Industria
Manifattura, si salva la Farmaceutica. Moda e automotive i settori più in crisi
È l’anno della pandemia da Covid-19 e il farmaceutico è l’unico comparto con il segno positivo (+3,9 percento), grazie all’eccellente posizionamento nella filiera globale del valore che permette di cogliere le opportunità di una domanda mondiale trainante. In calo moderato alimentare e bevande, largo consumo ed elettronica. Per gli altri settori della manifattura italiana le perdite sono significative. Saranno il sistema della moda e la filiera dell’automotive a subire i danni più grandi.
A fotografare lo stato di salute dei settori industriali è il rapporto di Intesa Sanpaolo e Prometeia, in un momento in cui il governo cerca misure per contenere il virus ma anche i danni all’economia.
Gli economisti prevedono per l’industria manifatturiera italiana un calo del fatturato del 14.3% a prezzi costanti a consuntivo 2020, nonostante nei mesi estivi si sia registrato un recupero in diversi settori. La previsione, peraltro, tiene conto anche dell’ipotesi che non si adotti nessun lockdown generalizzato.
Secondo il rapporto la Farmaceutica (+3,9%) sarà infatti “l’unica eccezione nel quadro settoriale, grazie a una domanda mondiale trainante, a fronte di una domanda domestica di farmaci in leggero ripiegamento (sintesi di un aumento di domanda dei trattamenti Covid e di un calo delle altre terapie)”. Alimentare e bevande cala di poco (-2.8%), soprattutto grazie alla debole crescita delle esportazioni e all’aumento dei consumi alimentari domestici, che compensano in parte la flessione generalizzata della ristorazione professionale. Subito dopo, con un calo del fatturato vicino al 7% a prezzi costanti, troviamo il Largo consumo (sostenuto dalla vivacità della domanda di prodotti per l’igiene, che non compensa il calo di quelli cosmetici) e gli Elettrodomestici (che stanno beneficiando di un recupero degli ordinativi dai mercati esteri e di una domanda interna sostenuta dal driver della riqualificazione abitativa, in un contesto in cui l’ambiente domestico viene maggiormente vissuto e utilizzato anche per esigenze lavorative). Per l’Elettronica, a contenere la caduta del fatturato 2020 (-8.9% a prezzi costanti) contribuiscono sia i consumi di tecnologia domestica sia gli investimenti nella digitalizzazione.
Tra i settori che soffriranno meno della media manifatturiera troviamo i Prodotti e materiali da costruzione (-10.5% il calo atteso 2020, sempre a prezzi costanti), il cui giro d’affari sta beneficiando del riavvio degli investimenti in costruzioni, in particolare delle riqualificazioni residenziali (per cui sono stati potenziati gli incentivi in chiave ecologica e antisismica), gli Altri Intermedi (-11.8%), sostenuti dall’aumento di domanda di prodotti in plastica e carta legato all’emergenza sanitaria e gli Intermedi chimici (-9.2%), grazie alla domanda di chimica per prodotti igienizzanti che sta trainando le esportazioni.
Performance in linea con l’andamento medio del manifatturiero per Metallurgia e Prodotti in metallo (con fatturato atteso in calo del 14.3% e del 14.5% rispettivamente, a prezzi costanti), la cui attività è condizionata positivamente dalle costruzioni ma negativamente dalla Meccanica e dalla filiera automotive.
Le difficoltà del settore automotive penalizzano anche l’Elettrotecnica, che apre la parte bassa della classifica settoriale (-15.2% il calo atteso del fatturato a prezzi costanti 2020), nonostante il traino offerto dai crescenti investimenti in chiave ecologica, sia nel settore auto sia nelle costruzioni. Ancor più penalizzata la Meccanica (-18.4% la contrazione attesa in media d’anno), che si trova a fronteggiare una flessione marcata della domanda mondiale (superiore al 13% nel 2020, secondo le nostre stime, contro un -10% circa per il totale manifatturiero) e una battuta d’arresto degli investimenti sul fronte interno.
La riqualificazione dell’ambiente domestico legata allo smart working sta trainando il recupero del settore dei Mobili, che dopo una caduta molto intensa nella fase di lockdown, dovrebbe riuscire a contenere al 18.5% il calo del fatturato a prezzi costanti 2020.
In fondo alla classifica si collocano Sistema moda (-25.4% il calo atteso per il 2020) e Autoveicoli e moto (-26.8%). Sulla performance della moda pesano una stagione andata sostanzialmente persa, per i provvedimenti restrittivi alla mobilità intrapresi in primavera a livello internazionale, e una chiusura d’anno caratterizzata da un clima di incertezza, con limitazioni alla vita sociale che freneranno ancora i consumi di questi beni. L’automotive sconta gli effetti della pesante crisi economica che ha portato a posticipare la domanda di autoveicoli, anche se le attese sono di parziale recupero del fatturato settoriale tra agosto e dicembre, grazie alla spinta degli ecoincentivi per le autovetture approvati nel Decreto Agosto, che hanno già riportato in positivo i numeri delle immatricolazioni in settembre.
Per il 2021-22 il Rapporto prevede un significativo rimbalzo del fatturato manifatturiero, ad un tasso di crescita medio annuo del 6.8% a prezzi costanti, dietro l’ipotesi di una gestione più efficiente dell’emergenza sanitaria: se l’attuale escalation dei contagi non dovesse essere arginata con le misure varate e non dovessero arrivare nei tempi attesi cure efficaci e vaccini, si potrebbe, infatti, innescare una crisi di fiducia che condizionerebbe le prospettive del prossimo biennio.
La nota positiva è che la crisi avrà impatti significativi anche sulla redditività manifatturiera, ma meno intensi rispetto al 2009. Il tessuto produttivo è rafforzato rispetto al passato, in termini di liquidità e patrimonializzazione, e quindi potenzialmente più resiliente e in grado di affrontare i significativi investimenti necessari per adeguare l’offerta alle sfide future, anche se il futuro ad oggi è davvero incerto.
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