Imprenditori
Tutte le perplessità sui cantieri aperti per il Superbonus 110%
Avviare una attività d’impresa nel nostro Paese, presuppone intraprendere una procedura il cui iter è decisamente tortuoso ed estremamente burocratizzato. Una eccezione, però, viene rappresentata in questo periodo, dalla possibilità di rendere i vari passaggi assolutamente celeri e remunerativi, soprattutto se ci si addentra nel famigerato settore dell’edilizia. Con la semplice registrazione del numero della propria partiva iva e del relativo codice inerente all’attività, ossia il cd. Ateco 41, presso la Camera di Commercio, e con il contestuale invio anche alla Agenzia delle Entrate, fare gli imprenditori diviene un gioco da ragazzi. Tra un “cappotto termico” da applicare sulle facciate delle abitazioni, o degli stabili condominiali, e abbattere o costruire pareti, ci si ritrova coinvolti in una specie di trend dell’ultima ora, difficile da perdere come occasione.
Basti pensare ad alcuni dati davvero incredibili, circa il numero delle imprese edili sorte ogni giorno. Solo negli ultimi sei mesi dello scorso anno: oltre 60 che, alla fine del 2021, costituivano più di 11.500 in totale. Occorre precisare che all’interno di tali cifre, sono comprese anche le imprese che hanno effettuato una riconversione aziendale, con una ristrutturazione magica ed esilarante rispetto al settore di provenienza, come l’agricolo, l’autotrasporto, utile a spiccare il volo nell’edilizia che conta. Tutto alla ricerca di un miraggio, che poi tanto miraggio non è: riuscire ad abbeverarsi nel fiume dalle sponde dorate dei 30 miliardi stanziati per il Superbonus 110%, che viene ripartito a livello statale fino agli inizi dell’estate del 2023, per premiare la buona volontà di chi si impegna ad aumentare l’efficienza energetica dei complessi residenziali.
Il grande enigma o bluff dell’assenza di competenze richieste
Ci si ritrova con un grande enigma da risolvere, che assume in un certo senso, il gusto assai amaro del grande bluff.
E cioè, come mai non vengano richieste delle competenze specifiche e rigorose nell’avviare le procedure di partecipazione al bonus statale.
Chi opera a livello certificato nel settore edile, particolarmente nelle costruzioni, fa parte dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), e generalmente ha in media oltre cinque dipendenti, mentre le aziende improvvisate, non dichiarano nessun operaio al proprio servizio.
Inoltre, la succitata associazione di categoria, si impegna nella formazione di operai, organico addetto al cantiere, geometri specializzati. Quello che balza agli occhi, è come vi sia un verosimile tentativo di aggiudicarsi il denaro previsto, senza avere alcun progetto di investimento futuro per migliorare l’attività imprenditoriale.
Ci si chiede: come sia possibile che qualcuno che fino a ieri si occupava di tutt’altro come lavorare nei campi, o trasportare merci, possa addirittura operare nel delicato comparto edile e delle costruzioni, senza passare da una necessaria formazione qualificante, che si acquisisce inequivocabilmente anche con l’esperienza sul campo?
Lo Stato italiano, pare, forse, non aver approfondito le conseguenze di queste falle normative, con la messa a punto di procedure di avvio attività alquanto improvvisate, e le cui ripercussioni potremmo pagarle tutti noi cittadini, nel medio o lungo termine. Senza considerare quanto in questo quadro lascivo di accesso agli aiuti statali, si possano fiondare, con estrema facilità, infiltrazioni criminali di sorta.
Nella stessa fattispecie in cui si dichiara l’esistenza di una azienda edile, è consentito richiedere il bonus per il miglioramento dell’efficienza energetica residenziale, senza alcuna restrizione sugli importi da non superare. Con l’alternativa furba e fraudolenta, di ricevere il denaro, senza mai davvero dare inizio ai lavori promessi. Vi è una attività di individuazione costante dei truffatori, ad opera della Agenzia delle Entrate, che ha portato negli scorsi giorni all’arresto di oltre 30 persone in Emilia Romagna, le quali avrebbero percepito in maniera illegale un importo complessivo di 440 milioni legati proprio al bonus ed al superbonus, mettendo in atto una serie di contratti di subappalto. La portata economica del traffico truffaldino ha superato già il miliardo di euro.
Le contromisure del Governo
Da parte sua, il Governo Draghi, prova ad approntare contromisure in grado di contrastare questa caccia all’oro che si è generata da oltre un anno e, cioè, attraverso l’adozione del nuovo Decreto Sostegno Ter, viene impedito di procedere alla cessione del credito fiscale dei bonus, a favore di terzi, proprio per sventare i subappalti illeciti.
Il dato che allarma più di tutti è che il 90% dei cantieri aperti, risulta non conforme ai requisiti di trasparenza ed affidabilità prescritti dalle leggi vigenti in materia di sicurezza sul lavoro. Il discorso della sicurezza, è il fianco debole di tutta questa bolla di incentivi inattesi. Nell’ultimo semestre dello scorso anno, i dati diffusi dall’Ispettorato del Lavoro, hanno fatto registrare il dilagare di irregolarità di ordine contrattuale, assicurativo e soprattutto sul versante sicurezza. A seguito di una intensificazione delle ispezioni, che sono state raddoppiate, oltre il 90% dei cantieri esaminati, presentava questo tipo di anomalie. Ben 13 mila violazioni segnalate nel 2021, la metà delle quali è da imputare a misure di protezione assolutamente inadeguate, riferibili all’utilizzo di materiali scadenti, ponteggi, tubi o segnaletica indicante il pericolo, non conformi alle norme esistenti. Di pari passo, va dato riscontro di un significativo incremento del lavoro “ibrido” che tenta malamente di dissimulare la squallida piaga dello sfruttamento in nero, per fare spazio alle sempre più diffuse assunzioni di autonomi, scegliendo la modalità del cottimo, apprendistato, tirocinio, a progetto, intermittenza, associazione e partecipazione. La grande fregatura è motivata dal fatto che le aziende che forniscono la stragrande maggioranza di lavoratori in appalto e le contestuali garanzie assicurative, si ricollegano a stati come la Romania o l’Albania, riuscendo ad ottenere un prezzo molto basso per la manodopera dell’Est Europa.
Aumento massiccio delle denunce di infortunio sui cantieri
Con una sconfortante inversione di rotta, circa la diminuzione delle denunce di infortunio sui cantieri, monitorata nell’ ultimo decennio, il 2021 ha visto un triste rialzo di questi tragici incidenti, palesando un aumento pari al 17%. Un dato che emerge dai soli riscontri INAIL, con un numero di morti nel settore edile uguale a 127, senza poter fare l’appello dei tanti caduti mentre prestavano lavoro in nero.
I suggerimenti circa gli interventi risolutivi indicati dalla stessa Ance, auspicherebbero di richiedere l’esibizione del certificato Soa, che attesti l’affidabilità delle aziende edili
( adeguatezza delle attrezzature e del personale impiegato, referenze di carattere bancario ed un bilancio d’impresa consono all’importo che si richiede per il bonus), così come accade nel settore pubblico. Sebbene si stia cercando di ampliare gli organici assegnati alle sezioni distaccate dell’Ispettorato del Lavoro, attraverso l’assunzione di 1000 unità in arrivo per il 2023.
Il timore concreto, o forse, lo spettro, che aleggia intorno a questo flusso di operazioni finanziare che di sicuro nascono con il nobile intento di offrire un significativo slancio all’economia italiana, tanto provata dalla Pandemia, riguarda il contraddittorio rapporto costi – benefici, in termini di vite umane e lotta alla criminalità organizzata, che si potrebbe ritrovare in questo modo a vincere facile.
Devi fare login per commentare
Accedi