Imprenditori
L’imprenditore da 31mila euro che vuole scalare Assolombarda
Mettetevi nei panni di una delle 6mila imprese di Milano, Lodi, Monza e Brianza, 6mila imprese che fanno di Assolombarda la più grande associazione territoriale della Confindustria e una delle più influenti lobby in Italia.
Poco dopo l’avvio della macchina elettorale per l’elezione del nuovo presidente, esplode lo scandalo del Sole 24 Ore, il giornale controllato dalla Confindustria. Tra cattiva gestione, presunti abusi societari e silenzi dei vertici confindustriali, in questo “scandalo al Sole” l’imprenditore medio vede una plastica rappresentazione di quella che chiamano “crisi della rappresentanza”. Magari questo imprenditore si chiede per che cosa (o per chi) stia pagando l’abbonamento al club.
Il rinnovo dei vertici di Assolombarda cade perciò in un momento delicato ma anche propizio per una svolta. È il primo importante test degli umori della base, dopo che il caso del Sole 24 Ore ha scosso nelle fondamenta la credibilità delle associazioni. Forse è anche l’occasione per far spazio a energie fresche, capaci di rigenerare l’associazionismo imprenditoriale italiano.
Sul tavolo ci sono due candidati che più diversi non potrebbero essere. Uno è Carlo Bonomi, 51 anni, presidente di Synopo, società di forniture ospedaliere, appoggiato dal presidente uscente Gianfelice Rocca, il patron della Tenaris e del gruppo ospedaliero Humanitas.
L’altro è Andrea Dell’Orto, 48 anni, esponente di un’azienda familiare giunta alla terza generazione, costruendo carburatori e centraline elettroniche. La Dell’Orto fattura oggi 80 milioni di euro, con 470 dipendenti, di cui 120 in India, dove produce per il mercato locale.
Se quella di Dell’Orto è una tipica storia di imprenditoria lombarda, non esente da correzioni di rotta ma capace di innovarsi e crescere lungo i sentieri dell’internazionalizzazione e della manifattura digitale, la storia di Bonomi è invece recentissima e trova la sua cifra nell’audacia finanziaria del private equity applicato al settore biomedicale.
La Synopo nasce nel 2013 rilevando la filiale commerciale in Italia della multinazionale californiana Natus, di cui è tuttora il distributore per l’Italia. In concreto, Synopo acquista e rivende a cliniche, ospedali e studi medici i prodotti Natus per la neurologia, neurochirurgia e riabilitazione, come spiega sul suo sito.
La svolta arriva nel 2015 con l’acquisizione di Sidam, società emiliana che produce dispositivi monouso e apparecchiature elettromedicali per la terapia intensiva e la radiologia. L’operazione è stata resa possibile grazie ai capitali apportati da Caravaggio Tre srl, che fa capo a Berrier Capital, società di private equity di Vincenzo Alberto Craici.
Il 2015 di Synopo si è chiuso in positivo, con un utile di 267mila euro, proprio grazie a 540mila euro di dividendi staccati dalla controllata Sidam, non bastando i ricavi della capogruppo (1,7 milioni) a coprire i costi delle produzione (1,9 milioni). Nello stesso anno, a livello consolidato (includendo Sidam e Btc Medical Europe), il fatturato è stato di 13,2 milioni (saliti a 15 milioni nel 2016).
Nel capitale di Synopo, accanto a Berrier Capital figurano la Marsupium srl (34%) e due persone fisiche, Antonella Nobile e Guido Grassi, con l’8% a testa. E Bonomi dove sta? Per trovare il candidato alla guida di Assolombarda bisogna risalire di due piani lungo la piramide societaria di Synopo, incrociando prima due scatole vuote.
A fronte della partecipazione in Synopo, valutata 142mila euro, Marsupium ha debiti verso soci per finanziamenti per 133mila euro. Chi sono questi soci? L’avvocato milanese Sergio Laghi (20%), l’attuale amministratore delegato Hewlett Packard Italia Stefano Venturi (40%) e un’altra srl, la Ocean, titolare di una quota del 40 per cento.
Salendo ancora di un piano, nella compagine della Ocean srl, compare finalmente Bonomi, con una quota del 33,3%, alla pari con altri due soci privati. In sostanza, secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio di Milano, il candidato alla presidenza di Assolombarda ha in trasparenza appena il 4,5% dell’azienda che espone sul suo biglietto da visita, la Synopo. Una quota che a monte della piramide societaria corrisponde a un impegno di capitale di soli 31mila euro.
Sulla carta Ocean dichiara come attività prevalente la produzione e commercializzazione di prodotti per l’industria metalmeccanica e tessile, e come attività secondaria la consulenza aziendale. In concreto, ha registrato 1.300 euro di ricavi nel 2014 (il dato sale a 7.420 euro includendo gli altri proventi)*, nulli nel 2015 e 9.700 euro nel 2016. Ha finanziato per circa 60mila euro la partecipata Marsupium, prendendo a prestito 54mila euro da non precisati “altri finanziatori”.
Al contrario, la situazione che si riscontra a valle della catena è più promettente. Nel 2015 la controllata Sidam ha realizzato 7 milioni di fatturato (il dato sale a 7,3 mln includendo gli altri ricavi e proventi)* e 850mila euro di utili. L’acquisizione sembra aver dato soddisfazione anche nel 2016 (non ci sono ancora dati ufficiali), ma digerirla non sarà semplice. L’esborso è stato infatti considerevole rispetto ai mezzi propri.
Per Synopo l’acquisto del 90% di Sidam è costato finora circa 4 milioni di euro, finanziato in parte con mezzi propri e in parte con un consistente ricorso alla leva finanziaria. A questo si aggiunge un conguaglio fino a un massimo di 1,6 milioni, che andrà definito e pagato entro maggio 2018. Fino ad allora tutto il pacchetto di controllo della Sidam resterà in pegno alla Banca popolare di Milano.
Ha scritto lo storico Giuseppe Berta, autore di “Che fine ha fatto il Capitalismo italiano” (Il Mulino, 2016), che «le rappresentanze delle imprese dovrebbero focalizzare la loro attenzione attorno alle espressioni più vivaci dell’imprenditorialità». Occorrerà attendere fino il prossimo 12 aprile, quando verrà designato il candidato unico alla presidenza, per conoscere quale profilo di imprenditore vivace, fra Bonomi e Dell’Orto, uscirà dalle urne di Assolombarda.
In copertina, Carlo Bonomi, presidente di Synopo S.p.A.
[*] aggiornato il 1° aprile 2017
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