Industria
Processo a Piaggio per gli ustionati dagli scooter difettosi
Un serbatoio che prende fuoco con troppa facilità. Cinque ustionati in modo grave, due processi civili conclusi con altrettante condanne, uno penale che si è aperto da pochi giorni e un’altra indagine in corso. Qualcosa mette in imbarazzo la Piaggio, il più grande costruttore europeo di veicoli motorizzati a due ruote e certamente il produttore italiano di moto italiano più conosciuto nel mondo, proprietario di marchi che hanno fatto la storia del motociclismo come Gilera, Moto Guzzi e Aprilia.
Qualcosa si era scoperto a maggio quando il Tribunale di Pisa, in seguito a un ricorso di Altroconsumo, aveva imposto alla società guidata dall’imprenditore Roberto Colaninno di richiamare 40mila scooter Gilera Runner prima serie per un “grave difetto di fabbricazione”: il modello presenta un maggior rischio di ustioni per il conducente in caso di urto frontale, dovuto a fuoriuscite di benzina dal serbatoio. Con una lettera spedita a tutti i clienti e pubblicizzata sui maggiori quotidiani, la società fondata nel 1884 offriva un risarcimento oppure la sostituzione gratis del serbatoio, sottolineando comunque che «tutti i prodotti vengono immessi sul mercato dopo essere sottoposti a test e verifiche» e si limitava a parlare di “rischio” per il conducente. Quel “rischio” è diventato reale per cinque motociclisti devastati da banali incidenti, ma di questo non vi è traccia nell’annuncio pubblicato sui giornali.
UNA NUVOLA DI FUOCO
Il 28 aprile 2009, Manuel S., 23 anni, percorre le strade di Imperia in sella al suo scooter Gilera Runner prima serie a velocità regolare, nel rispetto dei limiti previsti dal codice, quando un’auto che lo precede compie una brusca inversione causando lo scontro frontale tra i due veicoli. In seguito «all’urto di modesta entità – si legge nella denuncia presentata dal motociclista alla Procura – rimanevo sul sellino dello scooter e il Gilera Runner prendeva immediatamente fuoco avvolgendo il sottoscritto e il secondo passeggero da me trasportato in una nuvola incendiaria». Manuel S. viene ricoverato in prognosi riservata con «ustioni di primo, secondo e terzo grado su gran parte della superficie corporea». Anche l’amica che trasportava, Giorgia C., finisce in ospedale con gravi ustioni alle gambe e alle mani.
Il 4 novembre si è aperto davanti al Tribunale di Imperia il processo nato da questa denuncia che vede imputati con l’accusa di lesioni personali colpose il conducente della Rover che ha provocato lo scontro e Lucio Masut, «perché – si legge nel decreto di citazione a giudizio firmato dal pm Alessandro Bogliolo – nella sua qualità di progettista del ciclomotore Piaggio Runner, per colpa consistita in imperizia, cagionava a Manuel S. lesioni personali».
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, l’incidente provocava «la deformazione del telaio dello scooter con interessamento del serbatoio» e «a causa del sistema di progettazione del motoveicolo, veniva a mancare la tenuta tra le pareti del serbatoio e il tappo galleggiante, sicché, tale evenienza, unitamente all’aumento di pressione subito dallo schiacciamento del serbatoio, comportava lo sfiato di vapori e benzina direttamente in direzione del conducente». Questo perché «il serbatoio, posizionato nella parte anteriore del veicolo, era stato progettato senza concreti elementi strutturali in grado di assorbire l’energia dell’impatto». Nell’udienza del 4 novembre, il Tribunale ha ammesso come parte civile solo Manuel S., assistito dagli avvocati Daniele Maggi e Gian Matteo Santucci, escludendo invece Giorgia C. perché la donna ha già vinto una causa civile contro Piaggio per la stessa vicenda e non ha dunque diritto a un eventuale doppio risarcimento. Nei giorni in ospedale successivi all’incidente, Manuel S. riceve la visita di un suo omonimo (Manuel C.) che gli racconta una storia accaduta qualche anno prima, molto simile alla sua.
UNO SCHIANTO DA DUE MILIONI
Manuel C., 21 anni, è alla guida di un Gilera Runner sull’Aurelia quando perde il controllo del suo scooter scivolando sulla ghiaia. Finisce dritto contro il muro di sostegno della strada. Anche lui si ritrova tra le fiamme mentre è ancora in sella, dopo un impatto di modesta entità. Il 23 marzo 2011, dopo un lungo contenzioso civile durato 8 anni, il Tribunale civile ha condannato Piaggio a versare un risarcimento di 2.006.834 euro per danni patrimoniali e non al motociclista.
La sentenza è molto chiara nella sue conclusioni: la casa motociclistica viene considerata responsabile dei danni riportati da Manuel C. Il giudice condivide gli esiti di una consulenza tecnica: «Poiché in tutti gli scooter il telaio tende a deformarsi in caso di collisione, anomala e singolare appare la soluzione tecnica di alloggiare il serbatoio nella culla centrale o ventrale del telaio; in pratica, il serbatoio è incastrato tra i tubolari del telaio, con la conseguenza che ogni deformazione del telaio si trasmette al serbatoio provocandone una compressione».
«L’alloggiamento in una posizione diversa da quella prescelta dai tecnici avrebbe impedito la deformazione del serbatoio – si legge nei motivi della decisione -, così come l’utilizzo di un materiale diverso dal polietilene, impiegato per quel tipo di scooter, quale ad esempio l’acciaio al carbonio che avrebbe garantito una deformabilità plastica». L’incendio, conclude il magistrato, non è riconducibile all’eccessiva velocità del conducente, come ha provato a sostenere Piaggio, «né ad anomalie della collisione perché non vi è stato lo schiacciamento o la distruzione del veicolo», «ma esclusivamente alle modalità di posizionamento e ancoraggio del serbatoio al veicolo».
NUOVO MODELLO, PROBLEMA IMMUTATO
L’ultimo capitolo di questa vicenda è, se possibile, ancora più preoccupante dei primi due perché riguarda la linea Gilera Runner seconda serie, tuttora in produzione, a differenza della prima progettata tra il 1998 e il 2005.
La Procura di La Spezia indaga il capo progettista Lucio Masut e il legale rappresentante pro tempore di Piaggio S.p.A., Rocco Sabelli, con le accuse di lesioni personali colpose e violazione della legge 205/2005 per immissione sul mercato di prodotti pericolosi, in relazione all’incidente che ha coinvolto due ragazzi, E.H, 21 anni, e A.S., 19 anni. Il 7 ottobre 2013, i due si sono scontrati con una Fiat Gran Punto a bordo del loro scooter Gilera Runner seconda serie mentre percorrevano, a velocità nei limiti, una strada in una zona industriale vicino a La Spezia.
Il copione è sempre lo stesso: impatto minimo, conseguenze drammatiche: i passeggeri, ancora in sella al motorino, vengono ustionati dalle fiamme che si sprigionano subito dopo l’impatto e in ospedale subiscono una serie di delicati interventi chirurgici per ridurre i danni provocati da severe ustioni.
Una consulenza chiesta dalle presunte parti offese a un ingegnere del Politecnico di Milano, Fabrizio D’Errico, afferma che le criticità di fabbricazione riscontrabili nei Gilera Runner prima serie sono le stesse di quelle riscontrabili in quelli più nuovi. «Il modello Gilera Runner seconda serie sul mercato dal 2008 – spiega il tecnico – presenta alcune modifiche: il produttore ha infatti ridotto il posizionamento e le dimensioni del serbatoio ma ha mantenuto la sua collocazione all’interno della ‘culla ventrale’ (…) in sostanza le inusuali scelte progettuali sulla collocazione del serbatoio e in generale sulla geometria dell’avantreno sono identiche tra prima e seconda serie».
Nella denuncia che ha dato il via all’indagine, gli avvocati dei motociclisti, sempre Maggi e Santucci, evidenziano che «il legale rappresentante della Piaggio S.p.A. e il capo progettista, pur se venuti a conoscenza della molteplicità di incendi determinati dalla particolare progettazione del motociclo e, cosa ben più grave, essendo destinatari di un’ordinanza del Tribunale di Pisa che ordinava loro il ritiro dal mercato di detti motocicli, nulla hanno fatto per impedire il pericolo di un prodotto venduto in larga scala e tuttora in circolazione». Interpellata da Stati Generali su questa e sulle altre inchieste, la società ha comunicato di non avere altro da aggiungere rispetto a quanto dichiarato a suo tempo.
La Piaggio è quotata alla Borsa di Milano e capitalizza più di 800 milioni di euro. È controllata al 50,06% dalla holding industriale Immsi, che fa capo a Colaninno. Il gruppo Piaggio produce scooter, moto e ciclomotori con i marchi Piaggio, Vespa, Aprilia, Moto Guzzi, Gilera, Derbi, Scarabeo, oltre che la nota “Ape”. Nei primi nove mesi di quest’anno ha registrato vendite per circa 1 miliardo di euro (1,2 miliardi in tutto il 2014). Nella compagine societaria (vedi qui azionariato) figurano con quote di minoranza l’imprenditore Diego Della Valle e la società di investimenti Fidelity.
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