Borsa

L’affare in conflitto d’interesse fra la società quotata e la Sgr di mr. Catella

8 Agosto 2016

A poche settimane dalla quotazione in Piazza Affari, Coima Res SIIQ, società di investimento immobiliare promossa e guidata dall’immobiliarista Manfredi Catella, ha fatto il proprio debutto sul mercato. È di alcuni giorni fa, infatti, l’annuncio della firma di un contratto preliminare per l’acquisto, al prezzo di 156 milioni di euro, dell’86,67 per cento delle quote del fondo MH Real Estate Crescita (MH REC). Il fondo ha in dotazione due immobili del valore di 145,5 milioni, «situati, spiega il comunicato stampa, in primari quartieri direzionali, entrambi ben serviti dal trasporto pubblico: Gioiaotto è situato a Milano in via Melchiorre Gioia, nel quartiere Porta Nuova, mentre Palazzo Sturzo è situato a Roma in piazzale Sturzo, in una posizione strategica del quartiere EUR».

È un’operazione importante, quella messa in campo da Manfredi Catella, fondatore e a.d. della Coima Res SIIQ, in linea con il piano di investimenti annunciato il giorno stesso della quotazione in Borsa. Dove però l’acquisizione del fondo MH REC non sembra essere stata favorevolmente accolta. Dopo un lieve rimbalzo delle quotazioni, il titolo di Coima Res ha continuato, anche complici le turbolenze che caratterizzano da settimane la Borsa, a scendere. Fino a planare e attestarsi appena sopra 7 euro: quasi il 30 per cento in meno del prezzo, pari a 10 euro ad azione, richiesto al momento della quotazione.

A nemmeno tre mesi dal debutto, è troppo presto per capire se il mercato manifesti freddezza verso Coima Res, che rimane il primo e unico esempio di società di investimento immobiliare a sbarcare in Borsa in Italia. Ma il ridimensionamento delle ambizioni di raccolta connessa alla quotazione (da 300 a 215 milioni di euro), unito al tonfo del titolo (-14%) subito in occasione dello sbarco a Piazza Affari e allo scivolamento verso il basso dei titoli di Coima Res avvenuti nelle ultime settimane, potrebbero essere una spia rivelatrice di una certa diffidenza verso la creatura di Catella.
Coima_Res_Borsa

 

Intanto negli ambienti del real estate non si fa che parlare di un particolare sfuggito ai media che hanno ripreso la notizia del preliminare sulle quote del fondo MH Real Estate Crescita: il conflitto di interesse in capo a Manfredi Catella. Perché è pure vero che il fondo immobiliare al centro dell’operazione nasce su iniziativa di Banca Monte dei Paschi. Per la precisione, MH REC è stato promosso nel 2005 da Prima Sgr, la joint venture tra Clessidra e Mps in cui erano state fatte confluire le attività del Montepaschi nel settore dell’asset management.

Nel 2011, però, il ramo della divisione fondi immobiliari di Prima Sgr passa di mano e viene acquistato da Hines Italia Sgr, filiale italiana del colosso texano del real estate Hines e dove Manfredi Catella era al tempo amministratore delegato e socio di minoranza, al fianco di Salvatore Ligresti, con cui i rapporti d’affari diventeranno molto stretti per via del progetto Porta Nuova a Milano. Passano quattro anni e il pacchetto di azioni di controllo di Hines Italia Sgr, con l’uscita di scena degli americani, viene ceduto quasi completamente a Manfredi Catella. Quest’ultimo entra così in possesso del 92% del capitale della Sgr (il restante 8% è della Francesco Micheli Associati), a cui viene poi dato il nome di Coima Sgr. Che è, appunto, la società che gestisce il fondo MH REC e della quale Catella è amministratore delegato.

Riassumendo: Catella, attraverso la Coima Res SIIQ, di cui l’immobiliarista è a.d. e nella quale ha una partecipazione dello 0,7%, ha deciso di acquisire quasi l’86,67% delle quote del fondo immobiliare MH REC, che lo stesso Catella amministra con la sua Coima Res Sgr. «Una situazione paradossale – ci ha confermato uno dei più importanti manager del settore – che evidenzia un conflitto di interessi senza precedenti». Fra i sottoscrittori del fondo MH REC ci sono, fra gli altri, Generali Italia, AXA Montepaschi Vita, CNP Unicredit Vita, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Unicoop Tirreno.

Conflitto di interessi, che, come rileva l’ufficio stampa della Consob, la stessa Consob aveva chiesto fosse inserito tra i potenziali rischi elencati nel prospetto informativo connesso alla quotazione di Coima Res SIIQ. «Il Contratto di asset management prevede che vengano distaccati presso l’Emittente Manfredi Catella, Gabriele Bonfiglioli e Matteo Ravà, i quali svolgeranno pertanto un ruolo manageriale sia presso la SGR, sia presso l’Emittente, – scriveva Consob – con potenziali rischi di conflitto di interesse correlati alle scelte decisionali nell’ambito della strategia di investimento sia dell’Emittente che della SGR».

C’è dunque da chiedersi, ora che il potenziale rischio di conflitto di interesse si è materializzato, quale sarà l’atteggiamento della Consob. Che, in questo caso, svolge peraltro il ruolo di vigilante sia sulla SIIQ quotata che sulla società di gestione del risparmio.

@albcrepaldi

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