Governo

Il Reddito di Cittadinanza può far emergere lavoro nero. Non con le manette

28 Novembre 2018

Ci sono due cose pratiche che non tornano nel Reddito di Cittadinanza: una riguarda le famose 8 ore settimanali da dedicare a lavori di pubblica utilità (Quali lavori? Con quale relazione rispetto alle proprie competenze? Con quali obblighi orari per chi un lavoro lo ha già?). Ne abbiamo parlato qui.

L’altra riguarda il lavoro nero.

La platea potenziale del Reddito di Cittadinanza è composta da 5 milioni di persone (fonte: Luigi Di Maio). Tra queste ci sono anche i lavoratori a nero, come quelli impiegati nell’impresa del padre del Vice Premier del MoVimento 5 Stelle.

Un lavoratore a nero in teoria potrebbe continuare a lavorare a nero e intanto prendersi anche il Reddito di Cittadinanza. Il Ministro Di Maio ha rassicurato però che, con tutti gli obblighi che il RdC impone – lavoretti socialmente utili, formazione, visite del tutor – non avrebbero tempo anche per lavorare.

Ma se questo non bastasse, l’asso nella manica per scoraggiare definitivamente i furbi è la galera – per i lavoratori a nero, non i datori di lavoro a nero: sei anni promette Di Maio. Sei anni scoraggerebbero chiunque. La punizione tuttavia viene inflitta solo al lavoratore e non anche al suo sfruttatore – il signor Antonio Di Maio di turno. La deterrenza manettara, apprezzatissima da Marco Travaglio nella sua difesa quotidiana del MoVimento, punta insomma a costringere chi ha un lavoro nero a lasciare il lavoro (nero) e passare al Reddito.  Il datore di lavoro probabilmente dopo breve lo rimpiazzerà. Dunque ci sarà un altro lavoratore a nero, forse anch’egli percettore di RdC e continuerà ovviamente anche ad esserci un lavoro (nero). Che beneficio si avrà quindi dall’aut aut o Reddito di Cittadinanza senza lavoro nero o galera? Nessuno.

C’è un’alternativa. Che quel lavoro nero emerga diventando in chiaro. Se c’è un lavoratore a nero, infatti, vuol dire che c’è un datore di lavoro a nero e, soprattutto, vuol dire che c’è un lavoro. Parliamo di persone come l’operaio, padre di famiglia infortunatosi sul cantiere del signor Antonio Di Maio che offrono la propria manodopera perché c’è una domanda di manodopera. Questa persona invece che buttata in galera potrebbe essere aiutata, proprio in virtù del suo diritto al RdC, a dichiarare il proprio lavoro irregolare che – fatte le dovute verifiche, negoziato con il datore di lavoro un ravvedimento congruo – verrebbe regolarizzato d’ufficio.

Un potenziale percettore fraudolento di Reddito di Cittadinanza diventerebbe a tutti gli effetti un lavoratore, con diritti contributivi e assistenziali, non a carico dello Stato ma del suo datore di lavoro. E il datore di lavoro fraudolento sarebbe costretto a regolarizzarsi.

Al contrario della galera – in cui il beneficio non è per nessuno, tanto meno per lo Stato – con l’emersione agevolata del lavoro nero il beneficio sarebbe per tutti: il lavoratore, che dal nero avrebbe un contratto regolare; lo Stato, che invece di dispensare Reddito riceverebbe gettito.

Forse il Ministro Di Maio e gli strateghi del MoVimento 5 Stelle, che lavorano al Reddito di Cittadinanza dal 2013, a questa ipotesi non hanno pensato. C’è ancora una chance. Se avete modo ***FATE GIRARE***.

@kuliscioff

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