Lavoro

la nuova start up: lo Stato

8 Giugno 2021

In questi due anni molte imprese hanno cambiato pelle, si sono dovute adattare a nuovi scenari, figli della  crisi economica generata dal Covid-19.

L’Italia ha dovuto subire anche i danni della pandemia sul fronte start up. Ci sono stati finanziamenti da Venture Capital in calo del 22%, da un record di 450 milioni di euro nel 2019 a 400 milioni di euro nel 2020. Grazie al Recovery Fund da 750 miliardi, previsti per gli Stati dell’Unione Europea, all’Italia ne spetteranno oltre 200.

Andranno spesi bene, nascerà una nuova Start Up: quella dello Stato riorganizzato dalla riforma della pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione andrà in gran parte rinnovata nel segno dell’innovazione e di un ricambio generazionale a vantaggio di competenze nuove e qualificate. La nostra PA è figlia di storici problemi, come il blocco del turnover negli ultimi anni, oltre all’invecchiamento e la parallela riduzione della forza lavoro, aggravata da complicati meccanismi di selezione.

Che dire poi della lentezza della PA spesso inefficace e onerosa in termini di costi, che vanno a minare lo sviluppo del sistema Paese.Serve una burocrazia semplice, in un contesto rinnovato e supportato dalla tecnologia digitale, indirizzata verso la trasparenza dell’azione amministrativa. Va affrontato un percorso verso una pubblica amministrazione che fornisca valore pubblico, realmente al servizio del cittadino e delle imprese.

Un lento funzionamento della pubblica amministrazione crea problemi, non solo ai cittadini e alle imprese, ma anche all’interno stesso della macchina burocratica, colpendo anche i singoli funzionari pubblici che sono allo stesso tempo attori e a volte corresponsabili di queste inefficienze. Questo accade più facilmente in una platea di pubblici dipendenti più anziana, abituata a inutili e inefficaci metodi del passato e scarsamente coinvolta nei processi di cambiamento.

La Pubblica Amministrazione deve essere garanzia di rispetto delle regole, deve creare un valore, che permetta alle aziende nazionali di dispiegare le loro potenzialità e consentire a quelle straniere di tornare a investire nel nostro Paese, non attraente per il timore e i rischi derivati da un’eccessiva burocratizzazione.  La digitalizzazione diventa un processo necessario per modernizzare la nostra amministrazione, diventa poi indispensabile il ricambio generazionale di professionalità e di carriere che sono oggi parte del problema. Si stima che l’età media dei lavoratori pubblici sia di 56 anni.

Quando si parla di start up della pubblica amministrazione significa che è necessario partire da qui. Ma come scegliere le persone? Come formarle? Come accrescere le competenze di chi resta?

È infatti previsto un bando per 2.800 posti, una grande opportunità di lavoro, volta a rendere più fluide le dinamiche procedurali incrostate da decenni; forze nuove e capaci di amministrare le risorse che arriveranno. Serviranno da una parte competenze ben retribuite, con un idoneo orizzonte di carriera, dall’altra un’opportunità per i giovani, che alla fine del loro processo formativo, possano inserirsi nel mondo del lavoro, occupando posizioni iniziali.

Questa sarà la grande sfida che spetta al Ministero condotto dal Ministro Brunetta.

Lo presenta lo stesso Ministro della Pubblica Amministrazione durante il suo intervento al Congresso nazionale Ordine degli Ingegneri, del 17 maggio: “Ho messo in piedi un meccanismo di reclutamento, finalizzato al Pnrr, del tutto speciale. Vale a dire un portale del reclutamento, per contratti, per figure professionali individuate, scelte attraverso anche meccanismi di intelligenza artificiale, su piattaforme fornite proprio dagli ordini professionali […] Ogni amministrazione, ogni progetto avrà la responsabilità di scegliere i migliori attraverso il portale. Una sorta di Linkedin italiano, dove ci saranno in concorrenza i curricula migliori di tutti i tecnici richiesti”.

Verrà creato un database di almeno 600 mila profili, dove ci si potrà iscrivere indicando le proprie competenze in modo che le strutture della PA possano attingere a seconda delle necessità, con procedure di selezione rapide, trasparenti e digitalizzate. Nei profili verranno inclusi anche gli iscritti agli ordini professionali più richiesti, come informatici, ingegneri, architetti, responsabili gestionali e manager di vario genere. Sarà necessario mettere le amministrazioni pubbliche nelle condizioni di poter assumere, dove necessario, per l’esecuzione del recovery fund. Va precisato che le assunzioni saranno almeno in parte a tempo determinato e serviranno a rafforzare le strutture oggi presenti, per la realizzazione dei nuovi progetti previsti dal PNRR.

Da recenti sondaggi emerge però una notizia sconfortante: il 60% degli intervistati sceglierebbe di lavorare nella Pubblica Amministrazione perché entrarvi significherebbe avere un “lavoro sicuro”, il miraggio del posto fisso.

D’accordo il periodo di incertezza economica, che ci troviamo ad affrontare, ma l’opportunità dovrebbe essere colta per motivazioni più lodevoli e non solo per la ricerca di un posto stabile. Tornando alla digitalizzazione va precisato che il processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione si compone di due parti: quella tecnologico e quella organizzativo, entrambi devono essere in sinergia tra loro. Infatti la digitalizzazione costituisce un percorso di cambiamento che deve necessariamente essere accompagnato da una rivisitazione dei modelli organizzativi, in ottica digitale.

Va tenuto presente però che il passaggio avrà bisogno di un percorso e di un periodo di accompagnamento, per quella parte di cittadini ancora impreparata o impossibilitata ad accedere ai servizi digitali.

I gradini, come la fatturazione elettronica, la cittadinanza digitale, il Web, lo SPID, la posta elettronica fanno parte di una scala ancora lunga da salire, quindi dovremo inizialmente rassegnarci ad una pubblica amministrazione a due velocità.

Insomma una grande opportunità di lavoro per molti, un efficientamento delle nostre strutture amministrative, con lo scopo di mettere al centro il cittadino e le imprese. Un’opportunità che è vietato sprecare.

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