gli interventi istituzionali posti in essere dal Governo italiano fino ad ora, mancando in una larga percentuale di casi,  la possibilità per i lavoratori, di usufruire dei diritti essenziali di sicurezza e retribuzione.

Diviene superfluo, quindi, alla luce delle richieste accorate che gli stessi delegati delle Nazioni Unite, rivolgono ai vertici politici del nostro Paese, sottolineare che per Giorgia Meloni, e per il Governo che sta per nascere, questo richiamo sia impossibile da eludere, approntando soluzioni rapide ed incisive per invertire una senso di marcia assai nefasto.

 

 

 

 

Caporalato nel settore agricolo ed alimentare, nell’industria tessile, della moda e della logistica. Queste sono solo alcune criticità denunciate dall’ONU in materia di sicurezza ed infortuni sul lavoro in Italia

 

 

Con sconcerto ed incredulità  i relatori e le relatrici delle Nazioni Unite, nella loro inchiesta confluita nel dossier di ottobre 2021, a seguito di una permanenza di dieci giorni nel nostro Paese, hanno stilato una serie di criticità che rivestono il carattere dell’urgenza, in materia di sicurezza ed infortuni sul lavoro, ma anche di sfruttamento della manodopera, configurato giuridicamente con il reato di Caporalato, perseguito ai sensi dell‘art. 603 -bis c.p. .

Occorre trovare un’ alternativa efficace alle assunzioni illegali, ai ricatti, alle estorsioni per ottenere permessi di soggiorno per gli immigrati, evitare che si stabiliscano in baraccopoli o altri ambienti pericolosi per la salute di tutti o vengano sfruttati per ore ed ore sotto il sole rovente, inalando sostanze tossiche, per poter guadagnare paghe misere e prive di riconoscimenti previdenziali ed assistenziali minimi.

Inoltre, sempre secondo l’approfondita analisi condotta dagli esperti ONU, anche il settore della moda, del tessile e della logistica, producendo fatturati spropositati annui, opera squallidamente nel campo dello sfruttamento della manodopera, lucrando al pari del comparto agro-alimentare. Mietendo tante, troppe vittime, di infortuni gravi o decessi sul lavoro. Oltre ad impattare in maniera estremamente considerevole sull’inquinamento ambientale, a causa dell’ingente impiego di sostanze nocive.

Pur godendo di un corposo apparato sindacale, come elogiano gli esperti delle Nazioni Unite, nel loro report, l’appello alle Istituzioni italiane, è quello di correre immediatamente ai ripari, intervenendo con pacchetti normativi pensati ad hoc per tutelare i diritti di una classe di lavoratori, come quella odierna, ormai indiscutibilmente multietnica, che necessita di garanzie sostanziali e non solo proforma, per poter “sopravvivere alla fatica di vivere”, in condizioni molto spesso di indigenza totale.

Il working group ONU, come si apprende,Incoraggia l’Italia a emanare una legge sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani, in linea con la proposta di direttiva della Commissione europea sulla due diligence di sostenibilità delle imprese, e a impegnarsi attivamente nei processi internazionali per stabilire norme vincolanti per le imprese, al fine di creare condizioni di parità a livello globale. Sarebbe necessario, che il governo avviasse una discussione con tutte le parti interessate, perché ciò aiuterebbe l’Italia, così come le sue imprese, a rimanere all’avanguardia e a prepararsi ai cambiamenti del panorama normativo”.

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