Lavoro

Ancora disparità di genere nelle università italiane

1 Luglio 2021

In Italia ci sono  7 rettrici donne in Italia su 87 istituzioni universitarie. Meno di un posto su dieci è occupato oggi da competenze e curriculum femminili. Il numero di studentesse dentro le classi degli atenei è simile a quello degli studenti, così come tra i dottorandi. Tuttavia i numeri calano con le docenti ordinarie (il 25%) e crollano drasticamente con le rettrici.

E’ chiaro il  divario ancora allarmante, certificato dai numeri. Ai vertici continuiamo ad assistere a un gender gap di cui il Paese è vittima e non riesce a distanziarsi. La parità di genere deve però diventare caratteristica performante delle università italiane. Diventare un punto di riferimento e di stimolo che tracci la rotta anche nel mondo professionale.

“Non possiamo pensare di rivoluzionare i settori delle imprese private se non poniamo le giuste equità professionali nel campo della formazione” è il commento di  Antonella Giachetti,  presidente nazionale di Aidda, Associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda.

La presidente in una nota dell’Associazione dichiara:  “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha posto il paese davanti all’opportunità di una effettiva trasformazione. Non solo grazie a una disponibilità di fondi eccezionale, ma anche perché mette il mondo della politica di fronte alla responsabilità di assumere decisioni e fare scelte con prospettive di lungo termine, che tengano presente le grandi sfide del nostro tempo: ambiente, salute e disuguaglianze. Una parte di risorse sarà destinata fortunatamente anche alla parità di genere. Ma affinché non siano solo misure di limitata efficacia, ma radicate e trasformiste, è necessario immaginare che le risorse vengano indirizzate alla realizzazione della parità di genere nel mondo scolastico e in particolare in quello universitario, il vero ponte tra formazione e lavoro. Qui – conclude Giachetti – si forma prima di tutto il valore culturale di una necessaria equa presenza delle diversità di genere per un mondo migliore e la creazione di fiducia nelle giovani donne a spingersi nel fare carriera, ad essere ambiziose, ad investire nell’imprenditoria. E’ necessario trovare soluzioni che riducano il profondo divario che sta caratterizzando ancora dopo tanti anni la nostra università”.

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