Lavoro

I lavoratori devono staccare la spina: serve il diritto alla disconnessione

7 Maggio 2019

Fuori dall’ufficio fisicamente, ma la pausa dal lavoro finisce alla prima notifica dello smartphone che ci riporta di nuovo in piena attività. E la scena si può ripetere ogni sera e nei week-end. Non s i tratta solo di mail, ma ci sono anche i messaggi attraverso le numerose piattaforma social.

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“Voglio che si apra un dibattito per affermare che quello alla disconnessione è un diritto”, così racconta Giuditta Pini, deputata modenese del Pd che da mesi sta raccogliendo storie di ordinaria reperibilità continua.

“Il problema c’è – continua l’onorevole Pini – ed è stato sottolineato anche dalla Cgil che punta a inserire la norma in tutti i contratti di lavoro, così come già avvenuto per i bancari”. Non si tratta solamente di un ambito sindacale, quindi. Come ricorda Pini, la questione è politica: il diritto alla disconnessione è già stato affermato in Francia nella Loi travail approvata nel 2016 e alcuni esperimenti sono stati promossi in Gran Bretagna e Germania.

“Sto ricevendo molte segnalazioni ogni giorno che coinvolgono numerosi settori”, afferma l’onorevole.
E le storie che arrivano alla sua casella spaziano dai medici contattati continuamente dai pazienti e si arriva fino ai freelance o ai lavoratori part time che sono contattati e contattabili ben oltre i limiti imposti da accordi o contratti.

Dopo la fase di raccolta dati, partirà un confronto coi soggetti che potrebbero aiutare la parlamentare a scrivere il provvedimento. Ma la promotrice dell’iniziativa è ancora nella fase di istruttoria e per aumentare il numero di adesione anche i social possono fare la loro parte, come dimostra il post su Instagram che durante il Primo Maggio ha rilanciato la mobilitazione per “staccare la spina”.

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“La nostra generazione è stata la prima a sperimentare le conseguenze del lavoro sempre in tasca, a qualsiasi ora, a volte guai a spegnerlo. Tramite smartphone, il nostro lavoro è sempre con noi, come un gigantesco grande fratello che non solo ci vuole sempre reperibili, ma controlla quello che facciamo tramite i social network – ha scritto nel suo post -. Oggi, 1 maggio, molti stanno lavorando: non si tratta solo di personale medico, forze dell’ordine o ristoratori. Probabilmente stai lavorando anche tu che mi leggi tra una mail di lavoro e una notifica del tuo capo su WhatsApp”.

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