Industria
Manifattura italiana, arriva la gelata della guerra sulla primavera post-Covid
“Abbiamo un quadro ricco di fortissime incertezze, e non esclusivamente legate alla tragedia dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Con queste parole Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, ha spiegato lo scernario internazionale in cui si contestualizzano le previsioni contenute il Rapporto Analisi dei Settori Industriali di Maggio 2022, presentate oggi assieme a Prometeia. “Ci sono molte incertezze – ha aggiunto – che conducono l’economia mondiale verso un tendenziale rallentamento, con rischi di recessione”.
Il quadro che emrge dalla ricerca porta infatti a considerare la certezza di bruschi ridimensionamenti rispetto agli scenari tracciati mentre la pandemia sembrava finalmente arretrare e l’invasione dell’Ucraina non era ancora all’orizzonte. Minore domanda, costi proibitivi e carenza di materiali portano a ridimensionare infatti la stima di crescita del fatturato manifatturiero 2022 a prezzi costanti: +1,5% tendenziale, dal 4,9% previsto a ottobre. In particolare pesa la spinta inflatitva, derivante dalla traslazione dei rincari lungo le filiere, sosterrà un aumento consistente del fatturato a prezzi correnti (+17,9% tendenziale nel 2022), ma comporterà sacrifici sul piano della marginalità (EBIDTA margin a 8,8%, da 9,1% stimato per il 2021).
Le prospettive 2022 sono meno favorevoli per i settori produttori di beni durevoli, Autoveicoli e moto, Elettrodomestici e Mobili, che risentiranno dell’erosione dei redditi indotta dal caro energia. Gli ultimi due settori sono anche tra i più esposti verso il mercato russo in termini di export, insieme al Sistema moda. L’outlook 2022 resta positivo per i settori che continueranno a ricevere impulsi dal PNRR e dagli investimenti già programmati per la transizione green e digitale: Prodotti e materiali da costruzione (+5% tendenziale il fatturato deflazionato 2022), Meccanica (+3,8%), Elettrotecnica (+3,2%) ed Elettronica (+2,4%). In assenza di ulteriori escalation del conflitto, il manifatturiero è atteso crescere del 2,6% medio annuo nel 2023-26, a prezzi costanti, una performance che segna un deciso cambio di passo rispetto al ventennio pre-Covid.
Tuttavia, per il raggiungimento di questi risultati è cruciale il sostegno offerto dal PNRR, in termini di risorse e riforme, a cui dovranno affiancarsi significativi piani di investimento da parte delle imprese, per accelerare sul fronte della transizione digitale e ambientale.
Il conflitto russo-ucraino ha posto l’accento sulla necessità di diversificare sul piano energetico verso un maggior ricorso a fonti rinnovabili, rafforzando i progressi fatti negli ultimi anni, che già vedono l’Italia al secondo posto tra i principali paesi europei per consumi complessivi da rinnovabili (20,4% nel 2020, superiore al target del 17%), davanti a Germania e Francia. Per diminuire la dipendenza dall’estero e centrare gli ambiziosi obiettivi green fissati dall’UE al 2030, che coinvolgono in misura crescente i settori hard-to-abate, il nostro paese potrà contare sulla presenza di produttori di componentistica destinata alle fonti rinnovabili ben posizionati nella filiera europea e nel commercio mondiale.
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