Innovazione

Arriva su RaiPlay la docuserie “Storie di Risorgimento Digitale”

6 Dicembre 2021

Si è aperto con un minuto di silenzio per il giornalista Demetrio Volcic l’incontro tenutosi oggi intitolato “Storie di Risorgimento Digitale” dalla Rai di Roma. Volcic aveva compiuto 90 anni il 22 novembre scorso. Dagli schermi della tv raccontò agli italiani quel mondo oltre la Cortina di ferro grazie alle corrispondenze da Praga, Vienna, Bonn e Mosca.

Maurizio Caprara, assistente Rai alla comunicazione e alle relazioni esterne, ha aperto l’incontro ricordando Volcic e illustrando le molte iniziative che la rete ha messo in piedi con Tim per favorire il superamento del gap digitale del paese.

Sarà disponibile proprio da domani su RaiPlay la serie tv “Storie di Risorgimento Digitale”, con otto descrizioni delle esperienze di persone e strutture pubbliche e private che durante la pandemia Covid-19 si sono servite della rete e del digitale per superare, o ridimensionare, difficoltà dovute indirettamente al virus. Ognuno dei documentari dura 25 minuti. I protagonisti raccontano come le nuove tecnologie hanno determinato vantaggi anche nei rispettivi ambienti e campi di azione.

Alla conferenza di presentazione sono intervenuti anche Salvatore Rossi, presidente di Tim, Elena Capparelli, direttrice RaiPlay e Digital, e Riccardo Luna, direttore Italian Tech e Green & Blue ed autore della docu-serie insieme a Giovanni Amico, Valeria Anci e Gianpaolo Colletti. La regia è di Simone Valentini.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra “Operazione Risorgimento Digitale” di Tim e RaiPlay, insieme a Rai Pubblicità. “Operazione Risorgimento Digitale” è l’alleanza promossa da TIM e oltre 40 partner di eccellenza per superare il divario digitale tra diversi settori sociali e fasce generazionali nel paese.

«Abbiamo lanciato Operazione Risorgimento Digitale alla fine del 2019 con l’obiettivo di accelerare la diffusione delle competenze digitali su tutto il territorio e a tutte le persone, perché nessuno rimanesse escluso. In Italia il gap da colmare in questo ambito è ancora molto ampio e per questo c’è bisogno di fare sistema e impegnarci insieme, pubblico e privato», ha affermato durante la presentazione Salvatore Rossi«La televisione è un mezzo formidabile per educare. L’analfabetismo che ci deve preoccupare oggi è quello digitale e va combattuto, Tim dà il suo contributo ma io confido molto nella Rai, perché lo faccia alla stregua di quello che face negli anni sessanta con il maestro Alberto Manzi e il suo programma “Non è mai troppo tardi”». Rossi ha spiegato infine quanto la pandemia ci abbia messi di fronte alla consapevolezza di quanto siano importanti gli investimenti nella connessione sia mobile che fissa.

Per realizzare la docuserie è stata compiuta dall’aprile scorso una ricerca di storie emblematiche nel “Risorgimento digitale”. Le risposte che hanno contribuito alla scelta sono arrivate da centinaia di studenti, docenti, medici, artigiani, commercianti, accomunati dall’aver compreso che la transizione tecnologica in corso può generare benefici in numerosi ambiti. Un comitato editoriale ha selezionato poi, tra le proposte arrivate e le esperienze conosciute durante la ricerca, le otto storie presentate da Riccardo Luna, giornalista e ideatore del progetto.

«Il digital divide evolve e queste storie raccontano un paese che innova, che illumina il percorso che possiamo fare, in un mondo che si muove velocemente e rischia di lasciare indietro qualcuno», ha sottolineato Elena Capparelli, direttrice RaiPlay e Digital. «Arriveremo al punto in cui tutto sarà utile per fruire contenuti, ma mi aspetto una rivoluzione costante», ha affermato la direttrice a proposito del futuro, ricordando che «Rai Play è compagna di cultura».

Le otto storie di inclusione grazie al digitale raccontano vari aspetti di vita – ha spiegato Luna – partendo dalla DAD e da una “scuola di frontiera” di Castel Volturno, provincia di Caserta, nella quale la didattica a distanza ha prodotto dei risultati eccezionali, per proseguire con Cristian Fracassi, ingegnere bresciano che nel pieno dell’emergenza pandemica ha riprodotto attraverso la stampa 3D le valvole usate nei respiratori medici per i malati Covid-19.

La serie mette al corrente anche della trasformazione digitale che ha coinvolto le botteghe di Roma, grazie all’intraprendenza di due giovani laureati in economia, Matteo Proietti e Jacopo Gambuti, ideatori di Daje Shop, il primo servizio di commercio elettronico di quartiere. L’intuizione di quattro studenti liceali milanesi ha invece fatto nascere PC4U, iniziativa no-profit finalizzata a raccogliere computer e altri dispositivi utili alla DAD, affinché siano forniti gratuitamente a studenti privi dei mezzi per acquistarli.

Il digitale però travolge anche la cultura e l’arte con la storia della Galleria degli Uffizi. Per ridurre le barriere che possono frenare la conoscenza e l’apprezzamento dell’arte nella società la squadra guidata da Eike Schmidt ha infatti elaborato nuove modalità per fruire di opere utilizzando i social network. E poi c’è NIBOL, un’app creata da Riccardo Suardi che individua bar, centri di coworking e altri luoghi adatti a funzionare da temporanea postazione di lavoro perché accoglienti e dotati di buona connessione wi-fi.

Boosta, fondatore dei Subsonica, racconta come ha scelto di elaborare nuove forme di espressioni musicali organizzando concerti sui social network mentre gli italiani erano tenuti a uscire il meno possibile da casa. Tra le storie descritte infine c’è  anche quella di Licia Fertz (nella foto di copertina). Suo nipote Emanuele le ha aperto un profilo Instagram e da allora lei è diventata Nonna Licia, l’influencer più anziana d’Italia.

 

 

 

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