Lavoro

Il Pd insiste e difende la norma che danneggia i liberi professionisti

3 Dicembre 2015

Nessuna marcia indietro sull’emendamento contro i liberi professionisti. Anzi, la deputata e responsabile comunicazione del Partito democratico, Alessia Rotta, ha rivendicato in una nota pubblicata su Facebook la bontà della sua proposta che vieta l’accesso ai fondi europei ai lavoratori autonomi, come scritto su Gli Stati Generali. Non c’è stata l’ammissione dello scivolone ai danni dei precari: al contrario è arrivato il respingimento delle critiche avanzate da molti lavoratori con Partite Iva, e delle relative organizzazioni che li rappresentano.

«L’emendamento presentato al Senato escluderebbe infatti i lavoratori non ordinistici e limita l’accesso ai bandi europei, escludendo i bandi della Pubblica amministrazione. Si creerebbe, come al solito una discriminazione tra professionisti di serie A e di serie B», sostiene Alessia Rotta nel suo post. Insomma, per non penalizzare alcuni liberi professionisti, la deputata del Pd ha pensato di impedire a tutti l’accesso ai fondi dell’Ue, cambiando il testo della Legge di Stabilità approvato al Senato. Secondo il suo ragionamento sarebbe un’iniziativa equa a tutela dei precari (che molto spesso operano da lavoratori autonomi) in quanto l’emendamento soppressivo è stato “sponsorizzato” dal Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali (Colap).

Ma la difesa della parlamentare, di stretta osservanza renziana, non convince tutte le altre associazioni di categoria, ossia Confprofessioni, Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione che avevano già manifestato il loro dissenso. «Crediamo che la norma europea sia chiara e non crei alcuna confusione di interpretazione tra lavoratori autonomi con ordine e quelli senza ordine», spiega Anna Soru, presidente di Acta. Di fatto nell’ambito dell’Ue non c’è una distinzione come avviene in Italia: «Si considera impresa ogni entità, indipendentemente dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. In particolare sono considerate tali le entità che esercitano un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitano un’attività economica)», si legge nel regolamento della Commissione europea. «Seppure ci fosse stato un problema di interpretazione – osserva Anna Soru – sarebbe bastato esplicitarlo meglio nell’emendamento, invece di cancellare l’intera norma e rimandare tutto».

Secondo la tesi di Alessia Rotta infatti sarebbe bene «inserire la questione in una legge complessiva e non in un emendamento alla Stabilità». E non solo. C’è un diretto attratto all’emendamento del Senato che – prosegue il post su Facebook della parlamentare dem – «avrebbe aperto un’altra pagina di disordine e precarietà, vanificando il lavoro che il Pd sta facendo sul tema del lavoro autonomo». In sintesi la proposta è quella di un rinvio all’eventuale discussione del disegno di legge già in agenda e al collegato sul lavoro autonomo. Ma i testi potrebbero vedere la luce – nella migliore delle ipotesi – solo a 2016 inoltrato. O magari potrebbero finire impantanati tra tanti progetti di riforma giacenti in Parlamento. «L’emendamento della Legge di Stabilità approvato al Senato avrebbe portato un risultato nell’immediato, fin dall’inizio del 2016. E nulla toglie che la questione fosse approfondita nel collegato lavoro», chiosa Anna Soru.

Aggiornamento. A seguito delle proteste e della mobilitazione, pare che il Pd non abbia inserito l’emendamento Rotta nella lista dei “segnalati”, di fatto respingendolo in automatico.

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