Lavoro
90 milioni di euro stanziati per l’editoria: 12 destinati ai giovani giornalisti
Il mercato editoriale, della comunicazione e del giornalismo non possono più essere nutriti di precarietà! Dalle parole e dall’uso che ne facciamo passa inevitabilmente il nostro futuro, e la capacità di costruirlo e migliorarlo
Ecco il decreto che ripartisce le risorse del Fondo straordinario per l’editoria del valore di 90 milioni di euro per l’anno 2022.
Lo scorso 28 settembre, infatti, il sottosegretario Giuseppe Moles ha firmato il provvedimento legislativo insieme al Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e dell’economia Daniele Franco.
I 90 milioni del Fondo straordinario per l’Editoria: come saranno ripartiti
Dei 90 milioni di euro stanziati per il Fondo straordinario per l’ editoria, 15 milioni saranno destinati al cosiddetto bonus edicole, 28 milioni per il contributo straordinario sul numero di copie vendute nell’anno 2021, 12 milioni, invece, dovranno essere investiti per le assunzioni di giovani giornalisti e professionisti in possesso di competenze digitali, ma anche per trasformare in contratti a tempo indeterminato i tantissimi co.co.co. del giornalismo italiano. Inoltre, 35 milioni serviranno come contributo per gli investimenti in tecnologie innovative da parte di tv nazionli e locali, emittenti radio ed imprese editoriali che pubblicano quotidiani e periodici, includendo le agenzie di stampa.
All’ammontare complessivo del Fondo appena stanziato, dovrebbe arrivare a breve (dopo autorizzazione UE), l’aggiunta dei 120 milioni impegnati per il credito d’imposta sulla carta di cui potranno beneficiare editori di giornali, ed infine, anche i 140 milioni previsti per il Fondo straordinario per l’editoria già stanziati per l’anno 2023.
Appare inutile, forse, ricordare quanto il mercato editoriale, della comunicazione e del giornalismo necessitino di interventi mirati, immediati e che ristabiliscano un criterio di opportunità e meritocrazia, decisamente appannate di questi tempi, dove molto spesso si baratta l’idea di fare informazione seria e di qualità, con forme di accondiscendenza informativa acclamate dalla massa, sacrificando il talento, l’onestà intellettuale e lo spirito di sacrificio di chi scrive per gli altri, con concentrati di precarietà e scoramento.
Dalle parole e dall’uso che ne facciamo passa, inevitabilmente, il nostro futuro e la capacità di costruirlo e migliorarlo.
Dura lex, sed lex!
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