Lavoro
Gli ultimi saranno gli ultimi – Riflessioni sul reddito di cittadinanza
Abbiamo chiesto alcune opinioni al critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese sulla situazione attuale del lavoro in Italia e sulle polemiche che si sono scatenate sul reddito di cittadinanza, tema a lui molto caro e per cui si infuria spesso. I suoi suggerimenti sono molto interessanti e fanno emergere l’esigenza di come siano importanti nella società attuale gli intellettuali, parola desueta ma che oggi viene vista quasi come un insulto da parte dei politici, guardinghi verso chi utilizza la ragione e conosce i meccanismi economici e sociali, argomentando anziché creare slogan vuoti ma che acciuffano le persone senza senso critico.
Innanzi tutto grazie per aver accettato di rispondere alle domande, Paolo. Da ciò che scrivi e dici, sembra che le nuove proposte del governo Meloni ti facciano venire l’orticaria. In particolare la lotta al reddito di cittadinanza, quasi un esorcismo, che è uno dei punti cardine su cui il presidente Meloni si è accanito e uno dei temi che senti di più, per il quale spendi sempre molte parole. Perché secondo te c’è tanto livore da parte di Meloni verso il reddito?
Perché il Presidente Meloni, alla priorità dei diritti umani in campo sociale ed economico – diritti sanciti con la nostra Carta Costituzionale ed anche in campo internazionale, come il diritto a un tenore di vita adeguato e il diritto alla tutela dallo sfruttamento economico – fa prevalere la propaganda esercitata in campagna elettorale per prendere voti. Con una campagna volta a influire sulla psicologia collettiva, Meloni risponde adesso del comportamento elettoralistico esercitato sulle masse dei 127 mila cuochi e pizzaioli italiani, sulle case per anziani, sui concessionari balneari, sui medici con segretarie pagate con le mance dei pazienti, sui datori di lavoro stagionali, sulle imprese edili, sui piccoli negozi dei parrucchieri per donna e per uomo, sui panifici, sugli autolavaggi, e su tantissime altre masse ancora. Si tratta di attività che storicamente costituiscono le residenze del lavoro in nero, attività alle quali il RdC toglie manodopera a buon prezzo.
L’orticaria alla volontà della Meloni di abbattere il RdC viene perché esistono le centinaia di tollerate migliaia di posteggiatori abusivi che per sbarcare il lunario e nutrirsi si sentono costretti e contravvengono alle regole; viene perché sono sotto gli occhi di tutti noi le milionate di venditori abusivi e ambulanti di frutta, verdura, pesce, cibo di strada, sorteggi e chi ne ha più ne metta, che cercano così di portare il pane a casa, ai loro bambini; viene perché esistono davvero, e li vediamo, coloro che ti fermano in strada e chiedono l’elemosina; viene perché esistono troppi, troppi senzatetto che quotidianamente tutti noi incontriamo accampati sui marciapiedi o in auto abbandonate; viene perché esistono troppi lavoratori, NON PERCETTORI DI RDC perché non ne hanno diritto, sfruttati in nero senza contributi e garanzie; viene perché esistono coloro che spinti dal bisogno e dalla fame emigrano per un lavoro; viene perché esistono oltre 170mila persone che lavorano e che prendono il RdC: questi percepiscono stipendi talmente bassi da avere comunque diritto all’integrazione; viene perché, e chi sa perché? esistono decine di testimonial (in genere pizzaioli) delle offerte di lavoro rifiutate ma – chi sa perché – mai giunte coi relativi contenuti dell’offerta lavorativa ai Centri per l’Impiego; viene perché decine di migliaia, e oltre, di donne giovanissime, giovani e meno giovani hanno trovato scampo nella prostituzione; viene perché esistono I BAMBINI CHE senza il RdC in famiglia ANDRANNO A LETTO SENZA CENA; viene perché esistono i piccoli commercianti e artigiani che sulle loro vetrine espongono il cartello “qui si paga con reddito di cittadinanza”; viene perché tanti poveri gatti e cani randagi vengono catturati per FAME, cucinati e mangiati per strada; viene perché la povera gente non può andare dal dentista; viene perché pagare il ticket sanitario è diventato un lusso per tantissime persone; viene perché, giusto domani, un particolare film, la cui visione è da suggerire alla Meloni, esce nelle sale italiane: Spaccaossa, ispirato a una storia vera, che seppur romanzata, rievoca gli accadimenti reali di persone che per bisogno, per fame, per povertà, letteralmente si sono fatte rompere le ossa senza alcuna anestesia, in balia di criminali, per poter simulare incidenti stradali e ottenere così indebiti risarcimenti dalle assicurazioni, lo abbiamo detto: PER FAME.
Tuttavia bisogna ironicamente riconoscere a Fratelli d’Italia il merito di avere individuato la causa di tutto ciò! «Si tratta di fannulloni e incompetenti».
Questa ossessione per il reddito di cittadinanza che pervade non solo Meloni ma anche altri esponenti di questa ultradestra che cosa nasconde secondo la tua opinione? Perché si vuol far passare il messaggio che i percettori del reddito di cittadinanza sono in realtà degli scansafatiche, c’è un fondo di verità oppure è solo propaganda?
A produrre tantissimi voti a questa destra – auspico solo quelli! Sarebbe brutto se ci fossero pure finanziamenti per i partiti – hanno ovviamente partecipato, secondo i propri interessi, anche le aziende di energia gas e luce che sul territorio italiano mandano migliaia e migliaia e ancora migliaia e migliaia di figli di famiglia, di ragazzine e ragazzini ventenni che, allo sbaraglio, quasi umiliati da una società ingiusta, bussano alle abitazioni di illustri estranei proponendo contratti di utenze domestiche. Si tratta di ragazzi che dimostrano di essere tutt’altro che fannulloni nonostante siano da dette aziende contrattualizzati alla peggio. Anche in questo caso il RdC toglie manodopera a buon prezzo. Come toglie pure manovalanza a buon prezzo al mondo delivery, un mondo che impegna decine e decine di migliaia di giovanissimi e attempati, che esposti ad ogni rischio, con l’onere del mezzo proprio, fanno consegna a domicilio, sempre contrattualizzati alla peggio. E se esiste questa folta massa di persone che lavora alla peggio, non è consentito appellare loro col titolo ingiurioso di scansafatiche. Un dato importante e illuminante in proposito è che oltre 170mila persone prendono il RdC pur lavorando già, perché percepiscono stipendi talmente bassi da avere comunque diritto all’integrazione.
I furbetti del reddito di cittadinanza. All’inizio di quest’anno a Catania cinque affiliati al clan Santapaola sono stati denunciati per aver percepito il reddito di cittadinanza abusivamente, cosa che è successa anche nelle Puglie. Secondo te c’è anche questo nella lotta intrapresa da Meloni?
Se fosse così, si tratterebbe di un mero pretesto. Il reddito di cittadinanza toglie manovalanza anche ai clan; è recente un’intercettazione che registra il lamentarsi di un loro membro proprio per questa ragione. E perfino un grosso pentito, con non so quanti omicidi alle spalle, ha dichiarato a Massimo Giletti, sabato 5 novembre su La7, che se avesse avuto un lavoro non avrebbe avuto motivo di intraprendere la carriera criminale: è Gaspare Mutolo. Sui furbetti tanto pretestuosamente citati dalla propaganda, vorrei somministrare io una domanda multipla: bisognerebbe chiudere le Forze dell’Ordine se vi fossero lì dei corrotti? o a causa dei falsi invalidi eliminiamo l’indennità di invalidità e pure quella di accompagnamento? o vogliamo chiudere il Parlamento perché ogni tanto beccano un parlamentare corrotto? o vogliamo eliminare gli stipendi a causa dei furbetti del cartellino?
Cosa traspare, secondo te, dell’idea che Meloni ha del lavoro e dei giovani, ma anche di chi non è più giovane e il lavoro non ce lo ha più o ha vissuto sempre nella precarietà? Eppure è stato ministro per le politiche giovanili nel quarto governo Berlusconi.
Inconcludenza e incongruenza, ecco cosa traspare. Corre l’obbligo di rilevare che se a tal fine, quello del lavoro, lo Stato si dedica alla c.d. formazione – storiella vecchia e costosa quanto improduttiva – rischia di pagare per formare, che so io: lucidascarpe che nessuno si è, prima del corso di formazione, impegnato ad assumere! Diverso e più credibile sarebbe stato dire: il Governo redigerà un elenco nazionale di figure professionali richieste dalle aziende, le aziende saranno obbligate ad assumere le persone appositamente formate – pena una gravissima multa al richiedente.
In un mondo ormai votato all’utilitarismo e dove l’istruzione è diventata (o avrebbe dovuto esserlo nelle intenzioni di chi ha riformato la scuola) unicamente funzionale al lavoro e a nient’altro, la politica sembra non rendersi ancora conto degli errori fatti da tutti i governi, di destra, di sinistra, di coalizione. Cosa suggeriresti al presidente Meloni come pensierino della sera riguardo all’istruzione in Italia, che sembra indirizzata verso un “merito” non meglio identificato?
La Scuola, quella con la S grande, non può e non deve certo essere un coacervo speso agli interessi produttivi della ricchezza industriale, economica e finanziaria. La scuola serve e deve servire principalmente a creare il socio adulto della collettività umana, per prepararlo all’esercizio della vita sociale in ogni direzione e all’esercizio della cittadinanza, al fine di migliorare l’umanità in generale, con particolare riguardo del piano morale e del piano estetico.
Andiamo al magnifico futuro che il Ponte sullo Stretto, anelato da tante persone, prospetterebbe al paese. Secondo te risolverà qualche cosa?
Sono d’accordo alla sua realizzazione. E sono fermamente convinto che da ‘bravo pontefice’ sarà prolifico di nuove spinte economiche per la produzione industriale e non prettamente industriale del nostro Bel Paese.
Tornando al tema del lavoro, cosa vuol dire lavoro oggi in Italia, che cosa si aspettano, secondo te, le persone e come bisognerebbe comportarsi con chi dice che i poveri non creano ricchezza?
Affermare che i poveri non creano ricchezza costituisce un vero e proprio controsenso, uno spaccio d’idee stupefacenti. Abbiamo già detto che esistono stipendi talmente bassi da consentire a chi li percepisce il diritto al RdC. Sono questi i salari di quelle persone che producono ricchezza per altri, per quelli che grazie a un legislatore distratto sono furbi e ricchi col fondoschiena altrui.
Il lavoro oggi in Italia? Certo il lavoro oggi in Italia non può vantarsi di essere amico stretto del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri On. Meloni. Giacché gli auspici di chi non ha lavoro traducono attese di stabilità e continuità del lavoro stesso. C’è di più: questo nostro paese deve capire che se io non posso permettermi una donna delle pulizie non devo neanche permettermi di sfruttarla; anche perché si tratterebbe così, come, di fatto, si tratta, di una falsa espansione economica del lavoro. Ecco perché è indispensabile introdurre un minimo garantito di euro per tutti i settori dell’occupazione, tenuto conto del costo della vita. Altrimenti chi non può retribuire la signora delle pulizie, le pulizie se le fa personalmente; e la società, l’economia e la finanza dei banchieri, prima o dopo sarebbero così costrette a rivedere il tessuto sociale secondo una economia davvero legalizzata e tutta legale, e non mistificata, nel senso di una produzione legale che non conti o faccia affidamento su una distribuzione d’indotto abusivo, non più quindi produrre 1000 mandarini se esistono solo 5 fruttivendoli da 50 mandarini che comporterebbero, come comportano, un disavanzo di 750 mandarini che furbescamente si lasciano vendere agli abusivi per poi pure insultarli di non essere in regola, in un mercato mistificato con cura e precisione chirurgica nella logica dello sfruttamento del lavoratore e del prossimo in generale, e nella logica di mettere tutti contro tutti.
Il tema dei diritti civili e dell’immigrazione affrontati dal governo attuale. Anche qui, un pensierino della sera per Meloni, Salvini e Piantedosi.
Chi fa finta di non capire che ‘abile al lavoro’, cioè idoneo, capace, non equivale a prêt-à-porter dal posto di lavoro, non merita un mio ulteriore pensierino della sera. Per occupare un mobile occorre una stanza. Per occupare un lavoratore occorre un posto di lavoro.
Sul tema dei diritti civili che, per chiarezza, sono quelli delle libertà, compreso il diritto a un tenore di vita adeguato e il diritto alla tutela dallo sfruttamento economico, questo Governo non sa cosa dire e rispondere, farebbe quindi meglio a pensare alla propria formazione anziché a quella dei percettori del RdC.
Sull’immigrazione nutro un sogno: l’abbattimento di ogni confine politico. Tuttavia anche l’immigrato clandestino, per quanto poverissimo e bisognevole di tutto, fa parte di quelle persone che producono ricchezza per altri. Perché l’immigrato, come il cassintegrato, come il percettore di disoccupazione e come il pensionato, è preferito come dipendente dal datore di lavoro in nero, d’altro canto è anche ovvio: nessuno tra questi potrebbe accendere una vertenza. Paradossalmente a fare paura è invece l’immigrato vero, quello che può accendere una vertenza lavorativa, quello che può citarti in giudizio, quello che ha diritto al RdC, quello che, non essendoci lavoro nemmeno per gli italiani, costituisce un costo in più per la società, a differenza dell’immigrato clandestino che può essere sfruttato perfino alla luce del sole, perché tanto non ha identità.
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