Innovazione

L’alta tecnologia è un’importante leva per la crescita del Mezzogiorno

20 Gennaio 2021

«In un contesto di forte ritardo, caratterizzato da gap strutturali rilevanti, l’alta tecnologia rappresenta un’importante leva per la crescita del Mezzogiorno, favorendo lo sviluppo di competenze ed occupazione qualificata, attirando investimenti innovativi e innalzando il contenuto tecnologico delle esportazioni».

È quanto si legge in una relazione di Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo, che sottolinea come sia rilevante per il Sud Italia l’alta tecnologia. In Italia il peso di questi settori, in termini di addetti, raggiunge il 17,5%, sull’occupazione complessiva. «Le regioni del Mezzogiorno – spiega De Felice – si posizionano su un livello solo leggermente inferiore (16,9%) ma in quattro di esse (Sicilia, Sardegna, Calabria e Campania), l’incidenza dell’alta tecnologia supera quella osservata a livello nazionale, grazie anche alla presenza di alcune grandi imprese. In Sicilia, in particolare, l’alta tecnologia pesa più di un quinto sull’occupazione totale regionale, grazie alla specializzazione nel settore ICT, mentre in Campania e in Puglia emerge la rilevanza del settore aerospaziale. In generale sono presenti sei poli ad alta tecnologia, a cui si affiancano altre molteplici esperienze specializzate in tecnologie avanzate (automotive, meccatronica, servizi ICT)»

Si è discusso di questo e molto altro oggi durante il webinar, organizzato dalla Fondazione Ricerca e Innovazione e da Intesa Sanpaolo, dedicato proprio alle nuove leve per lo sviluppo del Sud del nostro Paese.

I lavori sono stati aperti dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi e da Alessandro Profumo, presidente del consiglio di sorveglianza Fondazione R&I e amministratore delegato di Leonardo a cui hanno fatto seguito le relazioni di Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, e di Riccardo Varaldo, presidente del consiglio di gestione della Fondazione R&I.

Ha concluso la giornata dei lavori – introdotta e coordinata da Giuliano Amato, Vicepresidente della Corte Costituzionale – la tavola rotonda dedicata a ricerca, alta formazione e industria e finanza quali leve per un nuovo sviluppo del Sud Italia alla quale hanno preso parte Massimo Deandreis, presidente GEI e direttore SRM Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo, Fabrizio Landi, vice presidente Fondazione R&I e presidente TLS, Matteo Lorito, magnifico rettore Università degli Studi di Napoli Federico II, Gian Paolo Manzella, sottosegretario ministero dello sviluppo economico, Paolo Scudieri, presidente Adler Pelzer Group e associazione nazionale filiera industria automobilistica, Anna Tampieri, direttore ISTEC-CNR e presidente ENEA Tech.

«Intesa Sanpaolo riconosce e promuove il ruolo dell’innovazione quale driver della crescita sostenibile e inclusiva anche nel Mezzogiorno». Ha dichiarato Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo. «La presenza di due dei nostri Innovation Hub a Napoli e a Bari mira a rafforzare le connessioni tra le avanguardie tecnologiche e il tessuto imprenditoriale del Sud con una forte prospettiva verso l’economia green. Nell’ambito del nostro plafond dedicato alla circular economy, al Sud sono stati finanziati 28 progetti, altri sono in cantiere, per un’erogazione che, complessivamente, si attesterà attorno ai 100 milioni e che stimolerà il sistema produttivo e favorirà l’accesso di 22 aziende nel programma Elite di Borsa italiana».

Il potenziamento del tessuto produttivo nei settori ad alta tecnologia peraltro è cruciale anche per mantenere sul territorio le competenze che attualmente cercano opportunità altrove. Nel periodo 2012-2018 circa 132mila laureati sono infatti partiti dal Mezzogiorno, verso altre regioni italiane o all’estero.

«Leonardo, che al Sud vanta una parte importante della sua forza industriale e manifatturiera, è pronta a mettere a disposizione dell’Italia le sue capacità e competenze per facilitare l’evoluzione tecnologica del Paese», ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo. «Nella consapevolezza che non vi sia futuro senza digitalizzazione e in linea con il nostro piano ‘Be Tomorrow – Leonardo 2030’, abbiamo progetti che coinvolgono fortemente il Mezzogiorno per colmare il ‘digital divide’ nelle aree a bassa connettività, il monitoraggio e la sorveglianza dei territori ‘fragili’ e la realizzazione di smart cities. Tra le iniziative già intraprese al Sud all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, spicca l’investimento da circa 100 milioni di euro per la modernizzazione dello stabilimento di Leonardo a Pomigliano d’Arco e le capacità, che ci proiettano verso il futuro, di cui dispone il nostro hub di Matera per l’osservazione della Terra».

 

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