Industria
L’industria italiana verso i livelli pre-Covid più in fretta di quelle europee
Per una serie di fattori, l’industria italiana si sta riprendendo più velocemente delle altre. Il dato emerge in modo chiaro nel rapporto “Analisi dei Settori Industriali di Ottobre 2021” di Intesa Sanpaolo, presentato insieme a Prometeia. Il capo economista della banca Gregorio De Felice ha posto l’attenzione su un elemento che potrebbe spiegare almeno in parte la miglior performance della nostra economia. «Siamo» ha detto De Felice «il paese cche sta vaccinando di più, siamo oltre l’80% di vaccinati, e siamo avanti di oltre dieci punti rispetto alla Germania». Il rapporto è stato discusso da Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia, che ha approfondito presupposti ed eventuali fragilità della ripresa, Ilaria Sangalli, Senior Economist Industry Research, Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, che ha concentrato la propria analisi sull’ìimportanza degli investimenti nel trainare la domanda interna e Alessandra Benedini, Principal Prometeia, che ha evidenziato il ruolo dei costi delle materie prime come possibile fattore critico per il prossimo futuro.
Sicuramente la campagna vaccinale conta, anche se il rimbalzo italiano è iniziato prima che la campagna stessa entrasse nel vivo. Nel rapporto, infatti, si evidenzia che nel complesso dei primi otto mesi del 2021 l’indice di produzione industriale (destagionalizzato e corretto per gli effetti del calendario) ha segnato una crescita del 18.5% in termini tendenziali, che consente all’industria italiana di assottigliare al 2% il divario rispetto alla situazione pre-Covid; ritardo nettamente inferiore a quello che caratterizza le manifatture tedesca (-7.3%), francese (-6.9%) e spagnola (-3.5%).
Un quadro produttivo così dinamico ha accelerato la ripresa del fatturato manifatturiero, che nel gennaio-agosto 2021 ha registrato un incremento del 26.3% su base tendenziale (a valori correnti) e del 7.4% sul corrispondente periodo 2019. La crescita è stata alimentata tanto dalla componente interna del giro d’affari (+9% sul 2019) quanto da quella estera (+4.8%). Proprio a proposito della domanda interna, De Felice ha sottolineato la storica fragilità della domanda interna stessa. Una sua stabilizzazione sarà centrale per consolidare il trend di crescita.
I dati di fatturato risentono, inoltre, di una spinta inflativa. La ripresa dell’economia mondiale unita alla necessità di ricostituire i magazzini dopo le caute politiche di approvvigionamento della prima fase dell’emergenza Covid, hanno portato a una forte accelerazione della domanda e a episodi di mancanza di materiali e prodotti sui mercati. Queste tendenze hanno dato luogo a fiammate nei costi di trasporto e nei prezzi internazionali delle materie prime, in parte traslate sui prezzi di vendita (+3.4% l’incremento tendenziale dei prezzi alla produzione, nei primi otto mesi del 2021).
E per il prossimo futuro? Il rapporto è ottimista, e preconizza una fase finale dell’anno ancora improntata al recupero dei livelli di attività, come implicito nell’andamento degli indici di fiducia, ma su ritmi che andranno affievolendosi, soprattutto in termini tendenziali, nel confronto con una seconda metà del 2020 che era già stata di brillante ripresa. Nel complesso, per il 2021 stimiamo un incremento dell’11.2% del fatturato a prezzi costanti, che andrà a chiudere il gap sul pre-Covid (+0.8%), e del 20.6% a prezzi correnti (+9.3% sul 2019).
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