Innovazione
Innovazione e democrazia: Yezers incontra Marco Cappato
La tecnologia e la scienza stanno ormai acquisendo un potere di trasformazione della vita dei cittadini che rischia di marginalizzare il ruolo del diritto e della politica. Ciò avviene perché la democrazia è ancora troppo lenta nel rincorrere i cambiamenti che la rivoluzione tecnologica sta apportando nella società. La missione è quindi, oggi, quella di innovare la democrazia e i suoi strumenti, rispettando i principi di uguaglianza e di libertà. Ma in che modo questo potrà avvenire è ancora oggetto di discussione e non poche sono le criticità.
Il tema dell’innovazione della politica e della democrazia è stato al centro dell’incontro telematico organizzato da Yezers venerdì 15 maggio con Marco Cappato, coordinatore del “World Congress for Freedom of Scientific Research” e tesoriere dell’associazione “Luca Coscioni”. Da sempre impegnato sul fronte dei diritti civili (privacy, diritto all’eutanasia legale, liberalizzazione delle droghe leggere), è stato membro del Parlamento Europeo dal 1999 al 2004 e poi ancora dal 2006 al 2009.
Nel corso dell’incontro, Cappato ha affrontato la questione dell’innovazione della democrazia evidenziando l’importanza della transnazionalità delle politiche e della partecipazione diretta dei cittadini nelle scelte decisionali, analizzando il ruolo della tecnologia e il contesto geopolitico.
Il primo aspetto da considerare nell’inquadrare il discorso dell’innovazione della democrazia risiede nella constatazione che ormai la politica rappresentativa, nella sua dimensione nazionale, è incapace di affrontare temi che richiedono una risposta transnazionale. “Il vero gioco della politica è nazionale”, spiega Cappato. “Persino a livello europeo gli scontri interni ai singoli paesi condizionano le politiche. Basti pensare a Macron che, seppur eletto con una grande spinta europeista, in Europa è costretto a fare gli interessi della Francia”. I cambiamenti climatici, la risposta alla crisi Covid-19, l’intelligenza artificiale, sono tutte sfide in cui la dimensione dello stato nazionale risulta inadeguata e parziale.
Per quanto riguarda il ruolo della tecnologia nella democrazia diretta – che secondo Cappato sarebbe più corretto definire partecipativa o deliberativa per evidenziare, oltre all’aspetto del voto, anche quello della discussione e del confronto – l’ago della bilancia sarà la qualità che essa assumerà nella vita dei cittadini. “La tecnologia può essere usata per manipolare le persone, con un’efficacia mai vista nella storia, oppure per l’empowerment del cittadino, per dargli il potere di essere informato, di discutere, di decidere unendosi agli altri.” Quale di queste strade sarà privilegiata non è facile da prevedere; tutto dipenderà da scelte politiche, regole e investimenti.
Un esempio di come il superamento della dimensione nazionale e il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte politiche possano concretizzarsi in un’iniziativa legislativa, è racchiuso nella campagna Stop Global Warming, promossa da Cappato con l’intento di raccogliere un milione di firme entro il 20 luglio in almeno 7 paesi dell’UE, in modo tale da poter presentare la proposta alla Commissione Europea (qui il sito della campagna, ndr). “L’obiettivo dell’iniziativa”, spiega Cappato, “è quello di fare in modo che venga approvata una legge in cui si fissi un prezzo minimo per le emissioni di CO2. Ciò potrà essere raggiunto con diverse modalità, ad esempio attraverso l’ETS (Emission Trading System) o con una carbon tax diretta”. La proposta avrebbe anche un’importante dimensione di compensazione sociale, poiché “potrebbe generare un gettito tra i 150 e i 180 miliardi di euro l’anno, che potrebbero essere usati principalmente per ridurre le tasse sul lavoro, in particolare sui redditi più bassi e poi magari anche per incentivare in parte il risparmio energetico e le fonti rinnovabili”.
La campagna assume una rilevanza non secondaria in questo momento storico in cui il climate change è uscito dall’agenda politica per l’insorgere dell’emergenza sanitaria. Inoltre, a differenza delle mobilitazioni precedenti – che hanno focalizzato l’attenzione dei cittadini sul tema ma offrivano una proposta debole in termini risolutivi – coniuga libertà economica e sostenibilità ambientale. “Il rischio è che con il petrolio al record del prezzo più basso della storia recente, l’urgenza della ripresa economica possa addirittura farci tornare indietro a delle modalità di produzione più sporche e inquinanti, proprio per accelerare la ripresa dei posti di lavoro”, spiega Cappato.
Al termine dell’incontro ha preso piede una riflessione sull’Occidente democratico e il contesto geopolitico. Riprendendo un’affermazione di Marco Pannella, che nei primi anni Duemila auspicava la creazione degli Stati Uniti d’Europa e d’America, Cappato ha evidenziato l’importanza di mantenere saldo l’asse che lega, ormai dal secondo dopoguerra, l’Europa e gli USA, individuando nella Russia e nella Cina due competitor con un alto deficit di democrazia. L’incognita, in questo stato di cose, saranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del prossimo novembre. “Trump è stato esplicito nel considerare neutro, dal punto di vista della politica estera, il connotato democratico o non democratico dei paesi con cui ha a che fare. Per lui è la stessa cosa: l’importante è seguire l’interesse degli USA, che poi si abbia a che fare con una dittatura o con una democrazia, non cambia”.
Pertanto, l’Italia e l’Europa, per evitare di essere soppiantate da un modello tecnocratico che unisce tecnologia ed autoritarismo, dovranno innovare la democrazia e spingere affinché si ricostruisca il rapporto con gli USA e si consolidi quello con le democrazie in generale.
Francesco Giorgi
Membro della Redazione di Yezers
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