Innovazione
AI ACT: la sfida è identificare gli attori nazionali per attuare il regolamento
L’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale recentemente approvato dal Parlamento Europeo con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, e che ha lo scopo di stabilire linee guida chiare per l’uso dell’IA, mitigando i rischi eventuali e garantendo che la tecnologia rispetti i valori fondamentali europei, come la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, è stato il tema affrontato nella seconda puntata di “Privacy Today. Un caffè con Guido Scorza” il format dedicato ai temi della privacy ideato da ESSE-CI Centro Studi, il centro studi nato nell’ambito delle attività di terza missione dello studio legale ESSE-CI Avvocati di Modena e che dal 2024 è entrato all’interno delle attività del think tank Dialoghi. Durante la diretta Guido Scorza, avvocato, giornalista e professore a contratto di diritto delle nuove tecnologie e privacy, attualmente componente del Collegio del Garante per la protezione dei Dati Personali (GPDP), ha spiegato il regolamento, che diventerà direttamente applicabile nei diversi Paesi dell’Unione a scaglioni, che si pone nel solco della disciplina europea sulla protezione dei dati personali, il famoso GDPR.
“Attraverso il regolamento servizi e applicazioni ad alto rischio dovranno stare sotto stretta sorveglianza. La Commissione e con essa il Parlamento e il consiglio si sono trovati d’accordo che non è più tempo di monoliti regolamentari e quindi si riservano e affidano in particolare anche alla Commissione il potere/dovere di aggiornare la classificazione esistente” ha spiegato Scorza che aggiunge: “Il regolamento non è un testo facile. Si tratta di un testo lungo, complesso e che difficilmente un piccolo e medio imprenditore può far suo da solo con l’utilizzo di risorse di interpretazione convenzionali”. Scorza, durante il dialogo con Vittorio Colomba, avvocato, esperto di diritto delle nuove tecnologie e fondatore di ESSE-CI Avvocati, ha indicato anche la grande scommessa a livello nazionale cioè quella di identificare quanto prima gli attori dell’attuazione del regolamento.
Infine una punta d’orgoglio italiano essendo stato Brando Benifei, eurodeputato italiano – capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo dal 2019 – uno dei principali autori dell’IA Act nonché relatore del provvedimento. Infine, un’italiana, Lucilla Sioli, è la policy maker a capo dell’AI Act.
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