Innovazione
Ališer Usmanov: gli sguardi indiscreti dell’oligarca sul mondo
Co-autore: Silverio Allocca
Nella vita, una volta raggiunta la ricchezza, si hanno diverse scelte a disposizione, tra cui, quella generalmente preferita, è godersi i soldi mentre i soldi lavorano per il loro padrone. Apparentemente, uno degli oligarchi russi, Ališer Usmanov, ha fatto la stessa scelta. Finché non si inizia a scavare nelle complesse attività delle sue aziende e non si scopre che, dietro le quinte, lui ha investito per anni in una serie di progetti di altissima tecnologia militare che, negli ultimi tre anni, hanno iniziato a dare dei risultati tali da far girare la testa – e che influenzano i sistemi difensivi dell’esercito degli Stati Uniti, specie quelli coperti da un alto grado di confidenzialità.
Grazie al velocissimo sviluppo tecnologico del settore dei semiconduttori, le aziende connesse a questo oligarca studiano il piazzamento di centinaia di micro-satelliti in orbita ed altrettanti nelle profondità del mare, preparandosi alla possibilità di trasferire dei siti di produzione mineraria sulla Luna e sul ondale degli oceani. Sembra una sciocchezza da complottisti o una favola fantascientifica, ed invece è tutta attualità industriale, tutto alla luce del sole (come è giusto che sia) e senza che ci siano persone o governi che si sentano minacciati da questo sviluppo.
Resta perciò a noi il compito non di esprimere giudizi, ma di spiegare, quanto più facilmente possibile, cosa stia accadendo, chi siano le persone e le aziende coinvolte in questo progetto, quali siano le protezioni politiche e militari che rendono questo progetto possibile, anche in un mondo come il nostro, nel quale le guerre locali ed i focolai di tensioni religiose, sociali, economiche, tengono tutti con il fiato sospeso, a pochi centimetri da una possibile guerra mondiale o da un disastro ambientale.
Scene dalla carriera di un manager sovietico
Ališer Usmanov con sua moglie, Irina Viner[1]
Eppure Usmanov, così interessato al controllo totale sul pianeta, non è che sia tanto trasparente nella vita quotidiana. Secondo Bloomberg il suo patrimonio ammonta a 22,6 miliardi di dollari[2], mentre Forbes è più cauto, e gli attribuisce un patrimonio di 16,1 miliardi di dollari grazie ai proventi dei suoi gruppi industriali, USM Holdings ed il gigante dell’acciaio Metalloinvest, oltre a diverse partecipazioni in Xiaomi ed altre società di telecomunicazioni, minerarie e dei media – meno i soldi dati in arte ed in carità, con la sua Art, Science and Sport Charity Foundation, che avrebbe speso 2,6 miliardi di dollari per cause come la sanità e l’istruzione [3].
È nato il 9 Settembre 1953 a Chust, una piccola cittadina dell’odierno Uzbekistan, e trascorre l’infanzia nella capitale Taškent, dove il padre è Procuratore di Stato. Frequenta con profitto le migliori scuole del paese e diventa un esperto di scherma – uno sport, grazie al quale ha conosciuto sua moglie, Irina Viner[4] (la più grande allenatrice di ginnastica ritmica della storia[5]), e due dei suoi più grandi amici, Vladimir Putin e Piotr Jastrzebski, quest’ultimo per anni capo della segreteria dell’altro[6]. Si laurea nel 1976 in Diritto internazionale presso l’Istituto Statale dei Rapporti Internazionali di Mosca, una delle più prestigiose università dell’URSS, segue un Master in tecnica bancaria all’Accademia delle Finanze, e subito dopo diventa referente del Comitato Centrale della Lega dei Giovani Comunisti (Komsomol) dell’Uzbekistan. Dopo qualche tempo, Usmanov diventa il capo della Associazione Economica Estera del Comitato di Pace Sovietico[7].
Dopo la Guerra Fredda, il primo a partire è il figliastro Anton Viner, architetto appena ventenne, che si trasferisce in Germania, facendo i lavori più modesti, risparmiando ogni centesimo, per pagarsi gli studi a Londra e poi all’Accademia delle Finanze di Mosca. Lì fonda, otto anni dopo, la prima catena russa di solarium, e con i primi (buoni) guadagni investe in ristoranti etnici (Uryuk e Tel-Aviv), ed infine crea una holding, il Khimski Group, per coordinare tutte le sue attività commerciali e lanciarsi nell’immobiliare[8].
Costruisce case per ricchi ed artisti, e vince un premio con l’Olympic Village Novogorsk, dedicato a sua madre, per il più bell’impianto sportivo della Federazione Russa[9]. Tutto molto bello, se non fosse per il fatto che, in realtà, la carriera di Viner è stata costruita sull’usura e sui servigi di un criminale recidivo, Dmitry Smychkovsky, che tra lusinghe, minacce e chissà cos’altro ha sempre rimosso gli ostacoli incontrati da Viner nella sua marcia di espansione[10]. Viner scampa l’arresto e ricomincia con dei nuovi soci, Pavel Rodin e Denis Borodako, fondando il gruppo Rodina. Ma stavolta il patrigno non si fida: “Non ho nulla a che fare con loro, non ho intenzione di investire su di loro”[11].
Ališer Usmanov i soldi li fa ancora prima della fine dell’Unione Sovietica, grazie ai suoi legami con la famiglia Karimov, che ancora oggi guida l’Uzbekistan in una dittatura mascherata da apparenti elezioni democratiche. Li fa sottraendo soldi ai Piani Industriali, motivo per cui, nel 1980, viene condannato a sei anni di prigione, alla fine dei quali la famiglia Karimov lo prenderà sotto la sua ala protettrice[12]. Il motivo della condanna (ed anche della riabilitazione) è una serie di truffe sul cotone, che sono l’enorme ricchezza dell’Uzbekistan, su cui nel 1976 specula l’allora capo della regione, Sharaf Rashidov, che promise al Kremlino cinque milioni e mezzo milioni di tonnellate, quando la nazione ne produceva a malapena quattro[13].
Quest’affermazione produce tre effetti nefasti: da un lato l’amministrazione dell’Uzbekistan falsifica i dati sulla produzione del cotone, dall’altro i raccoglitori di cotone vengono messi in condizione sfruttamento, o di lavoro forzato, in modo da poter creare una cifra da poter investire a fine anno per poter comprare cotone estero di contrabbando e riequilibrare le quote promesse, ed infine, l’uso scriteriato di fertilizzanti chimici e defolianti ha avvelenato l’acqua e il suolo, ed il drenaggio accelerato dei fiumi Amu Darya e Syr Darya ha causato il prosciugamento del lago d’Aral, la cui superficie dal 1970 ad oggi si è ridotta del 50% con la conseguente distruzione della locale attività di pesca[14]. Il ruolo di Usmanov è quello di acquistare all’estero cotone di contrabbando per rimpinguare la produzione uzbeka – un ruolo che lo rende indispensabile per Islam Karimov[15].
I legami con il potere uzbeko e le sanzioni internazionali
Ališer Usmanov (sinistra) stringe la mano di Islam Karimov (centro) e di Vladimir Putin ad un ricevimento ufficiale a Taškent nel 2006[16]
Usmanov è stato condannato il 19 agosto 1980 a 8 anni di gulag dal tribunale militare del Turkestan “per aver aiutato un funzionario ad accettare tangenti, e per frode”[17]. Usmanov, insieme al suo amico Bakhadyr Nasimov, un agente del KGB, ed al figlio del ministro dell’agricoltura, Ilham Shaikov, ha estorto 30’000 rubli ad un ufficiale sovietico, Andrei Mayorov, in ca,mbio del silenzio sulle sue malefatte[18]. Il 26 marzo 1986 Usmanov è stato rilasciato in virtù del suo “sincero rimorso” e “per buona condotta”. Nel 2000 è stato ufficialmente riabilitato dalla Corte Suprema dell’Uzbekistan[19]. Ma nel frattempo l’oligarca uzbeko era tornato ai vertici del potere, sostenendo Islam Karimov, ma anche la carriera di Vladimir Putin.
Una situazione che si è acuita quando, nel 2016, morto Islam Karimov, è salito al potere il suo ex assistente Shavkat Miromonovich Mirziyoyev, che è stato Primo Ministro dell’Uzbekistan dal dicembre del 2013[20] – un uomo con cui Usmanov ha forti rapporti di amicizia e con cui è persino imparentato alla lontana[21]. Ciò che prima veniva gestito dal partito comunista sovietico, ora viene gestito privatamente dalla famiglia Usmanov e dalla famiglia Karimov.
Le carriere delle due famiglie sono avanzate parallelamente. A partire dal 2000 Ališer Usmanov è stato nominato direttore generale di Gazprom, il colosso petrolifero russo, ed è diventato così uno dei cinque uomini più potenti della Russia[22], ed ha iniziato ad avere soldi in mano da poter investire, iniziando da TeliaSonera, il principale operatore di telefonia mobile in Svezia e in Finlandia, nata dalla fusione (2003) tra la svedese Telia e la finlandese Sonera[23]: con gli anni l’azienda è stata rinominata in Telia Company ed appartiene allo Stato svedese (39,5%), allo Stato finlandese (4,9%) e ad una miriade di investitori in borsa[24].
Telia è divenuta importante quando ha ottenuto una licenza per l’Uzbekistan, nel 2012: una licenza pagata 30 milioni di dollari ad una società di intermediazione, la Takilant Llc Gibraltar, appartenente alla signora Gayane Avakyan, amica intima della figlia del presidente uzbeco, Gulnara Karimova[25]. Contestualmente, l’Uzbekistan cancellava le licenze del concorrente russo MTS Mobile Telesystems, di proprietà di Vladimir Yevtushenkov – che aveva una guerra commerciale in corso con la Megafon, una società controllata da Ališer Usmanov e Telia[26].
Alla fine di questa battaglia, vinta da Usmanov, che costringe Yevtushenkov a vendere una parte dei suoi assets industriali, salta fuori che Gulnara Karimova aveva intascato circa 1 miliardo di dollari garantendo (attraverso Takilant) le licenze telefoniche in Uzbekistan a Telia, e MTS ed a VimpelCom[27]. La Signora Karimova, su suggerimento del buon vecchio amico Usmanov, ha preso altre decisioni, poi trasformate in legge dal padre: a) chiudere la base aerea americana di Karshi-Khanabad (2005), che portava una grossa cifra d’affitto all’erario; b) l’assegnazione di tutte le licenze per l’estrazione del gas uzbeko alla Gazprom (2004) dietro il pagamento di una tangente da 88 milioni di dollari a Gulnara Karimova; c) l’assassinio del giornalista Ivan Safronov, che indagava sugli interessi economici e politici convergenti di Usmanov, Karimov a Putin, nel periodo in cui costoro controllano la proprietà del maggiore giornale finanziario russo, il Kommersant[28].
Maggio 2017: Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny all’uscita dal Tribunale in cui è stato condannato ad una lieve pena pecuniaria per aver calunniato Ališer Usmanov[29]
E lo controllano perché, il 12 dicembre 2011, in seguito ai brogli nelle elezioni parlamentari, il settimanale Kommersant Vlast ha pubblicato un articolo poco lusinghiero su Vladimir Putin[30]. Usmanov licenzia il caporedattore Maxim Kovalsky ed il direttore generale Andrei Galiyev, sostenendo che quell’articolo fosse una “violazione etica” che “rasenta il meschino teppismo”[31]. Nadezhda Azhgihina, segretario esecutivo dell’Unione russa dei giornalisti, definisce l’incidente “un chiaro esempio di censura da parte del proprietario”.
Usmanov dice che capisce i giornalisti ma che “Kommersant è un gruppo editoriale rispettabile ed indipendente”, e rifiuta l’offerta del leader dell’opposizione, Mikhail Prokhorov, di acquistare il gruppo[32]. Nessuno di questi fatti è coperto dall’oblio, sicché Usmanov ha continuato la sua carriera senza avere dalla sua parte la simpatia della pubblica opinione – come quando, nel 2007, era entrato nell’azionariato dello storico club calcistico londinese dell’Arsenal, ed i tifosi fecero fuoco e fiamme perché vendesse la sua quota al più presto possibile[33].
Il 17 gennaio del 2021, a Mosca, viene arrestato il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, che era già stato avvelenato ed aveva rischiato di morire[34]. La sua vicenda scuote le coscienze nel mondo occidentale, e da diverse parti arriva la richiesta di esercitare pressioni sul Kremlino mettendo sotto embargo alcuni dei suoi principali oligarchi – ad iniziare proprio da Ališer Usmanov[35].
I primi a reagire sono il governo britannico e quello dell’Unione Europea[36]. Gli Stati Uniti avevano già decretato delle sanzioni contro Metalloinvest ed USM Holdings nel gennaio del 2018 a causa di uno dei soci di Usmanov, l’ex parlamentare della Duma Andrei Skoch[37]. In quello stesso mese alcuni membri del Senato federale avevano richiesto l’estensione delle sanzioni anche a Usmanov ed a tutte le aziende da lui controllate per aver corrotto uomini politici in diversi paesi del mondo[38].
Le attività del gruppo USM Holdings
Un’immagine degli imponenti impianti di produzione OEMK, lunghi quasi 10 km, a Stary Oskol, la più grande acciaieria del mondo, meno di 100 km ad est del confine con l’Ucraina[39]
Del resto, tutti questi affari sono effetti collaterali dello sviluppo del ramo principale d’azienda, che è il gruppo Metalloinvest[40], ovvero la somma di moltissime industrie del ferro e della metallurgia sovietiche, riunite a partire dal 2006, quando Usmanov compra e fonde Mikhailovsky GOK, Ural Steel, Lebedinsky GOK and OEMK (le ultime due vendutegli per una cifra ridicola da Gazprom) in un unico gruppo industriale[41] che genera 6,4 miliardi di dollari all’anno[42]. Metalloinvest nasce in quegli anni in cui Usmanov era ufficialmente “solo” il direttore generale di Gazprom e, per il business personale, aveva fondato la USM Holdings[43].
Con i guadagni generati da Metalloinvest, Usmanov crea il gruppo Mail.ru – la più grande società di Internet russa, che fattura 300 miliardi di rubli (4 miliardi di dollari)[44] e raggiunge oltre il 90% degli utenti Internet del paese: grazie anche a due piattaforme di social network, VKontakte e Odnoklassniki, Mail.ru è usato dal 78% degli utenti mondiali in lingua russa, ed i suoi 97 milioni di visitatori mensili inviano circa 10 miliardi di messaggi più 1 miliardo di “like” al giorno[45].
Odnoklassniki è anche leader nel mercato russo dei video online, con un picco di 1 miliardo di visualizzazioni giornaliere e un pubblico mensile di 71 milioni di clienti. Oltre a ciò, Mail.ru è il più grande servizio di posta elettronica per utenti di lingua russa, con oltre 100 milioni di account attivi, ed è in testa alle classifiche di fatturato per l’internet gaming, per le applicazioni di consegna casalinga del cibo e per il crowd-funding[46].
Apparentemente, tra il ramo industriale delle acciaierie e quello del web, non esistono troppi punti in comune – ma Usmanov riesce a costruire uno dei progetto più arditi e complessi della storia industriale, ed è per questo che l’oligarca uzbeco è diverso da tutti i suoi simili. Nel 2007, proprio nel momento in cui nasceva Metalloinvest ed Usmanov entrava nella élite degli oligarchi, USM Holdings partecipava alla fondazione, nelle acque territoriali delle Isole Tonga, di un gruppo multinazionale canadese, Nautilus Minerals, che ottiene una licenza di sfruttamento minerario dei fondali marini[47].
Alla guida dell’azienda c’è un pubblicitario australiano, Gerard Robert Barron che non ha alcuna esperienza nel settore minerario[48], che guida l’azienda in una serie di prospezioni sul fondale dell’Ocean Pacifico finché, nel 2012, uno dei partner commerciali intenta causa per 12,5 milioni di dollari apparentemente scomparsi[49]. Come un castello di carte, il gruppo costruito da Nautilus Minerals crolla, il 55,02% delle sue azioni vengono rilevate DSMF Deep Sea Mining Finance Ltd. Douglas (Isola of Man)[50], che in quel modo, nell’agosto del 2019, ha rilevato, per soli 20 milioni di dollari i diritti di sfruttamento della Nautilus.
La struttura finanziaria segreta che si nasconde dietro la USM Holding OOO Moscow[51]
Questa società, a sua volta, vende una parte del gruppo ad una nuova azienda canadese, la DeepGreen Metals, il cui presidente del consiglio di amministrazione è il solito Gerard Barron, che del resto occupa la medesima posizione anche in DSMF[52]. DeepGreen Metals continua da allora il progetto di sfruttamento minerario del fondale oceanico[53], mentre DSMF mantiene il controllo su alcune delle società controllate da Nautilus Minerals che, quindi, apparentemente non hanno più bisogno di esistere[54].
La nascita di DSMF, secondo i creditori[55] è un trucco usato di fondatori di Nautilus Minerals per conservare la licenza e non pagare i debiti, visto che la vecchia e la nuova azienda hanno lo stesso simbolo[56] e gli stessi azionisti[57]: la USM Finance Ltd. Tortola (BVI), che appartiene alla USM Holdings Ltd. Limassol (Cipro) che, a sua volta, attraverso la OOO USM Holdings Mosca appartiene ad Ališer Usmanov e ad alcuni suoi soci d’affari[58]. Uno fra tutti, l’azienda russa Epion Holdings[59]: tra il 2006 ed il 2008 questa azienda, controllata al 100% da Usmanov, ha pagato 6 milioni di dollari (come ringraziamento)[60] a Tatyana Dyachenko (figlia dell’ex presidente russo Boris Eltsin) ed a suo marito, Valentin Yumashev, che è l’advisor di Vladimir Putin per tutte le questioni dell’approvvigionamento minerario e nucleare[61].
La sfida per il controllo planetario
Una delle telescriventi collegate agli oltre 300 satelliti Flock3p-PSLVC40, lanciati dalla DST in orbita, e che sviluppano mappe dinamiche della superficie terrestre e di tutto ciò che si muove su di essa[62]
Nei mesi in cui Usmanov fonda il gruppo USM, un altro oligarca russo, Yuri Milner, fonda una società finanziaria, la DST Digital Sky Technologies Ltd. Hong Kong che compra l’1,96% di Facebook[63] grazie ad un finanziamento della banca Goldman Sachs di 290 milioni di dollari, garantito da una società delle isole Bermude, la Appleby Ltd. Hamilton[64], che si scopre essere controllata al 100% dalla Gazprom Holdings – presieduta da Ališer Usmanov[65].
Contestualmente, attraverso Mail.ru, Usmanov compra un terzo di DST e, successivamente, convince Milner a divenire comproprietario di quest’ultima azienda, sicché oggi DST è divenuta un ramo d’azienda di Mail.ru, Usmanov e Milner ne controllano ciascuno il 17,9% delle azioni ma, grazie ad un contratto con tutti gli altri azionisti, detengono il 58,1% dei voti assembleari[66].
Inizialmente, DST investe in piattaforme di social networks, con l’evidente scopo di ricavarne utili finanziari, come era lecito attendersi, ma poi, nel 2015, Yuri Milner ed Ališer Usmanov incontrano, in un a conferenza internazionale organizzata a Mosca dal governo russo, il famoso scienziato Stephen Hawking ed alcuni astrofisici, astronomi ed alti ufficiali dell’esercito americano, tra cui Pete Worden. Hawking convince i presenti che sia un dovere dei più ricchi magnati dell’umanità credere all’esistenza degli extraterrestri e che sia necessario essere pronti ad incontrarli e, se necessario, difendersi da loro[67].
Il progetto di Hawking, chiamato “Breakthrough Listen”, viene diretto da Yuri Milner e Marc Zuckerberg[68], viene coordinato da NASA e da NOAA (l’agenzia spaziale e l’agenzia oceanica dell’esercito americano), e durante il convegno ottiene donazioni, da Usmanov e Milner[69], per oltre 100 milioni di dollari[70]. Nel dicembre del 2020 vengono comunicati i primi possibili successi: una serie di onde radio provenienti da Proxima Centauri, la stella conosciuta più vicina al sole, a soli 4,2 anni-luce dalla Terra[71]. Per seguire queste onde, NASA e NOAA installano centinaia di satelliti e di ricettori sottomarini, in coordinamento con la Fondazione creata da Hawking ed ora diretta da Milner, Zuckerberg[72] e, come direttore generale, da Pete Worden[73].
Questo progetto contribuisce ad una serie impressionante di conseguenze, perché ovviamente trascina con sé un ulteriore salto in avanti della tecnologia spaziale. Secondo uno studio molto accurato dell’Università di Bologna, pubblicato nel settembre del 2020, se nel 2015 in orbita c’erano poco più di un centinaio di satelliti che trasmettono dati alla Terra, questo numero ha superato le 2000 unità nel 2018, le 4000 unità nel 2020 e dovrebbe ben presto raggiungere le 8000 unità[74]. Questo è reso possibile grazie al fatto che il progresso tecnologico, sviluppando i droni, ha raggiunto un livello grazie al quale può mandare in orbita, per alcune migliaia di Euro, satelliti non più grandi di pochi centimetri[75].
Gli scienziati della NASA, e fondatori di Planet Labs Inc., Will Marshall e Robbie Shingler, presentano con orgoglio un esemplare dei loro nano-satelliti che, ogni giorno, contribuiscono a disegnare una mappa dinamica di tutto ciò che avviene in cielo, in terra e in acqua intorno al nostro pianeta[76]
L’azienda leader mondiale della nuova generazione di cosiddetti nano-satelliti (lunghi non più di 15 cm) è la Planet Labs. Inc. San Francisco, fondata nel 2013 da tre scienziati della NASA (Will Marshall, Robbie Shingler e Chris Boshuizen)[77] dietro il suggerimento del loro capo-divisione alla NASA, il già menzionato Brigadiere Generale dell’aviazione americana Pete Worden[78]. Quest’ultimo è tutt’altro che uno sconosciuto: quando Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti, Worden era uno degli scienziati di punta che progettavano lo scudo militare spaziale chiamato Star Wars (che poi non è stato realizzato)[79] e che, per sorvegliare i cieli, aveva progettato i primissimi micro-satelliti[80].
Milner ed Usmanov aiutano Planet Labs fin dall’inizio, intermediando fondi privati per 52 milioni di dollari per la modello B dei satelliti DOVE dell’azienda di San Francisco, e per 70 milioni di dollari per il modello C[81]. Questi satelliti, che hanno dimostrato grande efficienza ed hanno un periodo di funzionalità di circa un anno[82], sono ora destinati a sostituire gli Yamal, prodotti da ThalesAlenia, che erano da anni in forza a Gazprom Space Systems (l’agenzia aerospaziale del colosso petrolifero di cui Usmanov è stato direttore generale per 15 anni)[83]. Oltre ad aspettare gli alieni, i DOVE contribuiscono, in tempo reale, a costruire una mappatura dell’intero pianeta e di ciò che in cielo, mare e terra si muove nella sua atmosfera[84]. A questo scopo, a partire dal gennaio 2021, i nuovi satelliti di Planet Labs vengono portati in orbita dalla ISS (Stazione Spaziale Internazionale[85]) e poi lanciati a stormi, decine alla volta[86]. Per ciò che riguarda il mare, intanto, si aspetta che venga portato avanti il progetto Allseas, collegato a quello di Nautilus Minerals, della distribuzione di sensori piccolissimi sul fondo del mare che contribuiscano, con i loro segnali, alla mappatura del pianeta[87].
Semplificando: un’azienda americana, nata come costola dell’aviazione militare e della NASA, sostenuta finanziariamente dal colosso petrolifero russo Gazprom (come cliente) e diretta da due oligarchi con alle spalle una storia piena di controversie, lancia in orbita micro-satelliti che, ufficialmente, servono a farci parlare con lo spazio, ma nel frattempo permettono a quell’azienda di controllare il pianeta centimetro per centimetro, e coordina le attività della NASA (l’agenzia americana per lo spazio) e della NOAA (l’agenzia americana per gli oceani) nella preparazione dello sfruttamento minerario dei fondali oceanici e di altri pianeti. Spiegata così, sinceramente, la trovo una cosa davvero preoccupante.
[1] https://quotesgram.com/alisher-usmanov-quotes/
[2] https://www.bloomberg.com/billionaires/profiles/alisher-usmanov/
[3] https://www.forbes.com/profile/alisher-usmanov/?sh=4561ccfc6e73
[4] https://www.ozodlik.org/a/24980131.html
[5] https://mayfairclub.ru/it/irina-viner-biografiya-foto-lichnaya-zhizn-trenera-biografiya-iriny/ ; https://olivia2010kroth.wordpress.com/2015/05/28/olivia-kroth-russia-on-top-in-rhythmic-gymnastics-with-legendary-coach-irina-viner-usmanova/ ;
[6] https://www.craigmurray.org.uk/archives/2007/10/back_and_unbowe/
[7] https://ladysk.ru/en/sudimost-alishera-usmanova-iznasilovanie-vymogatelstvo-hishchenie.html ; https://web.archive.org/web/20130620040209if_/http://metalloinvest.com/en/about/guide/founder/
[8] http://himkigroup.ru/project/
[9] https://www.themoscowtimes.com/2013/02/28/qa-developer-anton-viner-balancing-quality-and-affordability-a21959 ; https://ita.culturell.com/deti-alishera-usmanova-foto-news-638071 ; http://himkigroup.ru/about-company
[10] http://rusmafiozi-eng.blogspot.com/2018/10/reshalschik-for-alisher-usmanov.html?m=1
[11] https://www.forbes.ru/profile/alisher-usmanov
[12] https://www.theguardian.com/world/2007/nov/19/russia.football
[13] https://www.rbth.com/arts/history/2017/08/02/how-cotton-led-to-the-collapse-of-the-soviet-union_815454 ; https://www.crisisgroup.org/europe-central-asia/central-asia/uzbekistan/joint-letter-secretary-clinton-regarding-uzbekistan ; https://altreconomia.it/banca-mondiale-uzbekistan/ ; https://www.hrw.org/report/2017/06/27/we-cant-refuse-pick-cotton/forced-and-child-labor-linked-world-bank-group
[14] https://www.rbth.com/arts/history/2017/08/02/how-cotton-led-to-the-collapse-of-the-soviet-union_815454 ; https://www.crisisgroup.org/europe-central-asia/central-asia/uzbekistan/joint-letter-secretary-clinton-regarding-uzbekistan ; https://altreconomia.it/banca-mondiale-uzbekistan/ ; https://www.hrw.org/report/2017/06/27/we-cant-refuse-pick-cotton/forced-and-child-labor-linked-world-bank-group
[15] https://www.theguardian.com/world/2007/nov/19/russia.football
[16] https://carnegie.ru/commentary/74756
[17] https://ladysk.ru/en/sudimost-alishera-usmanova-iznasilovanie-vymogatelstvo-hishchenie.html
[18] https://www.craigmurray.org.uk/archives/2007/09/alisher_usmanov/
[19] https://cillianmurphy.ru/it/sovety/alisher-usmanov-za-chto-sidel-von-iz-rf-alisher-usmanov–.html
[20] https://www.bbc.com/news/world-asia-37310718 ; https://news.tajinfo.org/2016/09/02/vyhodets-iz-tadzhikskogo-kishlaka-na-mal/ ; https://www.dialog.tj/news/tadzhikskie-rodstvenniki-mirzijoeva-rasskazali-o-ego-krestyanskikh-kornyakh
[21] https://carnegie.ru/commentary/74756 ; https://www.atlanticcouncil.org/blogs/new-atlanticist/the-role-of-russia-and-the-russian-language-in-post-karimov-uzbekistan/
[22] https://www.icij.org/investigations/paradise-papers/kremlin-owned-firms-linked-major-twitter-facebook-investments-icij/ ; https://web.archive.org/web/20180725214342/http://www.interfax.com/newsinf.asp?id=544107
[23] https://www.teliacompany.com/en
[24] https://www.teliacompany.com/en/about-the-company/corporate-governance/shareholders/
[25] https://www.occrp.org/en/corruptistan/uzbekistan/gulnarakarimova/payoff
[26] http://johnhelmer.net/alisher-usmanov-embraces-gulnara-karimova-in-a-bad-news-film-from-stockholm/ ; https://www.commsupdate.com/articles/2010/04/08/usmanov-objects-to-proposed-teliasonera-and-alfa-tie-up-over-megafon/
[27] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/09/18/uzbekistan-la-svizzera-restituisce-soldi-della-figlia-dellautocrate/
[28] https://www.craigmurray.org.uk/archives/2007/06/russian_journal.html ; https://www.craigmurray.org.uk/archives/2007/09/alisher_usmanov/
[29] https://www.rbth.com/news/2017/05/31/russian-tycoon-usmanov-wins-defamation-lawsuit-against-navalny_773992
[30] https://www.bbc.com/news/world-europe-16164825
[31] https://www.bbc.com/news/world-europe-16183112
[32] https://www.bbc.com/news/world-europe-16183112
[33] https://www.reddit.com/r/Gunners/comments/w4h28/alisher_usmanov_criminal_read_text_below_please/ ; https://www.reddit.com/r/Gunners/comments/w2va2/why_all_the_hate_for_usmanov/
[34] https://www.bbc.com/news/uk-politics-55844146
[35] https://www.insidethegames.biz/articles/1103574/uk-government-urged-to-sanction-usmanov
[36] https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-02-22/eu-to-sanction-four-people-over-russian-poisoning-of-navalny ; https://www.theguardian.com/world/2020/nov/27/alexei-navalny-calls-for-eu-sanctions-on-russian-oligarchs-abramovich-usmanov ; https://www.theguardian.com/world/2021/jan/27/garry-kasparov-calls-on-uk-to-impose-sanctions-oligarchs-vladmiri-putin-alexei-navalny
[37] https://www.reuters.com/article/us-usa-russia-sanctions-factbox-idUSKCN1HD22K
[38] https://web.archive.org/web/20200626142316/https://www.wicker.senate.gov/public/index.cfm/2018/1/senators-call-on-trump-administration-to-add-two-putin-cronies-to-upcoming-russia-sanctions-report
[39] https://www.metalloinvest.com/en/media/press-releases/423944/
[40] https://www.metalloinvest.com/en/
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