Innovazione
“L’Intelligenza artificiale non esiste” e non potrà sostituire l’Uomo
“L’Intelligenza artificiale non esiste. Nessun senso salverà le macchine” è stato scritto da Fabio Ferrari (ingegnere, PhD in Meccanica avanzata e design & technology dell’automotive e fondatore di Ammagamma, azienda che opera nel campo dell’Intelligenza artificiale), edito da “Il Sole 24 Ore” e presentato al Salone del Libro di Torino del 2023.
Il libro, attraverso il dialogo fra l’autore e vari interlocutori fra cui manager, intellettuali, accademici e giornalisti, propone una serie di approfondimenti sull’essenza e sull’applicazione dell’Intelligenza artificiale (IA), smontando qualche falso mito imperante.
Attualmente, infatti, la percezione dell’IA, complici anche le vicende e i timori legati a ChatGPT, appare spesso negativa e viene associata alla marginalizzazione di un essere umano sempre più passivo nell’interazione con questa tecnologia. Leggendo il libro, tuttavia, si fa strada un’altra narrazione, in cui le imprese – attraverso applicazioni etiche e trasparenti dell’IA – possono avvalersi di strumenti fondamentali per l’analisi dei dati, l’efficientamento di processi e produzione, la previsione della domanda, la programmazione di approvvigionamenti e magazzini e, in generale, il miglioramento organizzativo. Uno degli aspetti più interessanti è poi quello collegato all’ottimizzazione dei sistemi energetici, volta a ridurre i consumi e l’impatto ambientale e, per questo, fondamentale in un’ottica ecologica.
Ne emerge l’importanza di una innovazione non tecnocratica e di un’IA ai cui algoritmi lavorino competenze diverse e trasversali, che saranno ancora più determinanti per i più recenti sviluppi collegati all’IA Generativa. Dunque, sono e saranno proprio le persone, la cui intelligenza è tutt’altro che artificiale, a fare la differenza.
“Il matematico fuori posto”: il contributo di Stefano Venier
La centralità della persona, per esempio, è il fulcro del primo capitolo del libro, in cui l’autore si confronta con l’Amministratore Delegato di Snam Stefano Venier, nel comune auspicio di un nuovo umanesimo, di un nuovo approccio alla simbiosi tra uomo e tecnica.
Secondo Venier, infatti, “l’innovazione è un tema gigantesco che non può essere liquidato nei termini di un semplice upgrade tecnologico, ma va pensato attraverso la ricerca di un’armonia fra l’innovazione stessa e i sistemi sociali in cui essa si innesta. Le imprese, per esempio, dovrebbero presidiare adozione e implementazione dell’IA nel quadro della più complessiva strategia dell’organizzazione e, in ultima istanza, dello scopo sociale che giustifica la loro stessa esistenza.”
Insomma: il matematico di oggi, come sottolinea anche Ferrari, è “fuori posto” non quando tocca i temi delle relazioni sociali ma quando “sceglie di confinarsi nei dipartimenti tecnici e di non considerare tutte le possibili dimensioni dei molteplici impatti della matematica sulle persone.”
Secondo il CEO di Snam, a sua volta, “è importante che i manager adottino l’approccio della cosiddetta ‘dual-minded leadership’, facendo sì che anche i progetti a più alto tasso di innovazione tecnologica siano in capo a tavoli di lavoro cui siedono competenze, culture e sensibilità diverse.” In questo modo, come ha sostenuto altrove lo stesso Venier, diventa possibile “affrontare i problemi in quel modo creativo che permette di pensare out of the box e di trovare le soluzioni che nessun silos potrà mai contenere.”
Tutto questo, come accennato, sembra diventare ancora più urgente se consideriamo le potenzialità dell’Intelligenza artificiale generativa: “nel diventare ‘creativa’ – osserva sempre Venier – l’Intelligenza artificiale dismette i panni del semplice strumento e veste quelli dell’interlocutore, cioè di un soggetto con cui bisogna imparare a interfacciarsi per educarlo a quella conversazione che lo farà crescere correttamente, in sintonia con i valori e gli obiettivi che sono al centro delle sfide economiche, ecologiche e sociali del nostro tempo.”
Un invito alle imprese, dunque, ma anche alle istituzioni, europee in primis: “perché non pensare – suggerisce l’AD di Snam – che alla just transition energetica se ne possa affiancare un’altra, di natura tecnologica, che governi questi cambiamenti a tutela di tutti gli attori in campo?”
Conclusioni
Attraverso i vari dialoghi con gli esperti, il libro di Ferrari riesce a dare una prospettiva che porta il lettore ad adottare un approccio riflessivo e ponderato, a debita distanza da un certo terrorismo, ma anche dai più acritici entusiasmi.
L’Intelligenza artificiale è in sintesi uno strumento che, se impiegato con responsabilità, può portare vantaggi concreti all’individuo, all’ambiente e alle dinamiche operative aziendali. Può togliere la fatica del calcolo e della comprensione di grandi quantità di dati permettendo all’uomo di vivere meglio nel proprio contesto, interpretandolo più correttamente.
Non va dimenticato infine che l’IA non può sostituire l’uomo in quanto la sua stessa esistenza è strettamente legata all’intelligenza creativa che la elabora, e il coinvolgimento di matematici, imprenditori, accademici e cittadini è indispensabile nello sviluppo corretto di nuove soluzioni.
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