Governo

Spese mobilio: incentivi a chi acquista casa, il governo ignora chi affitta

13 Novembre 2015

Se si è una giovane coppia che acquista casa, il governo ti dà una mano per acquistare i mobili. Fino al 50% della spesa totale. Ma se, nel malaugurato caso, una coppia vive in affitto, allora non c’è nulla da fare: le spese sono tutte a carico del cittadino. E non c’è nessuna possibilità di “cambiare verso”, per usare un’espressione cara a Matteo Renzi: al Senato l’esecutivo ha respinto l’ipotesi di aiutare gli under 35 che non possono permettersi l’acquisto di un appartamento e sono costretti adeguarsi con l’affitto. Il tipico caso di beffa oltre il danno.

La Legge di Stabilità prevede infatti incentivi nel caso di acquisto di un immobile  a «giovani coppie costituenti un nucleo familiare composto da coniugi o da conviventi more uxorio, che abbiano costituito nucleo da almeno 3 anni, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni». Basta che la casa sia «da adibire ad abitazione principale» e la coppa beneficia «di una detrazione sulle spese documentate sostenute per l’acquisto di mobili ad arredo». Il sostegno statale è del 50% e sino a un massimo di 8mila euro. Insomma, se una coppia spende 16mila euro (o di più) per il mobilio, ne avrà 8mila di sconto.

Durante l’esame del testo in Commissione Finanze al Senato, c’è stata una proposta per ampliare la platea dei beneficiari. Un emendamento a firma dei senatori del Partito democratico, Roberto Ruta e Lucrezia Ricchiuti, chiedeva infatti di estendere la misura anche a chi va in affitto, scrivendo nel testo la formula “acquirenti o locatari”. Insomma, un’opportunità per aiutare una parte più grande degli under 35. Ma il governo ha risposto di no, senza troppi giri di parole. E, dando un ulteriore schiaffo alla richiesta, ha annunciato l’aumento delle risorse per chi acquista un immobile: nella versione ideata, dunque, gli incentivi coprono sempre la metà della spesa, ma fino a un massimo di 16mila euro. Dunque chi spende 32mila euro, oppure oltre questa cifra, vedrà tornare indietro 16mila grazie allo sconto dello Stato. «Questa decisione annunciata dal governo dimostra che c’erano le risorse a disposizione per aiutare chi vive in affitto. Non c’è stata la volontà politica di intervenire», ha affermato a Gli Stati Generali, Lucrezia Ricchiuti.

Certo, chi acquista un immobile deve essere supportato per le spese affrontate. D’altra parte, è pur vero, che chi compie questo investimento ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, altrimenti il mutuo non sarebbe stato erogato. «Chi invece non ha questa fortuna lavorativa deve necessariamente andare in affitto. Perché questa discriminazione? Dove sta l’equità?», ha chiesto la senatrice Ricchiuti. Un problema che poi potrebbe anche allargarsi, in quanto i single, e ancora di più i divorziati, sono totalmente tagliati fuori. Ma questa è un’altra storia, perché di base la legge riguardava solo le coppie, anche quelle “di fatto”.

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