Grandi imprese
Tim, ricavi in crescita del 3,4 per cento nei primi nove mesi dell’anno
Tim ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi e margini in crescita, una riduzione del debito in linea con il piano e ha confermato le guidance per il 2024.
Tim ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con ricavi totali in crescita dell’11,1 per cento a 10,7 miliardi, con una diversa dinamica tra Brasile (+7,2 per cento a 3,3 miliardi) e mercato domestico (+1,8 per cento a 7,4 miliardi). L’Ebitda segna un +8,7 per cento a 3,3 miliardi, con il dato sul mercato italiano in ripresa dell’8,3 per cento a 1,6 miliardi e il Brasile che migliora l’Ebitda del 9 per cento realizzando 1,6 miliardi di euro, alla pari con il mercato domestico. L’Ebitda after lease aumenta dell’11,1 per cento a 2,7 miliardi (+8,3 per cento a 1,5 miliardi sul mercato domestico e +14,4 per cento il Brasile a 1,3 miliardi).
Quanto alle le diverse aree di attività Tim consumer il gruppo di telecomunicazioni ha registrato ricavi stabili a 4,5 miliardi. Tim enterprise ha aumentato i ricavi del 5,8 per cento a 2,3 miliardi, ma soprattutto ha firmato nuovi contratti per 3,5 miliardi nei primi nove mesi dell’esercizio, con un incremento del 67 per cento anno su anno. In quest’ambito cresce del 22 per cento il cloud sulla spinta del polo strategico nazionale al quale Tim partecipa, i servizi security crescono dell’84 per cento e l’Internet of things del 27 per cento. Sparkle, la società dei cavi internazionali che interessa al Tesoro con Retelit (c’è un negoziato in corso), ha contabilizzato ricavi per 740 milioni (-1,1 per cento).
Guardando al solo terzo trimestre, i dati sono in miglioramento seppure più contenuto sul fronte dei margini. I ricavi sono cresciuti del 3,2 per cento a 3,57 miliardi, mentre più positivo è il fronte dei ricavi da servizi (+4,3 per cento a 3,37 miliardi). Sia l’ebitda (1,11 miliardi) sia l’ebitda after lease (943 milioni) migliorano del 7,6 per cento nel periodo luglio-settembre.
Per effetto della cessione della rete a a Kkr l’indebitamento netto rettificato cala a 10,9 miliardi dai 25,6 di fine dicembre e l’indebitamento netto after lease si attesta appena sotto gli 8 miliardi a 7,98 miliardi, in diminuzione di 12,36 miliardi rispetto a fine 2023. L’obiettivo di arrivare intorno a 7,5 miliardi esclude l’incasso straordinario di 250 milioni dalla cessione del 3 per cento di Inwit, il cui closing è atteso il 29 novembre. Entro la fine del mese, inoltre, Tim spera di ricevere un’offerta vincolante per la cessione di Sparkle a Mef e Asterion.
Il flusso di cassa della gestione operativa (operating free cash flow) è positivo e pari a 1,737 miliardi (1,624 miliardi nello stesso periodo precedente), mentre l’equity free cash flow è negativo per 368 milioni (-238 milioni nei primi nove mesi del 2023).
Tim conferma tutte le guidance fornite al mercato per l’anno in corso. La previsione è che per fine anno la leva finanziaria cali come previsto, con un rapporto tra indebitamento finanziario netto rettificato after lease e Ebitda organico after lease minore o uguale a due volte.
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