Lavoro
Buon primo maggio a chi non ha nulla da festeggiare
Buon primo maggio a chi un lavoro non lo ha mai avuto o non lo ha più. A chi lavora senza diritti, pagato in nero o sottopagato legalmente.
Buon primo maggio a chi sta lavorando come “apprendista” o “stagista” in un ufficio, in uno studio legale, in un negozio, su un furgone, su uno scooter e in tutti i luoghi dove non c’è nulla da imparare se non che oggi il profitto di pochi si fonda sulla loro capacità di sfruttare tanti.
Buon primo maggio a chi si è sentito recitare il mantra “il posto fisso non esiste più” da chi quel posto fisso invece ce l’ha e se lo mantiene stretto.
Buon primo maggio a chi lavora da tanti anni, ma quando entra in banca a chiedere un finanziamento, un prestito o un mutuo per comprare casa deve portare a garanzia la firma di un genitore che gode di quel posto fisso che non esiste più o di una pensione di anzianità.
Buon primo maggio a chi è pagato da anni con un contratto rinnovato ogni sei mesi, ogni anno, ogni due anni, sempre perché “il posto fisso non esiste più”.
Buon primo maggio a chi negli ultimi vent’anni ha conosciuto i Co.Co.Co., i Co.Co.Pro e tutti quei “contratti” montati ad arte per pagare meno e dare meno diritti a intere generazioni, quelle che oggi sanno bene che “il posto fisso non esiste più”, in particolar modo il loro.
Buon primo maggio a chi il giorno dell’assunzione firma anche la lettera di licenziamento.
Buon primo maggio a tutte quelle donne che durante i colloqui di lavoro si sentono chiedere se hanno o se vogliono avere figli, se sono sposate o se pensano di sposarsi, se hanno un fidanzato e come procede il loro rapporto sentimentale.
Buon primo maggio a tutte quelle donne che hanno dovuto accettare un posto da segretaria dove era richiesta “bella presenza”.
Buon primo maggio a tutte quelle donne che per tenersi un posto di lavoro accettano stalking e palpeggiamenti dai loro superiori.
Buon primo maggio al cosiddetto “popolo delle partite Iva”, soprattutto a chi lavora ogni giorno in un’azienda ed entra in ufficio la mattina per uscire da quello stesso ufficio almeno otto ore dopo. Buon primo maggio a te, libero professionista che non sei altro.
Buon primo maggio a tutti i docenti che dopo tanti anni di precariato hanno dovuto scegliere tra le loro famiglie e la stabilizzazione di quel lavoro da poco più di mille euro al mese.
Buon primo maggio a chi pur di lavorare in un McDonald, in un call center o alla CGIL, ha dovuto accettare di essere pagato con i voucher.
Buon primo maggio ai lavoratori di Alitalia e a tutti i lavoratori di quelle grandi aziende perennemente in crisi, vittime sacrificali sugli altari di manager incapaci.
Buon primo maggio a chi lavora all’Ilva di Taranto, a chi si è ammalato a causa dell’Ilva di Taranto e a tutti quelli che nel 2017 pur di mantenere la loro famiglia – in questa presunta modernità – sono costretti a rischiare la vita per lavorare.
Buon primo maggio a tutti quei migranti che arrivano in Italia e in Europa a “rubarci” quei lavori che non vogliamo più fare per pochi euro al giorno.
Buon primo maggio a tutti gli italiani che per lavorare sono stati costretti a emigrare.
Buon primo maggio a chi non ha nulla da festeggiare. A tutti gli altri, buon ponte del primo maggio.
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