Innovazione
Con “Empatia” la riabilitazione si fa a casa grazie a tecnologia e innovazione
Vittorio (nome di fantasia) ha solo 17 anni ma è un paziente con lesione midollare da trauma. La situazione gli ha cambiato completamente la vita e si è trovato a dovere affrontare e superare piccole e grandi sfide nello svolgimento di qualsiasi azione del suo quotidiano. Un esempio? La gestione dell’igiene personale, aspetto importante per un adolescente e per la sua socialità. Grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare nato nell’ambito delle attività del progetto Empatia@Lecco – Empowerment del paziente in casa, il Politecnico di Milano e Villa Beretta hanno co-progettato con Vittorio e realizzato un ausilio specifico e personalizzato grazie al design ricorsivo. Una soluzione che è stata oggi ottimizzata per una produzione indirizzata alla mass-customization mediante le nuove macchine di additive manufacturing, nella speranza di migliorare la vita di tanti.
A Lecco, infatti, da qualche anno è attivo il distretto della riabilitazione, un’iniziativa a cui la Fondazione Cariplo e la Regione Lombardia hanno contribuito con 8.050.000 euro nel corso di quasi un ventennio. Il distretto ha messo in rete i centri di eccellenza del territorio lecchese per rispondere alle necessità delle persone che si trovano a dover affrontare il percorso di riabilitazione, dopo traumi o malattie. Tra questi centri c’è l’Ospedale Valduce – clinica riabilitativa di Villa Beretta che ha ospitato anche Alex Zanardi in un primo periodo dopo il drammatico incidente con l’handbike.
«L’esperienza del distretto della riabilitazione ci dimostra oggi che lavorare su priorità condivise permette nel tempo di generare un valore tangibile per la vita delle persone e dei territori. Investire sulle competenze e sul capitale umano, ha permesso la costruzione di un polo di eccellenza in ambito life science, che amplifica le potenzialità della ricerca scientifica, stimola la crescita del territorio e soprattutto consente di immaginare soluzioni che fanno la differenza nelle prospettive di vita delle persone che si trovano ad affrontare problemi di salute», spiega Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo, durante la presentazione dei risultati e delle storie delle persone (come Vittorio) e delle famiglie che hanno potuto beneficiare proprio del progetto Empatia@Lecco – Empowerment del paziente in casa, una delle iniziative nate all’interno del distretto lecchese e che punta ad aiutare le persone al recupero fatto a casa, grazie all’assistenza e alla competenza degli operatori e un grande uso di tecnologia all’avanguardia. Si tratta di apparecchiature ortopediche futuristiche, realtà virtuale, materiali multifunzionali e biomateriali, sistemi elettronici e sensoristici, sistemi di controllo e comunicazione, dispositivi robotici che consentono alle persone con traumi di recuperare gran parte delle funzionalità. Molti pazienti sono bambini e provengono da tutta Italia.
«Oggi il progetto mette a disposizione una rete e una tecnologia al servizio di persone che hanno subito traumi e limitazioni dovute alla malattia aggiungendo un elemento fondamentale: la possibilità di fruire di una riabilitazione d’avanguardia all’interno delle mura domestiche, supportati dai propri familiari, per accompagnare la riconquista dell’indipendenza o del recupero delle funzionalità perdute», conclude Fosti.
Emilio per esempio, paziente presso La Nostra Famiglia, che oggi ha dieci anni, è arrivato per la prima volta dalla Sardegna all’IRCCS Medea di Bosisio Parini nel 2017, all’età di se anni. Durante il ricovero ha frequentato la scuola ospedaliera, affrontando col sorriso i trattamenti riabilitativi e ormai torna ogni anno per alcuni controlli, sempre accompagnato dai propri famigliari. In particolare si è avvalso della riabilitazione robotica, grazie alla quale è riescito ad ottenere un buon recupero neuromotorio. Presso Astrolab, Emilio ha trovato un ambiente riabilitativo coinvolgente e ha imparato ad eseguire i movimenti corretti, soprattutto nell’utilizzo dell’arto superiore: «ho usato molte apparecchiature tipo Lokomat, Grail, Armeo e un altro che non so neanche il nome. È un apparecchio per farmi usare bene la mano, tipo il cavallo; io mollo le redini e mi cerco di aiutare con l’altra mano e la mia istruttrice mi dice di non farlo perché è sbagliato», racconta. Emilio, infatti ha una grande passione per l’equitazione. «Cavalcare è la cosa che amo di più. La mia cavalla si chiama Ciccia, io la adoro perchè mi ascolta. C’è un film che si intitola L’uomo che sussurrava ai cavalli e io faccio come lui, ci leggiamo nella mente, non so come spiegarlo…», confessa. Questa estate Emilio ha vinto il 12° Campionato Regionale di Equitazione Fisdir e Fise, con un impatto positivo sulla sua autostima e qualità di vita.
Il Progetto Empatia@Lecco è stato avviato nel 2017 ed è il terzo capitolo del progetto più ampio del distretto che mette al centro la riabilitazione neuromuscolare; prevede azioni di innovazione tecnologica finalizzate all’empowerment del paziente, con sviluppo di prototipi di dispositivi e metodi di valutazione innovativi. Il tutto con l’apporto del Sistema Lecco i cui attori hanno sviluppato negli anni numerose competenze; l’associazione Univerlecco è stata la capofila delle organizzazione coinvolte.
«Il distretto della riabilitazione e in particolare il progetto Empatia rappresentano l’esempio concreto di come operare insieme porta a moltiplicare risultati e raggiungere obiettivi che vanno a vantaggio di chi ha bisogno di aiuto – commenta Vico Valassi, presidente di Univerlecco – serve una regia per tenere uniti e coordinare molti attori, ma l’apporto che ciascuno può offrire si colloca come un tassello fondamentale nel mosaico. Il valore più grande lo possiamo trovare nei grandi benefici e progressi che hanno potuto ottenere le persone che si sono rivolte ai centri del territorio. Molte di loro partivano da situazioni molto complesse e difficili. Hanno mostrato una incredibile forza di volontà, fondamentale per poter cogliere il vantaggio offerto dagli ausili tecnologici e dal supporto degli operatori».
*
Devi fare login per commentare
Accedi