Innovazione

La Polonia al bivio tra innovazione e conservazione

11 Luglio 2016

Un centro per l’innovazione

Se un imprenditore dovesse decidere in quale paese europeo lanciare un business, la Polonia sarebbe, allo stato attuale, una scelta senza dubbio vincente. I dati parlano chiaro: secondo il rapporto Doing Business della Banca Mondiale relativo al 2016 , il paese si posiziona al venticinquesimo posto su 189 economie prese in esame.

Uno dei settori dell’economia polacca che negli ultimi anni ha dimostrato una particolare dinamicità è quello della tecnologia dell’informazione. Il sito AngelList registra ben 923 start-up polacche, segnalando un valore medio di 3,9 milioni di dollari.

Probabilmente la più grande risorsa su cui la Polonia può contare è il suo capitale umano qualificato. Più del 40% degli adulti tra i 25 e il 34 anni possiede una laurea o un titolo di studio equivalente. Inoltre i polacchi, in media, parlano un ottimo inglese: si posizionano al nono posto su 70 paesi, secondo l’English Proficiency Index.  L’ educazione tecnico-scientifica è così diffusa che la ricerca di sviluppatori polacchi è diventata un trend per le aziende tecnologiche e le start-up statunitensi.

Il settore IT è stato in crescita costante per tutti gli anni dal 2000 al 2011, reggendo bene anche alla crisi finanziaria.

IT polish mkt

La Polonia, da patria dell’outsourcing per paesi più ricchi è diventata un incubatore di progetti imprenditoriali innovativi: dalla creazione di servizi online per il marketing o per il recruiting, allo sviluppo di videogames, alla stampa 3D.

Non è improbabile che il settore tecnologico continuerà a espandersi nei prossimi anni e necessiterà sempre più di risorse umane e finanziarie.

I venti del nazionalismo

Dopo le elezioni del 2015, con la vittoria del partito Libertà e Giustizia (PiS) la politica nazionale ha subito una decisa svolta a destra. Le controverse riforme costituzionali, l’aumento della sorveglianza digitale, la recrudescenza del nazionalismo violento e la crescita delle destre estreme: tutto questo potrà avere un impatto negativo sulla crescita economica e sulla possibilità di attrarre investimenti.

Gli attacchi ai danni di stranieri e le dichiarazioni politiche a sfondo razzista sono aumentate negli ultimi mesi, successivamente agli attentati di Parigi e Bruxelles e in risposta alla crisi dei rifugiati. Diverse organizzazioni di estrema destra, dichiaratamente fasciste e xenofobe, hanno acquisito sempre più visibilità.

Attrarre talenti su scala globale potrebbe rivelarsi in futuro molto difficile per le aziende polacche, a fronte della chiusura delle frontiere e dell’atteggiamento negativo nei confronti dell’immigrazione.

Anche i diritti delle donne, degli omosessuali e dei transessuali sono minacciati dalla propaganda cattolica oltranzista del governo del PiS. È stata presentata in aprile una proposta di legge che prevede di criminalizzare l’interruzione di gravidanza in tutti i casi, compreso quello di stupro o di serio rischio per la vita della madre.

L’economia digitale – basata essenzialmente sull’innovazione e sullo scambio di idee – potrebbe risentire in modo particolare del presente clima politico. Come scrive il Alec Ross nell’introduzione del suo libro Il nostro futuroL’innovazione non si verifica in ambienti chiusi, e le imprese continueranno a tenersi alla larga da paesi che mantengono politiche di genere limitanti”. Ross cita le politiche di genere, ma ovviamente il paradigma vale anche per le minoranze etniche, religiose e sessuali.

Il nazionalismo e la xenofobia che avvelenano l’atmosfera politica sono la forza che si oppone alla crescita. Il cosmopolitismo e l’apertura dovrebbero rappresentare il carburante per qualsiasi economia moderna. Quello stesso carburante che, dal 1989 in poi, ha trasformato la Polonia da una fragile economia post-comunista a uno degli stati che hanno retto meglio alla crisi finanziaria del 2008.

I prossimi anni, fino alle elezioni politiche del 2019 saranno il banco di prova, a cui la Polonia dovrà sedersi per decidere da che parte stare. Dalla parte dei suoi cittadini, dei suoi imprenditori e di tutti coloro che sono disposti a darle fiducia – oppure dei suoi fantasmi nazionalisti e populisti, che rischiano seriamente di compromettere i suoi punti di forza, le sue – per ora ancora rosee – opportunità di diventare un punto di riferimento per l’innovazione in Europa.

 

 

 

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