Cooperazione
La vostra azienda è in crisi e volete comprarla? Ecco come fare in cooperativa
Nella situazione economica di oggi in Italia, le soluzioni facili non esistono. Esistono però le azioni coraggiose, quelle in grado di cambiare il finale di un film che sembra destinato ad una conclusione amara.
Una di queste è il workers buyout (WBO), il processo di acquisizione della maggioranza o della totalità del capitale di un’impresa da parte dei suoi dipendenti. In tempi difficili come quelli attuali, un simile percorso può contribuire a salvare numerosi posti di lavoro.
Il WBO non è una fattispecie nuova: già negli anni ’80, si diffuse negli Stati Uniti e anche in Europa come soluzione in grado di garantire la continuità di un’azienda in difficoltà, o anche in caso di determinate scelte strategiche o di ricambio generazionale della proprietà. Con la crisi economico-finanziaria del 2008, il WBO è tornato a diffondersi come rimedio all’emergenza occupazionale diffuso soprattutto nelle regioni del Centro-Nord.
Abbiamo cercato di stilare una guida pratica al WBO, lasciandoci aiutare dall’esperienza di Alessandro Viola di Compagnia Finanziaria Industriale (CFI), la società cooperativa per azioni partecipata dal Ministero dello Sviluppo Economico che opera dal 1986 per la promozione delle imprese cooperative di produzione e lavoro e delle cooperative sociali. Dalla metà degli ’80 a oggi CFI ha investito 165 milioni creando e garantendo oltre 12mila posti di lavoro. Nel solo 2013, CFI ha deliberato interventi per 10,2 milioni nel capitale sociale di 29 cooperative che occupano 1.400 persone.
QUANDO SI RICORRE AL WBO?
Si ricorre al WBO quando un’impresa si trova in un momento di grave crisi economica, viene posta in liquidazione o rischia il fallimento. La crisi d’impresa è alimentata da una condizione di fattori che determinano un peggioramento del conto economico, oppure un irreversibile deterioramento dello stato patrimoniale, con una conseguente instabilità finanziaria.
CHI SONO GLI INIZIATORI DELL’OPERAZIONE DI WBO?
I dipendenti stessi decidono di rilevare i beni aziendali nell’intento di proseguire o riavviare la produzione. Al WBO possono partecipare tutti i dipendenti, o solamente alcuni di loro. L’azienda viene rilevata attraverso la formazione di una cooperativa. Spiega Alessandro Viola di CFI: «Il primo passo è quello di stabilire la sostenibilità numerica per la formazione della cooperativa. È importante identificare subito una o due persone in grado di assumere la leadership dell’operazione, che si occupino di interfacciarsi con le associazioni».
COME SI VALUTA LA FATTIBILITA’ DEL WBO?
Si fa una valutazione economica preliminare del ramo d’azienda o dell’azienda che si vuole acquisire, stimando il numero di addetti compatibili con il volume d’affari atteso. In questa fase si coinvolge un professionista (commercialista/consulente) che si incarica delle questioni burocratiche ed economiche. «Bisogna ripartire con un volume di fatturato realistico: se un’azienda che fatturava 30 milioni ora ne fattura 5, allora ci sarà bisogno di circa un sesto degli addetti. Capita sovente che il numero dei dipendenti intenzionato a formare la cooperativa sia eccessivo rispetto alla necessità effettiva: non sempre c’è posto per tutti».
CHI SONO GLI ATTORI IN GIOCO?
I lavoratori dipendenti; il professionista che accompagna i dipendenti nella procedura di avvio del WBO; l’associazione territoriale, come Legacoop, che assiste nella formazione della cooperativa fornendo gli strumenti necessari e le competenze; il sindacato; le società finanziarie di sistema come CFI e COOPFOND. In alcuni casi la vecchia proprietà, che può continuare ad avere un ruolo operativo pur senza rivestire cariche societarie. Questa opzione, però, è spesso sconsigliata per garantire la necessaria discontinuità all’impresa.
QUANTI SOLDI SERVONO?
Tutto dipende da caso a caso, dallo stato dell’impresa, dalla sua tipologia, dalla disponibilità di finanziamento delle banche. La stima della capitalizzazione iniziale è tuttavia molto importante per porre solide basi alla nascita della nuova società: «Per avviare un’operazione di WBO, i dipendenti normalmente scelgono di investire – in parte o in tutto – gli ammortizzatori sociali garantiti loro dalla legge, impegnando i fondi relativi alla mobilità/cassa integrazione (e in casi più rari, anche il TFR) nel capitale economico della nuova azienda», spiega Viola.
QUALI SONO LE FASI DEL WORKERS BUYOUT?
Dopo la fase preliminare di studio e valutazione, il processo si snoda secondo queste modalità:
Fase 1: Startup. Dotare il progetto della finanza necessaria; contenere l’effetto leva al fine di poter incidere sulla fase 2; evitare l’eccesso di liquidità; guadagnare la fiducia degli stakeholders più diffidenti, fra questi gli istituti di credito e i fornitori, il cui ruolo è determinante per il circolante.
Fase 2: Refill (eventuale). Individuare le azioni correttive, in caso di un risultato di esercizio significativamente inferiore alle previsioni. Oppure, l’impresa deve effettuare un investimento (non previsto nel piano) finalizzato al recupero del fatturato.
Fase 3: Buy (eventuale). Acquisto del ramo di azienda; se la cooperativa deve perfezionare l’acquisto del ramo, questo avviene solitamente entro i 3 anni previsti nel piano iniziale. Se la cooperativa non ha ancora raggiunto una adeguata capacità finanziaria può essere necessario un ulteriore supporto economico.
QUALI SONO LE TEMPISTICHE?
Circa 3 mesi per la fase di valutazione preliminare, un anno per la formazione della cooperativa, 3 anni per il completamento del processo di WBO.
QUALI SONO I CONSIGLI DA SEGUIRE?
I consigli da seguire per un buon WBO, secondo Alessandro Viola di CFI, sono:
– «Essere molto prudenti nelle previsioni, procedere con cautela, tenere le stime al ribasso. Altrimenti, si rischia di partire male»;
– «Essere consapevoli che, se l’azienda era in crisi, la crisi non si risolve automaticamente con il WBO: il processo però aiuta nella sanitarizzazione dell’impresa e del suo processo produttivo».
– «Essere disposti a qualche sacrificio economico, almeno nel primo anno, per un bene più grande: garantire la continuità della cooperativa. Sostituire un obiettivo di breve termine con risultati sul medio-lungo termine».
QUALI SONO I VANTAGGI IMMEDIATI DEL WBO?
Il WBO garantisce nuova linfa ad un’impresa altrimenti a forte rischio. «È il momento in cui ogni lavoratore può, finalmente, dire qualcosa di suo», spiega Viola. «L’opportunità nasce da un momento di crisi: ogni impresa conserva in sé un pezzo di valore e di conoscenza che non merita di essere disperso. I lavoratori, dopo avere scoperto il WBO, se ne innamorano. E possono dare una nuova spinta alla propria vita, lavorativa e non».
(Foto tratta da Flickr, Descartable, Licenza Creative Commons)
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