America
Da Hollywood a Silicon Valley: quando i vip diventano startupper
Da Silicon Valley a Beverly Hills il passo è breve. E così negli States impazza la moda, tra i vip dello star system, di dare vita alla propria startup: chi finanziandola, chi prestandole l’immagine o il nome, chi cambiando radicalmente stile di vita e lanciandosi nel vero e proprio mestiere dello startupper.
La categoria più diffusa è quella degli investitori. Bono, il frontman degli U2, aveva preso l’1% di Facebook tramite il fondo d’investimento Elevation Partners, realizzando una plusvalenza di 12 volte la spesa iniziale al momento della quotazione in Borsa del social network di Mark Zuckerberg. Anche Ashton Kutcher, forse il più celebre dei business angel americani, ha investito a tutto spiano, mettendo le mani su molte delle startup più in vista degli ultimi anni: Foursquare, Skype, Spotify, Flipboard, Airbnb. L’attore che ha interpretato al cinema Steve Jobs ha persino creato un suo fondo d’investimento, A-Grade.
Non sempre però gli affari vanno a buon fine, e ne sa qualcosa Justin Bieber: l’idolo degli adolescenti di tutto il mondo (e personaggio più seguito in assoluto su Twitter) aveva finanziato Shots of me, un’app per realizzare dei selfie, che però non ha preso piede facendogli perdere decine di migliaia di dollari. Stessa sorte è toccata a Lady Gaga con Backplane (società che sviluppa social network per vip) e a Lindsay Lohan con Just Sing It, l’app del karaoke mai pervenuta al grande pubblico.
C’è anche chi, oltre ai soldi, ha messo a disposizione soprattutto le idee. Così l’attore Leonardo di Caprio sta provando a sostenere personalmente Mobli, un’app concorrente di Instagram, e Justin Timberlake ha provato fino alla fine a salvare MySpace, che a metà degli anni 2000 era diventato il punto di riferimento dei social network.
In altri – rari – casi, le star di Hollywood e dintorni hanno proprio creato la loro startup. E’ il caso di Jessica Alba, co-fondatrice e presidente dal 2011 di Honest Company, sito di vendita di prodotti ecosostenibili per neonati e per la casa. Il business sta funzionando, visto che l’anno scorso ha raccolto 70 milioni di dollari da due grossi fondi d’investimento (Lightspeed Venture e Wellington Management) e ora avrebbe già raggiunto una valutazione da 1 miliardo. Altro caso di successo eclatante è quello del rapper Dr Dre, che ha venduto l’anno scorso a Apple le cuffie Beats per la bellezza di 3 miliardi di dollari. Un colpo smisurato che fa da contraltare al flop del collega rapper MC Hammer, il quale si era lanciato nientemeno che nella concorrenza a Google, creando il motore di ricerca WireDoo. Non pervenuto.
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