Innovazione

Dopo la privacy, compagnie telefoniche nel mirino? Parola di hacker

10 Maggio 2019

L’hanno definita una lunga settimana e sono partiti con l’attacco agli ordini degli avvocati, mettendo in rete mail e password delle pec di migliaia di professionisti tra i quali anche la sindaca di Roma Virginia Raggi. Il gruppo italiano di hacker che fa riferimento a LulzSec racconta agli Stati Generali che cosa sta rappresentando questa settimana di “violazioni”.

“La linea come sempre è quella di rivolta contro una politica che non rispetta le proprie regole, e contro avvocati che difendono l’indifendibile. Visto che le segnalazioni di intrusioni informatiche vanno denunciate al Garante della Privacy, e noi abbiamo bucato il garante stesso… Possiamo supporre che in Italia a nessuno interessi della protezione dei dati?”. Anche il Garante è finito nel mirino degli attacchi informatici. “Le informazioni oggetto di violazione non riguardano il sito del Garante, bensì un’applicazione esterna, non più attiva a seguito dell’entrata in vigore del GDPR se non come registro pubblico, e quindi contenente dati già accessibili”, ha fatto sapere il Garante. Ma con la postilla che l’Autorità non sottovaluta l’azione, senza specificare, quindi, le conseguenze della violazioni.

Le dichiarazioni di LulzSecITA arrivano a metà dell’opera. “Credo che nei prossimi giorni cambieremo registro, magari ce la prendiamo con gli operatori telefonici? Avete visto il tweet su vodafone… Potrebbe esserci anche altro… Oppure no :-)”, aggiungono, sorrisino compreso.

Perché se c’è una cosa che caratterizza degli hacker di LulzSec è proprio il loro registro che, peraltro, li contraddistingue rispetto ad Anonymous. “I due gruppi collaborano oramai da anni e anni, non si sono mai scontrati, e mai lo faranno – dicono le voci di LulzSecITA -. Gli scopi sono semplicemente diversi, Anonymous persegue obiettivi “sociali”, mentre LulzSecIta come dice la parola preferisce “divertirsi” a bucare siti per far risaltare le loro vulnerabilità intrinseche”. Già perché per controllare tutti i database, ancora una volta, c’è stata la chiamata a raccolta degli hacker “made in Italy”.

E il primo segnale di cambio di obiettivo e di attenzione verso le compagnie telefoniche è arrivato nel primo pomeriggio di oggi, 10 maggio, quando è arrivato il tweet che chiede: “Come andiamo @TIM_Official tutto bene?”. La frase è seguita da un indirizzo sul dominio di tim.it dove per oltre un’ora è apparsa l’immagine della mascotte di LulzSec in un coreografia con il ballerino snodato della compagnia telefonica: il tutto prima che la pagina non fosse più accessibile.

 

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