Innovazione
LIUU, la crowd liquidity a supporto dell’economia post Covid
Le proiezioni sulla crescita del PIL italiano, anche quelle più ottimiste, vedono un tasso di crescita per il 2020 tra il -9 e il -10%. Al di là del rimbalzo auspicabile delle attività del post lockdown e in attesa delle misure del governo e dei fondi del Recovery Fund, siamo dunque appena all’inizio di una fase molto complessa (non solo per l’Italia) e in cui le imprese dovranno affrontare con tutta probabilità un lungo periodo di difficoltà dopo una crisi, quella del 2008, da cui non si erano ancora riprese completamente.
Tra gli strumenti e le soluzioni a sostegno della liquidità delle imprese, le start up innovative rappresentano linfa vitale: un esempio interessante è quello offerto da LIUU, una piattaforma appena lanciata di crowd liquidity.
Ne ho parlato con la co-founder Isabella Sorace.
Nata alla fine degli anni ’80 a Bergamo, Isabella vive e lavora a Zurigo come Transformation Manager per un’importante società di consulenza di direzione e strategica. Dopo la Laurea in Commercio Estero, conseguita presso l’Università degli Studi di Bergamo, e poi un master in Finanza alla Bocconi (laurea specialistica), ha iniziato una carriera già ricca di esperienza tra Tel Aviv, Londra e Milano, lavorando come Strategic Consultant per società di consulenza internazionali. Isabella ci tiene molto a sottolineare come tra i suoi obiettivi ci sia anche quello di aumentare la rappresentanza femminile nel settore in cui lavora, ancora fortemente caratterizzato da una leadership maschile.
La crisi del Covid ha mostrato forse in modo inequivocabile che l’economia è reale per definizione e che il denaro non si crea dal nulla: un tuo commento
Io penso che il lock down abbia decisamente reso più evidente cosa voglia dire “far girare l’economia”. Già nelle prime settimane di questo periodo storico, in molti hanno chiesto allo stato di intervenire, in termini di provvigione di fondi a quelle persone ed aziende che stavano soffrendo a causa della chiusura forzata. Purtroppo, questo non è stato né sarà sufficiente: il vero problema causato dal lock down è che la liquidità generata da chi ancora ha continuato a lavorare, o ricevuta da chi è stato aiutato dallo stato, non è rientrata in circolazione, ma si è trasformata in risparmio.
A fronte di molte, troppe, famiglie che hanno sofferto per un reddito ridotto ai minimi (se non inesistente), molti altri nuclei familiari hanno continuato a guadagnare quanto prima o poco meno, e semplicemente hanno smesso di spendere. È qui, a mio parere, che nasce il problema all’economia: la crisi che stiamo vivendo è prima di tutto una crisi della domanda, ed è una crisi di carattere tecnico. Se chi ancora ha capacità di spesa continuasse a spendere come ha sempre fatto, la crisi sarebbe di dimensioni ridotte, e allora sì che gli aiuti statali potrebbero davvero fare la differenza.
Che cos’è la crowd liquidity?
La crowdliquidity – parola che nasce dalla fusione di crowd e liquidity – è un processo collaborativo attraverso il quale un gruppo di persone può aiutare un’attività esistente che si trovi in una situazione di difficoltà temporanea, legata a mancanza di liquidità. Il supporto avviene tramite l’offerta immediata di liquidità all’attività commerciale che, a fronte del pagamento ricevuto ‘oggi’, offre un prodotto o servizio di cui usufruire in un tempo futuro.
E come funziona Liuu?
LiUU è la prima piattaforma dove le aziende possono aprire una campagna di crowdliquidity. Essenzialmente, attività commerciali esistenti possono aprire un profilo sul nostro sito, dichiarare di quanta liquidità hanno bisogno, ed offrire prodotti e servizi con una data di consegna futura. Per esempio, un ristorante può offrire oggi ai suoi clienti di prenotare e pagare il pranzo di Natale, a fronte di un piccolo sconto: in questo modo il ristorante ottiene in anticipo dei fondi che avrebbe comunque ottenuto in futuro, e può usarli per coprire le spese correnti in questo periodo di vendite ridotte.
Nei corsi di marketing quando si parla di positioning si chiede di descrivere in una breve frase un business (es., azienda che vende mobili che ciascuno può montare da sè): potresti fare la stessa cosa per Liuu?
LiUU é una piattaforma che permette alle attività commerciali di monetizzare oggi le loro vendite future
In che modo Liuu può aiutare le aziende italiane ai tempi del Covid?
Con LiUU, le aziende possono facilmente vendere in anticipo prodotti e servizi futuri. Noi ci rivolgiamo principalmente ad esercizi e attività commerciali, che LiUU aiuta anche nel processo di digitalizzazione in due modi:
- Quello che offriamo è essenzialmente un e-commerce a costo zero: noi guadagniamo solo una piccola percentuale sulle transazioni, l’apertura di una campagna è gratuita. Ancora nel 2020 molte aziende vendono solo in modalità analogica, e se non cambiano sono destinate a scomparire (indipendentemente dal Covid): con LiUU abbiamo creato un modo semplice e intuitivo per aprire uno shop online, qualsiasi sia il business di provenienza.
- In aggiunta all’offerta esistente, stiamo sviluppando una novità importante: vogliamo aiutare queste piccole realtà a farsi spazio e posizionarsi nel mondo dei social, per attrarre nuovi clienti o comunque aumentare le loro vendite. Questa è una sfida complessa, ma siamo convinti sia necessaria se vogliamo veramente aiutare le piccole aziende, in Italia come nel resto del mondo
Il mondo delle start up italiane è fatto di innovazione e dinamismo ma anche di retorica (leggi la storia di Straberry): ti va di dirci la tua al riguardo?
Ovviamente non posso commentare il caso Straberry, ma capisco il senso della domanda. Spesso start up come la nostra vengono vendute al pubblico come esempi positivi, ma poi nel background ne succede di ogni. La ragione è, a mio parere, semplice: l’obbiettivo di queste aziende è spesso solo quello di fare profitto, a qualsiasi costo.
Spero di non scadere nella retorica, ma LiUU cerca davvero di distaccarsi da questo modello. Io vengo dal mondo della consulenza che è noto per essere abbastanza estenuante per chi ci lavora e, con il mio co-founder Greg Brown, ci siamo ripromessi di creare un ambiente salutare per i nostri collaboratori. Al momento ci finanziamo da soli, quindi l’azienda non ha impiegati full time, ma abbiamo sempre assunto i nostri collaboratori in piena trasparenza (tramite contratti da freelancer e simili), e continueremo a farlo. Personalmente, se l’unico modo per fare profitto con LiUU fosse quello di sfruttare i nostri collaboratori, o far pagare prezzi esorbitanti per i nostri servizi, deciderei di chiudere, perché andrebbe contro i principi sui quali abbiamo costruito la piattaforma.
Quali sono le principali sfide che Liuu ha di fronte?
La nostra sfida maggiore é data dal nostro modello di business: il successo di una campagna dipende dalla visibilità della campagna stessa, e al momento LiUU è ovviamente poco visibile. La crowdliquidity funziona come un’economia di rete: se nessuno ci conosce, è perfettamente inutile, quindi la nostra sfida maggiore, al momento, è creare una rete di utenti attivi, che possano poi sostenere concretamente le varie campagne aperte.
Un’altra sfida, non meno importante, sarà poi quella di raggiungere tutte quelle imprese che semplicemente non si trovano online – che sono quelle che hanno più bisogno dei nostri servizi.
E i competitor?
La crowdliquidity nasce come un’alternativa al crowdfunding, quindi alcuni competitor sono sicuramente le piattaforme di crowdfunding esistenti. Non siamo però preoccupati di competere con aziende come Kickstarter, in quanto ci rivolgiamo ad un pubblico diverso: loro si occupano di progetti innovativi che hanno bisogno di capitale iniziale, noi aiutiamo imprese esistenti a raccogliere liquidità.
Altri competitor sono piattaforme di e-commerce per artigiani (ad esempio Etsy), o siti che vendono voucher come Groupon. Anche in questi casi, la nostra offerta si differenzia dalla loro – per quanto simili in parte ad alcune piattaforme, ci siamo assicurati di creare un concetto nuovo (la crowdliquidity) che ci permette di avere una strategia che in marketing si chiama “Blue Ocean” – almeno finché non si creeranno nuove piattaforme di crowdliquidity come la nostra.
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