Lavoro

Altro che disoccupazione in calo, ci sono meno persone con un lavoro

2 Dicembre 2015

Ci sono 13mila disoccupati in meno, vero, un dato celebrato in tutti i titoli. Ma dall’altra parte della bilancia ci 39mila persone che non sono più occupati. I dati Istat, al di là di ogni ragionamento politico, decretano un calo dell’occupazione complessiva nel mese di ottobre 2015. Il saldo è di -26mila posti di lavoro mancanti, consolidando la tendenza di settembre quando il computo generale ha visto 8mila persone con un lavoro. L’inizio dell’autunno ha fatto impallidire le speranze estive.

Inevitabilmente il numero degli inattivi, le persone che non cercano nemmeno più un’occupazione, sta lievitando: nel mese di ottobre si è attestato a 14.128.000 unità, ai massimi dal luglio 2014. Il livello non è molto lontano dal febbraio dello scorso anno, quando si è insediato il governo Renzi che – giustamente – ha fatto del tema-lavoro una suo marchio distintivo, sbandierando terapie d’urto come il Jobs Act. La fiducia rilanciata in alcune rilevamenti non sembra perciò ricadere sulla ricerca dell’occupazione. Peraltro i numeri dell’Istat arrivano per il periodo precedente agli attentati di Parigi, che verosimilmente avranno un impatto sull’economia e sul lavoro in Italia.

La tesi è stata avvalorata direttamente dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista al Corriere della Sera: «Il clima seguito ai terribili fatti di Parigi è negativo e questo potrà avere effetti sulla ripresa». Anche se il numero uno del ministero di via XX Settembre ha puntualizzato che «gli italiani hanno la corretta percezione che stiamo uscendo dalla crisi. E questo conta molto, sia per la fiducia sia per l’economia». Della serie: vedremo quanto inciderà la paura dell’Isis sulla ripresina italiana. I primi elementi, in particolare per il settore del turismo, non sono rassicuranti.

Come si poteva immaginare, questa volta non c’è stato alcun video del presidente del Consiglio a corredo dei dati Istat sul lavoro. Nessuna celebrazione in stile “quanto siamo bravi”. Sarà perché già in estate c’era stato un bluff numerico, con disoccupati calavano anche grazie all’aumento degli inattivi. Chissà. Fatto sta che nell’occasione Matteo Renzi – intervenendo in pubblico – si è limitato a incitare gli italiani all’ottimismo.

Del resto, a conti fatti, l’1 dicembre 2015 a Palazzo Chigi non ha portato molti motivi per essere felici. Oltre ai dati negativi sul lavoro, dall’Inps di Tito Boeri è arrivata la conferma di una triste realtà: le persone nate negli anni Ottanta rischiano di avere una pensione al di sotto della soglia di povertà. Anche se raggiunta oltre i 70 anni.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.