Imprenditori
L’impresa familiare può continuare la sua corsa. Se si apre e sa cambiare
Nel libro “Continuare insieme” di Alessandro Scaglione non fredde istruzioni per l’uso, ma una direzione tracciata: occorre una rete di intelligenze per (ri)scrivere il futuro delle aziende
Continuare è una parola che suona quasi come un paradosso di questi tempi, capaci di scardinare ogni residuo di certezza. Eppure è un’operazione possibile nel family business, se stringe a sé un altro termine: insieme.
Così Alessandro Scaglione, laureato in Ingegneria gestionale ed esperto di imprese familiari, conduce attraverso le acque tempestose di questa nostra epoca con un libro che si avvale di riflessioni autorevoli – alla sua analisi si affiancano la prefazione di Tommaso Nannicini e la postfazione di Luciano Pero – e di case histories. Grazie anche alle testimonianze di Michela Conterno, Claudia Mona, Paolo Pavan e Gaetano e Giulio Lanfranchi, si riesce a irradiare una luce di concretezza e fiducia. “Continuare insieme – Il Family Business oltre il passaggio generazionale” è dunque il titolo dell’ultima opera di Alessandro Scaglione, pubblicato con Guerini Next. Non fredde istruzioni per l’uso, bensì una serie di step tracciati con l’ausilio dell’esperienza dell’autore e delle storie analizzate con l’obiettivo dichiarato di essere utili: tanto più considerando che le imprese familiari rappresentano il cardine del tessuto economico italiano.
La via è anche superare la paura del cambiamento che – come dice Nannicini – è sì sfida difficile, ma oggi non arriva più come confine tra sopravvivere e crescere: piuttosto, tra «rischiare di fallire e tornare a vivere». Ecco perché ci vuole una bussola – insiste l’autore della prefazione – per orientarsi e sfuggire alle cosiddette trappole cognitive, in grado di bloccare la capacità di continuare.
Quali sono? Ad esempio, essere bloccati nell’“io”, mentre essenziale è la partecipazione, quindi l’apertura e il passaggio al “noi”. Digitalizzazione e internazionalizzazione sono alleate in questo viaggio, ma non come atti freddi e obbligati: sempre in quest’ottica di apertura all’altro. Un’espressione, illuminante: fare propria la diversità, non cercare l’omogeneità culturale. In questo contesto si inserisce la testimonianza di Michela Conterno, amministratore delegato di Lati Industria Termoplastici spa. Che la leadership – come racconta – se l’è dovuta sudare dal basso e ha raccolto l’eredità morale di suo padre in questa direzione, ovvero «mantenendo sempre alta l’attenzione verso tutti gli stakeholders».
Un’altra indicazione, preziosa, riguarda il valore e la continuità di impresa tra passaggio generazionale e disimpegno. Ciò impone l’andare oltre all’azienda vista come un mezzo, piuttosto il suo fine è «la sua stessa esistenza nel tempo, attraverso il mantenimento della capacità di crearsi e ricrearsi continuamente». Un capitolo che ci ricorda come questo sia un libro scomodo, carico di domande, non di agili (e preconfezionate) risposte. Qui ci ricorda l’autore – ed è un promemoria salutare, tutt’altro che scontato – che fare i genitori o gli imprenditori sono mestieri differenti. I secondi hanno un dovere morale preciso, che è quello di essere capaci di compiere un passo indietro quando ci si rende conto che nella stanza dei bottoni rischia di non esserci il migliore. Una selezione dolorosa, ma naturale a modo suo, se appunto l’obiettivo è il “continuare” l’impresa. Scaglione indica nove direttrici precise e le nutre dell’esperienza di Paolo Pavan, una storia intensa di continuità e indipendenza al contempo.
Altra tappa, i nuovi significati di management, governance, capitale e stakeholders. Davvero continuare è saper «dotarsi di una cabina di regia in grado di capitalizzare al meglio le inclinazioni delle nuove generazioni». Si presenta Secondo Mona nel settore aeronautico e avvincente è la storia di Claudia, il suo cammino di studi e professionale anche lontano, il momento di rientrare a casa «all’insegna della sobrietà» per lei « donna, cultura e mindset internazionale, cinque lingue e spirito libero in un’azienda di provincia» .
Ma la bussola indica anche la governance della fiducia come differenziale competitivo, un terreno fertile per la longevità. Perché sì, «la fiducia è molto più potente del controllo»: un ragionamento serrato dalle cerniere della ditta Lampo con Gaetano e Giulio Lanfranchi.
Non c’è più tempo, ammonisce nella postfazione Luciano Pero, ecco perché questo libro può essere guida preziosa nell’«aprire l’impresa alle diverse intelligenze che le stanno attorno». E suona profetico l’inserimento dell’intervento di Mario Draghi lo scorso agosto al Meeting di Rimini. Un richiamo forte all’investimento importante, quello sui giovani, per continuare.
Alessandro Scaglione, “Continuare insieme – Il Family Business oltre il passaggio generazionale” – Guerini Next (Lavoro e Impresa)
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