Innovazione
In Italia l’innovazione deve passare dalla Smart City
La Smart City ha acquistato sempre maggiore rilevanza sia nel dibattito pubblico sia nell’interesse degli investitori e delle istituzioni pubbliche. La ragione, da un lato, è sicuramente la vasta disponibilità di soluzioni tecnologiche, dall’altro, il crescente interesse verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica che è emerso nell’ultimo decennio.
In Italia, a partire dal 2010, è nato il progetto BES a cura dell’ISTAT, per misurare il benessere equo e sostenibile, con l’obiettivo di integrare gli indicatori delle attività economiche (primo fra tutti il PIL, Prodotto Interno Lordo) con le dimensioni del benessere, con misure relative alle disuguaglianze e alla sostenibilità. Dal 2016 il BES è anche parte della programmazione economica.
Oggi, la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle aree urbane. Nel 2021 erano circa 4,45 miliardi pari al 56 percento del totale e questa tendenza è destinata a crescere portando a oltre 6,7 miliardi il numero delle persone che vivranno nelle città nel 2050 (il 66 per cento della popolazione mondiale). Le città sono quindi responsabili del 75 per cento della produzione dei rifiuti, dell’80 per cento delle emissioni di gas serra e del 75 per cento del consumo di energia. In Italia la popolazione urbana nel 2021 era pari a 44,5 milioni (75,5 per cento del totale), ed è previsto che raggiunga 45,3 milioni nel 2050 (83,5 per cento della popolazione).
A fotografare le città di oggi, ma guardando al futuro, è il primo rapporto “L’Italia delle città intelligenti e sostenibili” realizzato dal Centro Studi TIM in collaborazione con gli Osservatori Smart City e Startup Intelligence del politecnico di Milano e con il dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti del CNR. Il rapporto è stato presentato a Roma alla presenza di Pietro Labriola, amministratore delegato che insieme ad Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer TIM ha illustrato le prospettive di sviluppo della Smart City in Italia e i servizi digitali che il gruppo rende disponibili alla Pubblica Amministrazione e agli enti locali. All’evento hanno preso parte anche il sindaco di Assisi Stefania Proietti e il direttore generale Innovazione Tecnologica e Digitale del Comune di Milano Guido Arnone, per confrontarsi su quanto già realizzato e sul futuro di due città diverse per caratteristiche ma molto importanti.
Tim «nelle prossime settimane annuncerà un nuovo programma» che cercherà di contribuire «allo sviluppo e all’innovazione delle aziende, anche con degli elementi tipici che non è necessariamente l’iniezione di capitale all’interno delle aziende, ma anche con alcuni asset che abbiamo a nostra disposizione», annuncia Pietro Labriola, aprendo il convegno, sottolineando quanto il gruppo debba avere il coraggio di innovare, prendendosi il ruolo di leader in processi come questi.
La Smart City è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso delle tecnologie digitali e delle telecomunicazioni a vantaggio dei suoi abitanti e delle imprese. Si tratta di una città che gestisce le risorse in modo intelligente, mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, ed è attenta alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. Una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. Significa reti di trasporto urbano più intelligenti, approvvigionamento idrico potenziato e strutture per lo smaltimento dei rifiuti e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e soddisfare le esigenze di una popolazione che invecchia. Le città intelligenti comprendono diversi settori come l’assistenza sanitaria, i trasporti, l’acqua, la vita assistita, la sicurezza e l’energia.
Il progressivo sviluppo delle tecnologie di analisi dei Big Data può mettere a disposizione strumenti in grado di individuare tempestivamente gli aspetti critici (traffico, incidenti, sicurezza), pianificare meglio i processi (raccolta rifiuti, lavori di manutenzioni, gestione arredi urbani e aree verdi) e trasformare la vita nelle città in modo più rispondente alle attese dei cittadini. Gli indicatori di qualità della vita urbana possano registrare miglioramenti tra il 10 per cento ed il 30 percento (dati McKinsey; ndr).
Dallo studio presentato da Giordana Castelli, coordinatrice Progetto Urban Intelligence del CNR, emerge che in Italia sono sempre più numerosi i comuni che hanno iniziato a progettare la Smart City e, secondo le stime, al 2027 gli investimenti in soluzioni ICT per le città intelligenti cresceranno fino a circa 1,6 miliardi di euro, mentre a livello globale il totale della spesa in Smart City raggiungerà un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari.
Nel periodo tra il 2023 e il 2027, le applicazioni Smart City basate su 5G, IoT e Intelligenza Artificiale in Italia contribuiranno a ridurre complessivamente di circa 6,5 miliardi di euro i costi del traffico cittadino e di oltre 400 milioni di euro quelli legati all’inquinamento urbano grazie a una migliore programmazione del trasporto, pubblico e privato, e dei flussi turistici. Le nuove tecnologie consentiranno inoltre una riduzione annuale di circa 650mila tonnellate di emissioni di CO2, ad indirizzare l’industria del turismo e ad ottimizzare i servizi per i cittadini.
La Smart Mobility, per esempio, è un tema sempre più centrale per i comuni italiani. Si tratta di una mobilità “a misura di cittadino” che si avvale della tecnologia per aumentare l’efficienza dei trasporti e ridurre l’impatto ambientale e quasi 9 comuni su 10 (88 per cento) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti lo considerano rilevante o fondamentale. Oltre all’interesse, cresce anche il numero di progettualità in campo: il 59 per cento dei comuni rispondenti ha dichiarato di aver avviato almeno un progetto di Smart Mobility nel 2021, evidenzia il Politecnico di Milano ma si tratta comunque di iniziative embrionali.
Lo studio realizzato dal Centro Studi di TIM analizza inoltre anche diversi “use case” realizzati da TIM Enterprise, la Business unit di TIM dedicata alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, che sta supportando i progetti di tante amministrazioni con la soluzione TIM Urban Genius, sul modello già realizzato con successo in comuni, tra cui Assisi e Cairo Montenotte, a partire da Venezia.
«Sulla Smart City c’è tanta confusione, la parola viene spesso utilizzata come un contenitore adatto a tutto e così si rischia di depotenziare le scelte di sindaci e amministratori che hanno un ruolo fondamentale nell’innovazione dei territori che governano. Noi stiamo dando alle città una cosa concreta, una piattaforma di raccolta ed elaborazione dei dati utili per far crescere l’economia, il governo e la sostenibilità delle città; questa è la Smart City», afferma Elio Schiavo, spiegando che TIM Urban Genius è la prima piattaforma di intelligenza urbana che consente a tutte le amministrazioni italiane di rendere i loro territori intelligenti, perché fonte primaria di raccolta di informazioni utili per la vita dei cittadini.
«Siamo la piattaforma Ict più grande del paese, una piattaforma che eroga servizi di connettività, di colocation, di cloud di infrastrutture applicazione cloud, Iot e cibersecurity», sottolinea Schiavo. «Però la cosa più importante è che siamo consapevoli che ci sono molte realtà nel paese che fanno alcune o tutte queste cose, noi siamo gli unici che eroghiamo servizi proprietari. Queste cose ce le abbiamo, non le compriamo da nessuno, le costruiamo noi ed eroghiamo prodotti e servizi in maniera proprietaria e quindi questo è il vero asset distintivo di Tim».
Secondo una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things e dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano, i trend di innovazione tecnologica in città rappresentano sempre più un trampolino di lancio per le startup che si vogliono cimentare nei settori Smart City e Smart Building. L’osservatorio ha analizzato 307 startup IoT a livello mondiale che hanno sviluppato soluzioni in questi ambiti. Di queste, il 69 percento ha ricevuto finanziamenti da parte di investitori istituzionali negli ultimi 3 anni, per un totale di 8,5 miliardi di dollari. A fare da apripista troviamo gli Stati Uniti, dove sono allocate il 44 per cento delle risorse totali, con una media di 49 milioni di dollari ricevuti da ogni startup. L’Italia, invece, risulta ancora indietro e dimostra difficoltà nella raccolta di finanziamenti, che rappresentano solo lo 0,4 per cento dei finanziamenti totali rilevati. Le startup del settore puntano sullo sviluppo di software abilitanti e sui temi di gestione degli scenari, monitoraggio energetico e sicurezza.
Il gruppo, oggi, con l’Open Innovation, ha premiato i vincitori della TIM Smart City Challenge, l’iniziativa di scouting lanciata per favorire la crescita dell’ecosistema Smart City italiano, in collaborazione con alcuni dei principali attori in questo ambito, che ha coinvolto circa 170 startup, scaleup e aziende innovative chiamate a presentare soluzioni per rendere le città sempre più intelligenti, sicure e sostenibili, attraverso applicazioni integrabili nella piattaforma di intelligenza urbana TIM Urban Genius. Oltre il 70 per cento dei progetti è italiano, con forte interesse anche di società estere (israeliane, francesi e spagnole).
In particolare, il premio TIM è stato assegnato a Mine Crime, per la soluzione che mette a disposizione una fonte di dati geolocalizzati sugli illeciti urbani utilizzabile per accrescere la sicurezza nelle città. Con la società è già stato siglato un accordo di collaborazione per lo sviluppo e l’integrazione di soluzioni in questo ambito.
Il premio CNR, dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti (DIITET), è andato a iMOI per la soluzione iCAM3D, un sistema di rilevamento metrico in 3D che semplifica le attività di accertamento e misurazione, ottenendo gemelli digitali di incidenti, scene, aree specifiche e oggetti. Il premio Edison NEXT al progetto di UTwin che valorizza i dati degli edifici creandone gemelli digitali per ottimizzare le attività di gestione di asset, strutture, energia e sensori. Il premio eFM alla soluzione di Foot Analytics che consente di monitorare l’utilizzo degli spazi all’interno degli uffici abilitando una gestione degli edifici efficace e in tempo reale. Il premio Intesa Sanpaolo Innovation Center a G-move, una piattaforma che fornisce statistiche sulle presenze per ottimizzare la gestione degli spazi fisici, per esempio in negozi, aree urbane e mezzi di trasporto. Il premio Osservatorio Bikeconomy a Pin Bike, un sistema brevettato per il monitoraggio e la certificazione degli spostamenti urbani in bicicletta che permette il rilascio di incentivi economici agli utenti che utilizzano questo mezzo di trasporto. Il premio dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano a Open Stage per il suo totem tecnologico, prenotabile tramite app, che mette a disposizione degli artisti di strada una piattaforma di gestione e le attrezzature tecnologiche necessarie per esibirsi dal vivo.
Lo sviluppo della Smart City richiede una vista trasversale e intersettoriale, in grado di creare sinergie tra i diversi ambiti di sviluppo, dalla mobilità all’energia, fino ai servizi ai cittadini. Per poter dare significato ed estrarre valore dai dati generati dalle molteplici reti di sensori (presenti e future) e per sfruttarli al meglio anche in chiave di una maggiore sostenibilità ambientale occorre inoltre una regia tecnologica e gestionale unica e multidisciplinare che faccia interloquire i diversi attori coinvolti nello sviluppo della città intelligente (IoT, cloud, connettività, IA, cybersecurity, start-up), nel pieno rispetto dei principi fondamentali di tutela della privacy prevista dal quadro normativo europeo. Perché questo possa avvenire è necessario intervenire anche sui processi di acquisto e gestione delle amministrazioni locali favorendo la standardizzazione ed esportabilità dei modelli di successo.
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