Innovazione
Da periferia dell’Europa a ecosistema dell’innovazione: welcome to Galway
Galway è una città di medie dimensioni ubicata nella remota costa occidentale irlandese. In Italia, è perlopiù conosciuta come la porta d’accesso alla Wild Atlantic Way, uno dei percorsi turistici più scenografici d’Europa. Pochi tuttavia sanno che Galway e la sua provincia rappresentavano fino agli anni ’80 una delle regioni più povere del Vecchio Continente. Da qui, infatti, per molti decenni gli irlandesi salpavano per cercar fortuna aldilà dell’Atlantico, a Chicago e soprattutto a Boston, città ancora oggi simbolo della contaminazione Irish in Nord America.
Il legame tra Galway e gli Stati Uniti non è però solamente legato ai flussi emigratori e alle storie di povertà del secolo scorso. È un legame a doppio filo, che negli ultimi trent’anni ha portato sulle coste Atlantiche irlandesi ingenti investimenti stranieri da parte di multinazionali Americane. I cosiddetti Foreign Direct Investment (FDI). La storia di riscatto di Galway parte proprio da qui. Ci sono due date in particolare che segnano il destino moderno di questa città, il 1982 e il 1994. Sono i due anni in cui le due multinazionali USA Medtronic e Boston Scientific aprono in città i primi stabilimenti produttivi nel campo del biomedicale. La strategia è semplice: sfruttare l’abbondante manodopera locale per contrarre i costi produttivi.
Come talvolta accade nelle agglomeration economies, i primi FDI fanno da apripista ad ulteriori investimenti, sempre da parte di multinazionali americani del biomedicale. In pochi anni si struttura a Galway un vero e proprio cluster industriale. Dove si produce, sempre a basso costo, ma dove inizia anche a prendere forma l’upgrading dell’industria locale. Da cluster produttivo a ecosistema dell’innovazione di fama internazionale. Da produzioni a basso costo a centri di ricerca di eccellenza. Miracolo della mano invisibile del mercato? Non esattamente.
La storia del successo di Galway racconta dell’intersezione tra politiche industriali private (gli FDI da parte delle multinazionali USA) e politiche pubbliche attivate a livello regionale. In particolare, alcuni studi recenti hanno documentato la capacità dell’università di Galway di supportare l’avanzamento dell’industria produttiva locale attraverso l’avviamento di curriculum dedicati alla formazione di tecnici e manager per il settore biomedicale. Man mano che le subsidiary delle multinazionali straniere iniziavano a familiarizzare con funzioni a maggior valore aggiunto (e.g. sviluppo prodotto e ricerca) l’università locale ha saputo aggiornarsi per offrire alle imprese private la forza lavoro per l’esecuzione di queste nuove funzioni.
Così, in un decennio, le filiali locali hanno completato un importante percorso di upgrading, trascinando con sé il cluster regionale e, soprattutto, abilitando un prezioso processo di spinoff – l’avviamento di nuove imprese da parte di ex dipendenti. Cruciale in questo processo è stato il ruolo giocato dalle istituzioni nazionali e, in particolare, da Enterprise Ireland, agenzia pubblica deputata a finanziare e supportare la costituzione di nuove startup domestiche. Anche grazie ad Entreprise Ireland, oggi Galway è sede di numerose imprese locali ad alto contenuto tecnologico che sono state fondate proprio da ex ingegneri impiegati nelle unità produttive delle multinazionali Americane. Da periferia remota a cluster industriale a ecosistema innovativo. La traiettoria evolutiva di Galway corre veloce e porta con sé insegnamenti preziosi per lo sviluppo di periferie competitive.
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